ilTorinese

Oro, incenso e mirra, presepi nel Monferrato

A Natale in ognuno di noi scatta qualcosa di magico, qualcosa di bello e di buono.

Lo sentiamo arrivare con il suo tradizionale fascino e la sua magia, con gli alberi decorati e i presepi con le lucine accese. Nei “paesi dei presepi” ha preso il via la settima edizione di “Oro, incenso e mirra, presepi nel Monferrato”, l’annuale rassegna che coinvolge gli abitanti di Aramengo, Castagnole delle Lanze, Castagnole Monferrato, Cocconato, Frinco, Grana, Monale, Montegrosso d’Asti, Passerano Marmorito e San Damiano. Fino al 6 gennaio. Quest’anno con una vigilia da incorniciare.
Un presepio tutto speciale, un “cavagnin” con grappoli di malvasia passita e spighe di grano, concepito a Schierano d’Asti, frazione di Passerano Marmorito, è stato donato a Papa Francesco in occasione della sua visita ad Asti il 19 e 20 novembre. Proprio a Schierano nel 1816 nacque il suo trisnonno, Giuseppe Bergoglio. I presepi che anche quest’anno colorano e scaldano le vie di borghi e paesi sono moltissimi e sono vere e proprie opere d’arte. Presepi grandi e piccoli, curiosi, antichi, moderni, esotici, fatti con materiali poveri e di recupero, ce ne sono per tutti i gusti, realizzati da artigiani, artisti e soprattutto da gente comune, semplici appassionati. Nelle vie dei paesi sono esposti centinaia di presepi come messaggio francescano di pace e fede, davanti alle chiese, alle porte delle case, su balconi e finestre, nelle viuzze interne, tutti illuminati di notte. Ad Aramengo in piazza del Municipio un presepe ospita i personaggi della Sacra Famiglia intagliati su legno e dipinti dal maestro Gian Luigi Nicola. A Castagnole Lanze i presepi si trovano per le vie del borgo storico e nel parco della Rimembranza. A Castagnole Monferrato nelle cantine della settecentesca tenuta La Mercantile sono allestiti diversi presepi come quello del vino. Cocconato accogli i turisti con un centinaio di presepi esposti in ogni angolo del centro, a Frinco d’Asti presepi nella Confraternita di San Bernardino e davanti alla chiesa di San Defendente. A Grana il grande presepe è esposto nei locali sottostanti la chiesa in piazzetta Maria Ausiliatrice, a Monale il percorso parte dal presepe di Remo Marangon le cui statue raffigurano alcuni cittadini monalesi e prosegue fino al castello. A Montegrosso d’Asti, mostra di presepi, tra i quali quelli realizzati dalle scuole locali e dai paesani, nella cantina con volta a botte e mattoni a vista. A Passerano Marmorito e nelle frazioni di Schierano e Primeglio centinaia di presepi creati dagli abitanti si fanno ammirare nei vicoli e nelle strade principali che attraversano i borghi. Infine a San Damiano, nel cuore del borgo dei Sutè, tra vicoli e antichi cortili, viene rappresentato il racconto della Natività.                          Filippo Re

Dopo Natale si torna nei musei

MERCOLEDI 28 DICEMBRE

 

Mercoledì 28 dicembre ore 15

A SPASSO CON MARGHERITA

Palazzo Madama – attività per le famiglie sulla mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia

(riservata possessori Abbonamento Junior Bella Stagione)

È stata Regina d’Italia e il suo nome è ricordato da strade, scuole ospedali, biscotti e dalla pizza. Ma cosa faceva Margherita quando non era impegnata a fare la Regina? Era un’esperta alpinista e si lanciava in camminate all’aria aperta percorrendo lunghi sentieri a piedi o a dorso di mulo per raggiungere alte vette e ghiacciai.

La veduta di Gressoney-La-Trinité dipinta da Cosola ed esposta nella mostra Margherita di Savoia. Regina d’Italia, ci guiderà nella composizione di un paesaggio montano con effetto 3D da realizzare con cartoncini, colla e fantasia.

Costo: € 7 a bambino per attività; adulti accompagnatori ingresso ridotto in mostra (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

GIOVEDI 29 DICEMBRE

 

Giovedì 29 dicembre ore 16

ORIGAMI PER LE FESTE

MAO – attività per famiglie riservata possessori Abbonamento Junior

Attività gentilmente offerta da Abbonamento Musei.

L’attività prevede la visita della galleria giapponese con particolare attenzione alle opere in carta e con un accenno alle ricorrenze, feste e usanze che caratterizzano il mese di dicembre in Giappone. In laboratorio si realizzeranno origami con soggetti legati al tema della festa e degli auguri.

