ilTorinese

Il Mongetto di Vignale si degusta da Biraghi

Nel cuore della città, nel salotto di Torino una istituzione che ti porta a conoscere chicche gastronomiche ricercate sul territorio.
Anche se è prevista pioggia, passeggiando sotto i portici potrai gustare le specialità di un azienda agricola del Monferrato esattamente il Mongetto di Vignale Monferrato sarà con i suoi prodotti in degustazione da Biraghi, già famoso per il suo eccellente gelato al latte a 2 euro potrai anche degustare confetture, bagna cauda, saline e specialità uniche da portare sulla tua tavola.
Il Mongetto: prodotti tipici piemontesi e del Monferrato

Il Mongetto è una cooperativa a conduzione familiare che, dal 1981, si impegna ogni giorno per selezionare e trasformare i prodotti della terra, mantenendo viva la tradizione delle vecchie ricette piemontesi del territorio del Monferrato , come conserve, sottoli, mostarda, antipasto piemontese, bagna cauda e tanto altro ancora.

In una bellissima posizione tra i saliscendi delle vigne che caratterizzano il territorio, e strettamente legata ad esso, il Mongetto arricchisce il territorio di Vignale con uno spirito produttivo che sposa le filosofie di Slow Food, Eataly e di tutte le nuove piccole e grandi rivoluzioni sulla qualità e il cibo, mantenendo standard produttivi di altissima qualità, creatività nelle ricette, e rispetto della buona cucina piemontese.
L’appuntamento è per domenica dalle 9 alle 19 in piazza San Carlo 188.

Gabriella Daghero

Si rafforza l’organico della formazione di Serie A1 softball

La Inox Team Saronno Softball dà il benvenuto a Sara De Luca, atleta classe 2002 di origine romana, che andrà a ricoprire i ruoli di ricevitore, di terza base e di esterno.
Nonostante la sua giovane età Sara vanta già un’ottima esperienza internazionale, infatti è appena arrivata dalla Nuova Zelanda dove con la formazione dell’Otahuhu Softball Club, sobborgo di Auckland, ha vinto il “Womens Open Club Championship 2025”.
Dal 2016 al 2018 in A2 nel Calì Roma, nel 2019 si sposta a Caserta dove debutta nel massimo campionato italiano.
Nel 2020 si trasferisce a Parma dove, oltre a frequentare la facoltà universitaria di Scienze Motorie, col Gruppo Oltretorrente disputa ben quattro campionati di cui tre in Serie A1.
Come detto alla giocatrice romana non manca l’esperienza internazionale, nel 2024 con l’Italia U22 di Softball vince l’argento Europeo di categoria, mentre col club svizzero Zürich Challengers gioca la “fase B” della Coppa delle Coppe.

Stefano Massini debutta al Carignano con “Mein Kampf”

Lunedì 24 marzo prossimo, alle ore 19.30, debutto al teatro Carignano di Stefano Massini con il suo spettacolo “Mein Kampf”, ispirato al saggio autobiografico in cui Hitler delinea l’ideologia nazista e il suo programma politico, pubblicato per la prima volta 100 anni fa. Le scene sono di Paolo Di Benedetto, le luci di Manuel Frenda, i costumi di Nicole Joanka Medda, gli ambienti sonori di Andrea Baggio. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano e dal Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa e resterà in scena per la stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino fino a domenica 30 marzo prossimo.

Un secolo ci separazione dalla nascita di un libro: era il 1924, anno di nascita di “Mein Kampf” dettato dal giovane Adolf Hitler nella cella del carcere di Landsberg. Nel 2016 la Germania ne ha consentito la diffusione dopo anni di divieto, ritenendo che solo la conoscenza possa evitare il ripetersi della catastrofe. Per anni Massini ha lavorato incrociando la prima stesura del libro manifesto con i comizi del Führer, oltre copie con gli immensi materiali delle “Conversazioni con Hitler a tavola” raccolte da Picker Heim & Bormann. Oggi Massini consegna al teatro uno spettacolo duro ma necessario, in cui il libro emerge in tutta la sua sconcertante portata. Perché queste parole hanno ipnotizzato le masse? Perché la storia ha mutato direzione rispetto a queste pagine ? Noi spettatori di oggi saremmo impermeabili dall’ascesa dal basso di questo profeta della rabbia ? “Mein Kampf” è l’agghiacciante verbo del Novecento più distruttivo, camuffato dietro la paranoica autobiografia di un invasato. Dal primato della razza all’apoteosi del condottiero, dalla smania per il riscatto alla febbre per la propaganda, va in scena l’impalcatura del nazionalsocialismo, offerto senza filtri da Massini con lo stile ossessivo, barocco ed enfatico del testo originario, in un millimetrico studio teatrale dei ritmi, toni e affondi verbali del dittatore, perché la comprensione del meccanismo è l’unico antidoto al suo replicarsi.