Da 6 anni in su.

Costo: attività gratuita per bambini possessori di Abbonamento Junior; adulti accompagnatori ingresso ridotto alle collezioni € 8 (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria t. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

La magìa del Natale alla 23ª Mostra di Presepi della Basilica Maria Ausiliatrice

La  23ª edizione della Mostra di Presepi della Basilica di Maria Ausiliatrice è visitabile dal 4 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023 presso la Cripta della Basilica e online sul sito presepi.basilicamariaausiliatrice.it, per offrire a chiunque lo desideri la possibilità di condividere il piacere del presepe, in maniera libera e gratuita.

>>> Scopri la Mostra di Presepi sul sito ufficiale

Quest’anno la mostra si compone di 90 opere, di cui 54 postazioni rinnovate tra nuove presenze e vecchi presepi ampliati. L’ingresso è libero, facilitato ai disabili.

Orari: 

Sabato | Domenica | Festivi: ore 9.00 – 13.00; 15.00 – 19.00

Giorni feriali (chiuso il mercoledì): ore 15.00 – 18.30

Per informazioni:

Tel. 011 52241 | Cell. 347 5144183

Prenotazioni: segreteria@basilicamariaausiliatrice.it anche in orari diversi da quelli del volantino.

La visita online presenta un ampio reportage fotografico e descrittivo di ciascuna postazione, così da poter rivivere la gioia del Natale che ogni presepe trasmette in un mix di stili e materiali differenti.

>>Vai alla pagina dei Presepi

Pagamenti a rate in sicurezza. Ecco come fare

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

I pagamenti a rate non sono certo una novità: la possibilità di poter effettuare un acquisto e di pagare in comode rate mensili è attiva in tanti settori da diverso tempo. Si pensi, per esempio, al mondo della telefonia e alla presenza di offerte con smartphone incluso e pagamento rateizzabile.

Quello che è cambiato, negli ultimi tempi, è l’aumento del numero di risorse con le quali è possibile effettuare un pagamento a rate, che sono arrivate a coprire settori fino ad oggi inesplorati. 

Il pagamento a rate diventa così fattibile in modi differenti: alle carte di credito a rate, si aggiungono infatti dei servizi con i quali si possono richiedere dei mini finanziamenti per pagare in diverse tranche senza interessi. 

Detto ciò, al crescere degli strumenti, fanno capolini anche nuovi rischi, non sempre considerati. Vediamo allora di mettere insieme 3 consigli fondamentali da seguire per effettuare pagamenti a rate con maggiore consapevolezza e sicurezza. 

Nel corso degli ultimi anni, si è diffusa sempre di più la presenza di realtà con le quali è possibile rateizzare un pagamento, nella fase finale di acquisto, ovvero direttamente dal proprio carrello, nel corso di un acquisto online. 

Sono servizi davvero molto interessanti per diversi motivi, tra i quali ricordiamo: la facilità di utilizzo e iscrizione al servizio;assenza di interessi, che sono invece generalmente presenti quando si parla di pagamenti a rate; pagamenti in 3 singole rate, per importi piccoli e abbordabili; rispetto di alcune semplici regole, ovvero che, qualora non si dovessero rispettare le tempistiche di versamento, sarebbero applicate delle commissioni aggiuntive, crescenti all’aumentare dei giorni di ritardo. 

Se da un lato questi servizi sembrano essere una vera e propria manna dal cielo, in quanto permettono di rateizzare acquisti di oggetti di uso quotidiano (e non solo grandi importi), dall’altro potrebbero diventare in un certo senso pericolosi. 

Comprare a rate per importi di poco conto, senza pagare interessi sulle stesse, potrebbe innescare un vortice compulsivo di acquisti nel quale, alla fine, non ci si rende neanche conto di quello che si spende. 

Le carte revolving – alias, le carte di credito a rate – sono l’opposto delle carte di credito a saldo: questo significa che si potranno pagare anche importi molto consistenti rateizzandoli in base alle proprie esigenze. 

In questo caso, sarà previsto un tasso di interesse, fisso, nel senso che non varia in relazione all’andamento del mercato o al costo della vita, ma viene indicato sul contratto della carta al momento della sua sottoscrizione. 

Cosa bisogna sapere in questo caso? Che le carte di credito non sono tutte uguali quindi, nel caso delle carte revolving, gli interessi applicati potrebbero variare, contribuendo così a pagare un importo finale più o meno elevato. 

Questo è il primo fattore da considerare nella scelta della carta, ma non è il solo. Il vero vantaggio può essere ottenuto, infatti, optando per una soluzione di pagamento che permette di pagare sia a saldo, sia a rate, a seconda dell’esigenza reale. 

Quindi di una carta – individuabile attraverso un confronto comparativo – che di base funziona come una carta di credito a saldo, ma che, nel caso di acquisti improvvisi e inaspettati, può diventare una carta di credito a rate. 

Un altro consiglio da tenere a mente nel momento in cui si vuole richiedere una carta di credito per poter fare pagamenti a rate consiste nella valutazione dei costi effettivi della carta. 

Oltre agli interessi dovuti sulle rate, infatti, ci saranno altri costi da considerare, quali: il canone mensile o annuale della carta di credito, che generalmente aumenta quando il plafond della stessa è molto alto, le commissioni sui prelievi, che in genere sono elevate, infatti non si consiglia di usare una carta di credito per il prelievo di contanti; eventuali percentuali per i pagamenti in valuta estera, o per i prelievi fuori dall’Italia, che potrebbero essere ancora più costosi. 

In questo senso, risulta fondamentale scegliere con cognizione di causa, puntando gli occhi e il portafoglio verso le carte di credito online, che sono spesso associate alla sottoscrizione di un conto corrente online. 

Le stesse, che presentando spesso un plafond di base di 1.500 euro o addirittura 3.000 euro, hanno costi limitati e presentano solitamente una o più opzione per azzerare totalmente il costo del canone mensile di gestione, per esempio spendendo una determinata cifra ogni mese. 

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Raccolta rifiuti durante le festività Ecco il calendario

In concomitanza delle festività natalizie, Amiat Gruppo Iren effettuerà i servizi di raccolta rifiuti con il seguente calendario:

  • Domenica 25 dicembre: la raccolta non viene effettuata;
  • Lunedì 26 dicembre: passaggio regolare per tutte le frazioni;
  • Domenica 1° gennaio: la raccolta non viene effettuata;
  • Venerdì 6 gennaio: passaggio regolare per tutte le frazioni tranne per la carta (si posticipa a sabato 7 gennaio)

Tutti i giorni verrà comunque garantito un presidio, in particolare in corrispondenza delle utenze più critiche, così come per il servizio di nettezza urbana.

I Centri di Raccolta saranno regolarmente aperti, secondo quanto indicato dai calendari pubblicati sul sito di Amiat, ad eccezione di domenica 25 dicembre e domenica 1° gennaio, quando tutti gli ecocentri saranno chiusi. Il Servizio di Customer Care Ambientale sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 17.00, ad eccezione dei giorni festivi.

Per le utenze commerciali, infine, fino al 5 gennaio 2023 è attivo il servizio “Cartacinesca” per la raccolta di imballaggi di carta e cartone, che interesserà le principali vie ad elevata concentrazione di utenze non domestiche.

Maggiori informazioni e dettagli sui servizi di raccolta rifiuti sono disponibili sul sito di Amiat: www.amiat.it

Corpo senza vita di un uomo all’interno di un’auto ribaltata

All’interno di un’auto nel territorio di Bistagno (Al) è stato ritrovato il corpo senza vita di un uomo. In base ai primi accertamenti dei carabinieri si tratta di un 76enne, Pietro Monticelli, residente a Ponti, di cui non si avevano notizie dal 15 dicembre. La vettura sarebbe uscita di strada autonomamente in una zona impervia. La scomparsa dell’anziano,  che aveva lasciato casa alla guida dell’ auto, era stata denunciata dal fratello. Le ricerche dei soccorritori erano state sospese per presunto allontanamento volontario.

Ricercato preso dai carabinieri durante un funerale

La pena che doveva scontare era di quattro anni e due mesi di carcere per associazione a delinquere e furti in abitazione. I carabinieri di Mondovì  lo hanno arrestato mentre partecipava  a un funerale. Si trovava in zona dal 6 dicembre, data dell’ordine di carcerazione. Sul territorio  poteva fare affidamento su alcuni  parenti ed è stato così possibile rintracciarlo. È stato condannato per furti che risalgono al 2009 e al 2015, quando faceva parte di una banda che agiva nel Monregalese.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Tove Ditlevsen   “Gioventù”    –Fazi editore-   euro 15,00