“Questo spettacolo nasce dalle parole di un giovane che racconta di sé – dichiara Stefano Massini – della propria nascita a Braunau sull’Inn circondato dalla composta nullità di quelle ‘vite imbalsamate’, come scrive. È un discorso che potrebbe riecheggiare nei pensieri di un ragazzo di provincia che può provare le stesse sensazioni, tuttavia oggi siamo abituati a virtualizzare la rabbia che si sfiga sotto la forma dell’insulto online. L’attacco, la concorrenza, la competizione, il bullismo avvengono come hate speech e di body shaming: sono parole digitate e lanciate nella rete. Il corpo non esiste, è  tutto virtuale, tutto parole. Hitler parla con un tono enfatico, barocco, compiaciuto, strabordante e logorroico, affastella parole su parole sulla pagina bianca che è la scena dello spettacolo, fino a quando iniziano a precipitare oggetti concreti come scarpe, una valigia e un cappotto. Cadono quintali di libri, si infrangono vetri. È un continuo costringere a ricordare, un promemoria che evidenzia le conseguenze delle parole, un monito per il pubblico più giovane a riflettere su parole come ‘la guerra è la selezione dei migliori’, perché significa teorizzare che solo alcuni esseri umani devono andare a morire. Quando Hitler afferma che ‘la democrazia è una menzogna’ e che nel gioco degli scacchi c’è ‘un solo Re con tante sacrificabili pedine’, significa che quella libertà che i giovani danno per scontata, abituati a collegarsi a internet per esprimere la propria opinione, quella possibilità potrebbe essere un giorno revocata. Il nostro materiale ci racconta che la democrazia conquistata a fatica e che oggi potrebbe apparire logica è un privilegio, un bene xi cui va compresa l’importanza e che va difesa con vigore”.

Biglietteria: teatro Carignano-piazza Carignano 6, Torino

Tel: 011 5169555

Mara Martellotta

Manutenzione galleria Cesana sulla statale del Monginevro

Anas ha programmato la manutenzione degli impianti tecnologici all’interno di galleria ‘Cesana’, nell’ambito dell’omonimo territorio comunale lungo la strada statale 24 “del Monginevro”. Le attività sono state programmate in orario notturno al fine di contenere i disagi per la circolazione in transito.

Per consentire lo svolgimento delle attività in sicurezza, la galleria sarà chiusa al traffico nella fascia oraria notturna 21:00 – 6:00 da lunedì 24 fino a sabato 29 marzo.

Durante la chiusura i veicoli con peso inferiore a 26 tonnellate saranno deviati sulla vicina ex statale 24. I mezzi con peso superiore alle 26 tonnellate potranno raggiungere la Francia percorrendo la A32 con proseguimento al Traforo del Frejus.

Rivarolo è città da 162 anni: consegnati i sigilli civici

Il Comune di Rivarolo ha ottenuto 162 anni fa il titolo di Città. Ieri si sono svolte le celebrazioni con un momento di grande valore, arricchito dalla consegna del 𝗦𝗶𝗴𝗶𝗹𝗹𝗼 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗰𝗼 a chi, con impegno e passione, fa la differenza per la comunità.


Erano presenti per la Regione il Presidente del Consiglio Davide Nicco, i consiglieri regionali Sergio Bartoli e Mauro Fava. Sono intervenuti inoltre l’On. Giovanni Crosetto e tanti Sindaci del Canavese.

Abbiamo raccolto un commento del consigliere Bartoli: “Come Presidente della Commissione Ambiente, ho ricordato l’importanza di lavorare insieme, Regione e Comuni, per affrontare le sfide ambientali, dal cambiamento climatico alla tutela del territorio”.
L’iniziativa si è tenuta grazie all’impegno del Sindaco Martino Zucco Chinà, unitamente all’Amministrazione, ai volontari, alle associazioni, alla Polizia Municipale e ai Carabinieri di Rivarolo.