E’ il secondo capitolo della trilogia autobiografica della poetessa e romanziera  più famosa della Danimarca, nata a Copenaghen nel 1917 e morta suicida nel 1976. Una bellissima riscoperta letteraria femminile quella della penna di Tove Ditlevsen, autrice della Trilogia di Copenaghen che è il resoconto della sua struggente esistenza, articolata in “Infanzia”, “Gioventù” e “Dipendenza” (di prossima pubblicazione, per la prima volta, in Italia)Il suo sguardo sulla vita è amaro e disincantato fin dall’inizio, come scriverà nel primo volume: «L’infanzia è lunga e stretta come una bara, e non si può uscirne da soli….».  Racconta così i suoi stati d’animo, con frasi brevi, incisive, scolpite nel profondo del suo essere. Ha la capacità di trascinarci nel suo mondo, nel suo sentire e nella sua sofferenza con parole che ci afferrano e non ci lasciano più. Abilissima nel mettere nero su bianco la fragilità della condizione umana.Tove è nata in un quartiere operaio di Copenaghen, figlia di un uomo che ha perso il lavoro ed è scivolato nell’inferno della disoccupazione, una madre ottusa e grezza, incapace di comprendere e supportare la genialità della figlia. Tove avrà unavita difficile, breve e travagliata, con i sassi dell’esistenza che la ferivano continuamente.
Costante sarà il desiderio di scrivere poesie; le custodisce e nasconde in un album in cui riversa i suoi pensieri, la sua sensibilità, la difficoltà di crescere, il suo sguardo – lucido e spietato-sugli adulti.La prigione dell’infanzia lascerà il posto a quella dell’età adulta.Lei, che era uno spirito creativo e libero, non riuscirà mai a venire a patti con la vita; si sentirà sempre fuori posto ed affogherà il suo male di vivere in alcol e droghe. Fino al tragico epilogo: la morte per un’overdose di sonniferi che fermerà la sua vita a soli 58 anni.In “Giovinezza” la ritroviamo 14enne che ha appena finito le scuole medie, vive con i genitori che le impongono di andare a lavorare  per contribuire al bilancio familiare. Non importa se deve accettare mansioni squallide e umilianti, se viene pagata una miseria, se è infelice; basta che porti i soldi a casa. Eppure l’orizzonte che ha in mente sarebbe ben più ampio, e vorrebbe volare alto.

E’ questa la tristissima realtà in cui si consuma la sua giovinezza. L’unica cosa che per lei ha senso è la poesia; scrive versi di nascosto, la sera, dopo giornate grigie, faticose e deprimenti. In “Giovinezza” racconta anche degli incontri con persone che forse potrebbero aiutarla a pubblicare le sue rime, ma il destino avverso sembra tagliarle sempre la strada.

Fondamentalmente si sente trasparente, agli occhi dei ragazzi e della sua famiglia, dei conoscenti. Questo è il baratro su cui si affaccia quotidianamente, con qualche ventata che a volte le fa ben sperare in un futuro ritagliato in base alla sua sensibilità e ai suoi sogni.

Jackie Polzin   “Quattro galline”    -Einaudi-     euro   17,00

E’ il romanzo di esordio della scrittrice americana Jackie Polzin, che vive in Minnesota, ed ha avuto l’originalissima idea di imbastire la storia in un pollaio.Voce narrante senza nome è quella di una donna che dopo un aborto spontaneo al quarto mese di gravidanza inizia a prendersi cura di quattro galline, centrali nel racconto. Quello che accade nel pollaio ha la stessa dignità di quanto accade in casa dei personaggi

A fronte di un evento traumatico come una gravidanza tanto desiderata ma finita male, la donna riesce ad affrontarlo grazie anche alla cura che riversa sui suoi pennuti. Li ama, nutre,protegge, e conosce a fondo, diventano compagni di vita, ed è così che in qualche modo riesce a metabolizzare il dolore della sua perdita.

Le galline qui sono “persone”, hanno tutte un nome, storie personali, abitudini diverse e caratteristiche che le contraddistinguono, desideri, paure, modi vari di affrontare i pericoli a cui possono essere esposte (come il gelo e le intemperie).

C’è la gallina alfa, Miss Hennepin County, la più lesta a mangiare.

Gloria, invece, ha l’abitudine di covare anche le uova deposte dalle compagne con lo stesso impegno che riserva alle sue.

Testanera, la più casinista e la più abile a cacciare; non è la più intelligente né la più furba, ma semplicemente quella che riesce a vedere più lontano.Gam Gnam invece è sempre l’ultima ad arrivare alla greppia, pilucca appena ed è  la meno corazzata per affrontare la vita.

I vicini osservano con stupore la dedizione che la protagonista riversa sulle 4 creature. A loro si dedica anima e corpo, dopo aver lasciato l’umile lavoro come donna delle pulizie (anche perché convinta di aver perso il bambino a causa dei detergenti usati e della fatica).

Leitmotiv di queste pagine è il dolore di quella perdita, scandito però con ironia e alleggerito dalle vicende del pollaio, con tutto l’amore e  il senso di protezione verso quegli esserini che depositano uova, scorrazzano e a volte beccano chi non dovrebbero. Quando poi scoppia un’epidemia di influenza aviaria, la donna vive momenti di ansia come se fossero le sue bambine e tutto questo grande amore per le simpatiche pennute finisce per diventare catartico.  Una storia dolce e lieve che si porta dentro un profondo dolore.

Michael Cunninngham   “Carne e sangue”     -La nave di Teseo-     euro 20,00

Cunningham è il famoso scrittore e sceneggiatore americano 69enne, vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 1999 con “Le ore” (dal quale è stato tratto il film “The Hours” del 2002 interpretato da Meryl Streep, Julianne Moore e Nicole Kidman).

In “Carne e sangue” narra la storia complessa della famiglia Stassos nell’arco di un secolo e si addentra in temi portanti come l’inseguimento del sogno americano, l’omosessualità, l’Aids, il melting pot newyorkese.

Tutto ha inizio nel 1935 con il piccolo Constantine Stassosemigrato con la famiglia di umili origini  dalla Grecia. A  8 anni, lavora nell’orto di casa, ma trafuga i semi, nasconde in bocca la terra che mischia alla saliva, e coltiva  in segreto un suo misero orticello in cima a un pendio roccioso.

Fin da piccolo accarezza il desiderio di indipendenza, che è metafora e anticipazione di tutta la sua vita. Ha sempre sognato in grande e, partito come semplice manovale, con il duro lavoro e un incontro fortunato, scala il successo e il benessere economico diventando imprenditore edile.  Ha sposato la giovane Mary, ragazza bella e solare di origini italoamericane; insieme mettono al mondo tre figli. Ma la moglie si trasforma via via nella classica casalinga frustrata degli anni Cinquanta, con un vizietto che esplode in crisi coniugale senza rimedio.

Al successo economico non corrisponde una vita familiare altrettanto serena, perché Costantine ha difficoltà nel rapportarsi con la prole.

Cunningham segue anche le vite dei figli; molto diversi tra loro, ognuno alla ricerca della propria strada e legato ai genitori darapporti complicati.

Susan è l’unica ad avere una vita normale, esteriormente irreprensibile; un marito di successo, una magnifica casa nel Connecticut, il figlio Ben che sembra quasi perfetto.

Bill, l’unico maschio della nidiata, è idolatrato dalla madre, incompreso dal padre che ha spesso atteggiamenti violenti nei suoi confronti; è soprattutto alla ricerca di un’identità sessuale e fatica ad accettare la sua omosessualità

Infine Zoe, l’ultimogenita sensibile e intelligente, ma ribelle e piena di contrasti interiori. La sua vita è scandita da cadute e scelte di rottura; dapprima come hippy, poi scivola nel girone infernale delle droghe, e nella girandola di rapporti promiscui. Dalla relazione con un uomo di colore che l’abbandona le rimane un figlio mulatto, Jamal. E altre disavventure seguiranno.

Cunningham scava a fondo nelle vite di ogni personaggio, portando alla superficie fragilità, irrequietezze, desideri e disfatte, tratteggiando a tinte forti una saga epica americana che non vi lascerà certo indifferenti.

Matteo Melchiorre   “Il duca”       -Einaudi-   euro  21,00

Matteo Melchiorre è un 41enne  di Feltre, direttore della biblioteca  del Museo e dell’Archivio storico di Castelfranco Veneto. Si occupa di storia socio-economica  del medioevo e della prima età moderna e di montagna, autore di vari saggi, “Il Duca” è il suo primo romanzo.

Mette in scena lo scontro tra due uomini sullo sfondo di una valle a ridosso delle Dolomiti; nell’immaginario paese di Vallorgana, al limite della Val Fonda, in un tempo indefinito che dà alla narrazione un sapore fortemente epico, in un non ben precisato punto temporale.

Lì si consuma l’aspra contesa tra l’erede di una dinastia in via diestinzione, il Duca, (l’ultimo dei nobili Cimamonte) e il vecchioMario Fastreda, possidente che si è fatto tutto da solo. La controversia  verte sul confine di terra tra i due possidenti, e pochi ettari di bosco diventano puntiglio della bega.

A scontrarsi sono soprattutto due modi opposti di considerare l’abuso. Il Duca vede in Fastreda  un potere esercitato con la prepotenza. Dall’altra invece Fastreda non perdona all’antagonista la  posizione e il vantaggio derivanti da un privilegio ormai obsoleto.

Il Duca  si è trasferito da 10 anni nella monumentale villa dove si aggira nelle stanze e  tra le  preziose boiserie, ossessionato dalla storia della sua famiglia;  casato blasonato ma con qualche segreto  ben  celato.  Una tenuta immensa composta anche da rustici che andrebbero restaurati, una cappella e tante altre meraviglie.