Ultimo giorno per Coltivato

Domenica 23 marzo, la seconda edizione di Coltivato, il Festival Internazionale dell’Agricoltura diretto da Maria Lodovica Gullino Antonio Pascaleincontri, conferenze, dibattiti, tavole rotonde, laboratori, interviste e spettacoli teatrali, per raccontare l’agricoltura in un grande evento scientifico-divulgativo con cadenza biennale.

 

Alle 10.15 in Sala Grande, l’incontro Perché gli agrofarmaci non sono veleni, un dialogo tra Maria Lodovica Gullino, professore ordinario di patologia vegetale, nonché responsabile scientifico di Coltivato, e Massimo Scaglia, vice Presidente di Federchimica Agrofarma, dissiperà alcuni dubbi e preconcetti su quelli che vengono erroneamente chiamati “pesticidi” e che invece sono semplicemente le medicine delle piante, tanto spesso demonizzate, eppure fondamentali per la salute delle colture e, tra le altre cose, dell’alimentazione umana.

 

Sempre alle 10.15 in Sala Musica un nuovo appuntamento con l’Arrotino delle piante, per scoprire insieme agli esperti come aggiustare le piante e i fiori che allietano le nostre case: Massimo Pugliese, professore associato di Patologia vegetale all’Università di Torino e CEO di AgriNewTech, coordinerà un team di fitopatologi a disposizione di chiunque voglia portare con sé le proprie piante e ricevere buoni consigli su come prendersene cura. In collaborazione con AgriNewTech.

 

Alle 10.30 in Sala Gioco l’ultima delle Interviste impossibili di Antonio Pascale: l’olio, che prende in prestito la voce dell’esperto Luigi Caricato, direttore dell’Olio Officina Festival e della rivista dei condimenti OOF Magazine, e risponde alle domande con grande consapevolezza, alla ricerca di soluzioni.

 

Coltivato si concluderà alle 11.30 in Sala Grande con Torino città dei fiumi: l’architetto, paesaggista e urbanista Andreas Kipar racconterà il progetto di ampio respiro per la rinascita urbana di Torino, che ruota intorno alla riscoperta del Po e dei suoi affluenti: le città europee rivedono nei fiumi il loro Capitale Naturale, da valorizzare per un futuro economico urbano sostenibile; così anche il parco fluviale torinese, che si estende per 75 km connettendo Po, Dora Riparia, Stura di Lanzo e Sangone, porta la natura in città promuovendo biodiversità, benessere e socialità nella vita quotidiana dei cittadini; un’infrastruttura ecologica che comprende anche aree verdi iconiche come il Parco del Valentino, su cui investire economicamente per offrire servizi innovativi e rendere Torino un modello di resilienza climatica replicabile su scala internazionale.

 

A seguire Il mondo che verrà (compresi i sentimenti): la Terra sta entrando nell’epoca dello spopolamento, più che nell’era dell’Acquario, con i tassi di fertilità in crollo in tutto il mondo. In un mondo di grigi, come si trasformeranno le usuali strutture sociali, famiglia, comunità, stato? Antonio Pascale, scrittore, ispettore agrario e direttore artistico di Coltivato, propone un racconto divertente, più di scienza che di fantascienza, dove, dati alla mano, si racconterà  il mondo che sta per arrivare, per prendere le misure e prepararci a un cambio di rotta che è fondamentale intraprendere.

 

 

Il Festival Coltivato è patrocinato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino, dall’Università degli Studi di Torino e dal Politecnico di Torino. È sostenuto dalla Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione Agritech, Federchimica Agrofarma, SMAT, Unioncamere Piemonte, Reale Mutua, Turismo Torino, in collaborazione con Teatro Stabile di Torino – Teatro NazionaleBiennale DemocraziaBiennale Tecnologia, Giornale della Legalità – Spazi aperti in luoghi chiusi, SaluTO, Rai Teche, IED Torino, ReSoil Foundation, AgriNewTech, weTree, Acquerello, Fantolino, Guido Gobino, Osteria Rabezzana. Media partner del Festival è Rai Radio 3. Si ringrazia Fondazione Circolo dei lettori.