Fastreda è invece un coriaceo ottantenne solo all’apparenza mite, in realtà sa perfettamente quando è il caso di parlare e quando invece conviene stare zitto, è un personaggio influente nella comunità alpina e ama il conflitto, scovare ed attaccare nemici da battere.

Non resta che gustarvi i passi della contesa fino all’epilogo…

Alessia Gazzola  “La costanza è un’eccezione”   -Longanesi-   euro  19,00

E’ il terzo appuntamento con la nuova eroina di Alessia Gazzola, Costanza Macallè, giovane anatomopatologa imprestata alla paleopatologia, precaria e dalla vita piuttosto incasinata.

La talentuosa scrittrice siciliana al momento ha accantonato le avventure di Alice Allevi, la sua protagonista di maggior successo; giovane anatomopatologa pasticciona, con talento investigativo, e diventata anche una seguitissima serie tv interpretata da Alessandra Mastronardi.

Costanza nel primo romanzo della saga ha 29 anni, una laurea in medicina che vorrebbe mettere a frutto, magari all’estero, e la sua esistenza è stata diretta più che altro dal caso. Accidentalmente è finita a lavorare all’Istituto di Paleopatologia di Verona (lontana dalla sua natia e calda Sicilia), casualmente è rimasta incinta ed ora è madre multitasking della piccola Flora, fulcro del suo mondo.

Ad aiutarla nella gestione della piccola è la sorella Antonietta che a Verona ci vive. Costanza è riuscita a parlare con il padre della piccola, l’affascinante Marco, e a farlo entrare nella vita della bambina. Il ragazzo era fidanzato con un’altra ragazza –praticamente perfetta-  che però lascia quasi all’altare; solo che non l’ha fatto per stare con Costanza, ed il loro rapporto resta come sospeso, mentre prioritaria è la serenità di Flora.

Sul versante professionale la nostra protagonista si scopre brava nella paleopatologia che non è la sua scelta primaria e, proprio quando pensa di poter svoltare pagina, i colleghi le propongono un nuovo interessante progetto.

L’erede di un’altolocata famiglia veneziana, gli Almazan di origine spagnola e con un’oscura fama tramandata nei secoli, vuole che siano riesumati i resti dei suoi antenati.

Si vociferava che gli Almazan fossero addirittura dei vampiri, forse perché malvisti in quanto stranieri mercanti diventati “nobili per soldo”.

L’incarico è affascinante: entrare nelle tombe di famiglia, e analizzare i resti chiusi nelle bare per scoprire se dietro le morti misteriose di alcuni di lorocompresi due bimbi deceduti entrambi a tre anni– ci siano malattie genetiche o altro.

Inizia così la nuova avventura; responsabile del cantiere dei lavori di ristrutturazione della cripta in cui sono sepolti gli Almazan sarà proprio Marco. Un viaggio –tra giallo-rosa e romanzo storico- che vi condurrà nella Repubblica Serenissima di Venezia  nel lontano 1679 e dintorni; tra veleni, tare ereditarie, spie, raggiri il giallo sulla morte di una fanciulla della casata, Lucrezia, figlia di Giacomo Almazan.

Fluentify, fatturato e collaboratori in crescita

Con una crescita di anno in anno del +35%, la startup torinese Fluentify (www.fluentify.com) – realtà specializzata nel long-distance learning e nel tutoring online resi possibili dall’adozione di una piattaforma digitale per la formazione aziendale e professionale – si appresta a chiudere il 2022 con un fatturato che supera per la prima volta i 5 milioni di euro, una crescita notevole considerando che il fatturato del 2021 superava di poco i 3.250.000 euro.

  • Una crescita che non è solo di fatturato, ma che viene dimostrata anche dall’aumento dei collaboratori e delle risorse dell’azienda: ad oggi, infatti, lavorano in Fluentify oltre 30 persone (che dovrebbero arrivare a 40 nel 2023), mentre sono 350 gli insegnanti madrelingua che collaborano con la piattaforma che solo nel 2022 ha erogato oltre 300.000 ore di formazione online, per un totale di oltre 170.000 studenti che ad oggi hanno hanno scelto Fluentify per la loro formazione linguistica, e 450 aziende clienti attuali provenienti non solo dall’Italia ma anche da Paesi come Svizzera, Portogallo, Francia, Grecia, Sud Corea.
  • “Il 2022 si chiude molto positivamente, ma noi abbiamo già la testa sugli obiettivi per il prossimo anno, come puntare ad un fatturato di 7 milioni e diventare la piattaforma di riferimento per la formazione linguistica delle aziende italiane ed estere, con al centro la “Live Learning Experience Fluentify” ed intorno sempre più soluzioni per supportare la formazione di aziende che impiegano anche migliaia di persone” conclude Claudio Bosco, COO dell’azienda.

Le Officine S si rinnovano ancora e premiano gli studenti più creativi

Le Officine S lanciano il loro primo contest creativo: gli studenti di IED, IAAD. e Politecnico di Torino ridisegnano gli spazi della storica galleria rimasti ancora “cantiere”

L’ex stabilimento SNOS di corso Mortara a Torino

prosegue nella sua trasformazione grazie ai concept originali dei migliori futuri architetti e designer torinesi

Le Officine S lanciano il loro primo contest creativo per ripensare gli spazi volutamente lasciati ancora “aperti” al loro interno.

La “piazza lineare” più lunga d’Europa, inaugurata un anno fa nello storico stabilimento SNOS di corso Mortara 24 a Torino come cantiere aperto in continua evoluzione, ha scelto di dare voce a giovani creativi, futuri designer e architetti torinesi per dare vita a progetti originali che hanno lo scopo di ridefinire e rimodellare gli spazi della storica fabbrica SNOS che ancora non sono stati riportati in vita.

Le Officine S sono uno entertainment center nato dalla riqualificazione delle antiche Officine Savigliano: uno spazio dal passato e dall’anima industriale, vibrante delle reminiscenze meccaniche, elettriche e ferroviarie che scorrevano al loro interno.

Oggi, sono una galleria in continuo movimento, dall’enorme potenziale espressivo e progettuale. Concept che anima le Officine S è la ricerca delle 3 S: Sapori, Svago, Sorprese, che si possono trovare al loro interno tra le tante attività presenti, per tutte le età e tutti i gusti.

Proprio perché le Officine S sono uno spazio in continua evoluzione, hanno voluto affidare ai migliori studenti di Design e Architettura di Torino idee e concept per il progetto di allestimento delle parti alte della galleria. Il successo dell’iniziativa è stato straordinario, al di là di ogni aspettativa.

Alzando lo sguardo mentre si cammina lungo la galleria, tra le vetrine e i locali, si incontra una geometria lineare, un soffitto che procede dritto per 300 metri. Obiettivo del contest a cui partecipano gli studenti è ripensare quegli spazi alti, stravolgendoli ma conservandone anche l’autenticità e l’anima storica e industriale.

Titolo del contest: “Trova la S in una linea retta”, per dare nuovo slancio e forme inattese, mobili, curve, a uno spazio dritto. Il concept è stato ideato e sviluppato da BTREES, new media agency di Ebano spa, leader in Italia nei segmenti social media strategy, advertising, SEO e marketing.

Vogliamo immaginare soluzioni audaci, con sguardo visionario e, naturalmente, sostenibile” spiega il presidente di Policentro, Massimo Teppa, che ha dato vita alle nuove Officine S e che da oltre 40 anni è presente in Italia e all’estero sul mercato della promozione e dello sviluppo di centri commerciali e polifunzionali. La gestione di Officine S è affidata invece ad Odos Group, tra i più importanti player italiani nel settore commerciale.

Il concorso rappresenta una raccolta di idee originali che potranno costituire uno spunto per futuri interventi di allestimento, anche temporanei e interscambiabili” spiega Teppa. “E, perché no, se il concept vincitore sarà anche sostenibile da un punto di vista economico e ci saranno adeguati finanziamenti potremo pensare anche di realizzarlo davvero”.

Sentiamo una grande responsabilità per via dell’importanza storica e industriale del luogo che ospita le Officine S: una vera testimonianza di archeologia industriale, che ha tutti i titoli per entrare nella storia dell’architettura di Torino, richiamando cittadini e turisti” spiega l’architetto Marco Candellieri che ne ha seguito il progetto di ristrutturazione.

Prima l’edificio ex SNOS era chiuso all’esterno, oggi noi lo abbiamo aperto. Mancava l’anima al grande quartiere di 350mila residenti che ci ospita. Mancava l’idea di piazza, che noi abbiamo voluto ricreare, dando vita alla ‘piazza lineare’ più lunga d’Europa. Ma ci siamo fermati volutamente a una certa altezza. Ora, vogliamo dare spazio ai giovani creativi: vogliamo accogliere le loro idee innovative e sostenibili per far rivivere anche le vetrate storiche, la luce, i soffitti industriali, ripensandoli in chiave contemporanea. E avendo ben chiaro che ridisegnare non è solo architettura e design, ma è a tutti gli effetti una profonda trasformazione sociale e culturale, densa di conseguenze anche sul lungo periodo”.

Stanno già partecipando al contest centinaia di studenti universitari, divisi in 11 gruppi, appartenenti a tre delle più importanti realtà accademiche torinesi che hanno aderito al progetto inserendolo all’interno del proprio percorso didattico: IED, IAAD. e Politecnico di Torino.

Una giuria di esperti decreterà poi il vincitore del contest creativo, valutandone creatività e originalità, forza comunicativa e immediatezza, coerenza con l’identità di Officine S, esaustività e riproducibilità.

Ai vincitori del concorso – a tutti gli studenti che faranno parte del gruppo di lavoro selezionato – le Officine S regaleranno un viaggio a Venezia in occasione della Biennale.

La consegna dei lavori è prevista per il 20 gennaio. Info, regolamento del concorso e documentazione tecnica sul sito ufficiale del contest: https://contest.officine-s.it/

Officine S, un po’ di storia: cos’erano e cosa sono oggi

Il 16 dicembre 2021 hanno ripreso vita le storiche Officine Savigliano di corso Mortara 24 a Torino. Negli spazi dell’ex stabilimento SNOS sono state inaugurate le nuove Officine S: S come Savigliano, ovviamente, ma anche come svago, sapori e sorprese.

Un format originale di rigenerazione urbana, che coniuga nuove esperienze di intrattenimento, tra food, sport, eventi, appuntamenti culturali, spettacoli unici e attività  assolutamente nuove, pensato per tutti i cittadini e anche per chi arriva da fuori.

Una “long opening” che volutamente dura ancora oggi, e che sta trasformando, ancora una volta, un quartiere strategico per la città di Torino. Le Officine S hanno riaperto i cancelli di un grande spazio urbano che oggi, finalmente, trova una nuova collocazione: commerciale, sociale, culturale e ambientale.

Le antiche Officine Savigliano sono rinate nel cuore pulsante della nuova Spina 3 di Torino, dove fino agli anni Novanta sorgevano i grandi stabilimenti produttivi di Fiat e Michelin, immersi nel polmone verde del Parco Dora, parco post-industriale di 456mila metri quadri a due passi dal fiume e dall’omonima stazione ferroviaria.

Lo spazio ha visto nascere e svilupparsi la Società Nazionale Officine di Savigliano, meglio conosciuta come SNOS, una delle più prestigiose società industriali italiane di meccanica, elettrotecnica e carpenteria metallica del Novecento.

Fondata a Torino il 17 luglio 1880, SNOS si specializzò soprattutto nella costruzione di treni e materiali ferroviari, ponti e attrezzature belliche in tempo di guerra. Una realtà che ha segnato indissolubilmente la storia economica e industriale del Dopoguerra, in Italia e in Europa.

Officine S oggi è una “piazza lineare” lunga 300 metri, tra le più lunghe gallerie d’Europa, per un totale di 12.600 metri quadri di spazi commerciali, che si sviluppa sia all’interno che all’esterno della struttura originale delle storiche Officine Savigliano, conservate nei loro più importanti tratti industriali. All’esterno, una promenade di 160 metri con dehors e spazi tutti da vivere.

Le Officine S nel loro primo anno di vita sono già diventate un nuovo polo attrattivo a Torino, anche grazie alla posizione estremamente strategica che occupano.

Snodo essenziale per il traffico torinese, a pochi minuti dal centro e dalla principale stazione ferroviaria cittadina di Porta Susa, lungo l’asse che porta alle rinnovate OGR, alla nuova sede RAI e al grattacielo di Intesa Sanpaolo, si trova davanti al Parco Dora e accanto alla più piccola stazione dei treni, che attraversa Torino da nord a sud in soli 15 minuti e collega la città con l’aeroporto di Caselle. A pochi passi il MAcA-Museo A come Ambiente dedicato ai bambini, il bellissimo skate park Parco Dora e l’avveniristica Chiesa del Santo Volto. Un’offerta diversificata e a 360°, per tutti.

Residenti, professionisti, studenti, turisti, giovani e famiglie, anziani sono tornati a vivere le storiche Officine Savigliano, che si trasformano in una grande “agorà” dedicata al buon cibo, al divertimento, allo sport, alla cultura e al relax.

Le migliaia di visitatori di Officine S frequentano ogni giorno la galleria anche solo per fruire degli spazi pubblici e del nuovo viale pedonale, che si affaccia sul rinnovato Parco Dora: un’opera di arredo urbano regalata da Policentro e ODOS Group alla città su suolo pubblico, che arricchisce l’edificio e lo trasforma in modo funzionale, diventando anche luogo ideale per ospitare eventi, mercati e feste, sia d’inverno che d’estate, com’è stato ad esempio in occasione di Terra Madre-Salone del Gusto.