 

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti, salvo dove diversamente indicato; il programma completo è disponibile su www.coltivato.com

 

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

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Sommario: Il manifesto di Ventotene ripescato – Corso Sommeiller – Sull’uso dell’asterisco a scuola – Lettere

Il manifesto di Ventotene ripescato
Ad aver sbagliato a tirare fuori dai polverosi archivi senza leggerlo o rileggerlo, il Manifesto di Ventotene è il giornale “Repubblica” e il vecchio Corrado Augias autore di una introduzione che rivela un certo annebbiamento politico. Se l’Europeismo si rifà a quello stantio documento, siamo alla frutta. Esso è il prodotto di un esaltato come Spinelli, un uomo generoso e idealista, ma privo di senso pratico, impregnato di idee comuniste, malgrado la cacciata dal PCI. Ernesto Rossi l’altro firmatario, liberista di scuola einaudiana, poté incidere poco sul fanatismo  ideologico di Spinelli anche se poi, appena poté , prese le distanze anche dagli azionisti e andò a scrivere per il “Mondo “ del liberale Pannunzio. Anche Rossi era un po’ fanatico e visionario soprattutto per un anticlericalismo viscerale e intollerante.  Poi le cose finirono con il mito di uno Spinelli che, tornato nel PCI, divenne il padre nobile dell’Europa.
Pochi lessero il Manifesto di Ventotene o ne dimenticarono il contenuto. Fui forse tra i pochi che lo lesse a fondo e abbandonò il Movimento Federalista che continuava a sbandierare il Manifesto. Il vero europeismo è quello di Einaudi, Soleri, Pannunzio, Brosio, Martino, Badini Confalonieri, De Gasperi, Schumann, Adenauer che non considerarono mai Spinelli un pensatore e neppure un uomo di azione di cui fidarsi. Anche Bobbio non aveva grande stima di Spinelli, che era cognato di Franco Venturi, anche lui abbastanza critico sul Manifesto. E’ strano che “Repubblica”  sia caduta in questo incidente di percorso. Mi rifiuto di credere che Scalfari (nella foto) avrebbe sbandierato il superatissimo e dogmatico Manifesto, scritto in un momento di sconforto in cui è facile perdere la lucidità politica. La reazione isterica di certi deputati che hanno colto l’occasione per esibire la loro incolta faziosità non merita commenti. Non uno sfogo momentaneo, ma la manifestazione di un incurabile e bilioso vetero  comunismo.
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Corso Sommeiller
L’ingorgo di Corso Sommeiller va fermato subito e non fra tre mesi. Certe sciocchezze si vedono ad occhio, stando un’ora in loco. L’assessora che fa collezione di disastri nella viabilità torinese, va sostituita e al massimo posta allo Stato civile dove ha potestà di governare l’altra Torino, quella dei cimiteri dove gli abitanti non possono più lamentarsi.
Ma anche li’ ci sono i parenti che costrinsero alle dimissioni chi permise l’oltraggio delle salme indecomposte  del cimitero generale. In quel caso pago’ l’assessore, ma avrebbero dovuto pagare altri con sanzioni penali che non ci furono.
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Sull’uso dell’asterisco a scuola
In questa rubrica parlammo della peregrina idea del preside del liceo classico Cavour di Torino di introdurre l’uso dell’asterisco e dello  schwa nelle comunicazioni scolastiche. Ora il Ministero dell’Istruzione e del merito si esprime negativamente sull’uso dell’asterisco nella scuola, adducendo a riprova quanto ripetutamente affermato, in termini ufficiali, dall’Accademia della Crusca che ha dichiarato che va escluso l’asterisco al posto delle desinenze (maschili e femminili), le uniche che appartengono alla lingua italiana. Cosa farà il “ Cavour “?
Temo che anche altre scuole si siano lasciate travolgere della demagogia linguistica oggi moda. Il rettore Geuna aveva esteso l’asterisco anche all’Università, poi è tornato alla normalità comunicativa. Quando a suo tempo scrivemmo del glorioso “Cavour” di  Vigliani, di Griffa, Polledro (i grandi presidi che preservarono il liceo dall’ ondata demagogica sessantottarda) fummo gli unici a protestare contro la decisione del preside, presa in armonia  con l’associazione ex allievi che, presieduta a vita  dall’avvocato Marzano, invita a parlare solo  ospiti a senso unico, usando  esclusivamente  un asterisco politico inequivocabile, quello   declinato  solo sempre verso l’estrema sinistra: un vero e proprio razzismo politico.
Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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Eurocomunisti
Da quando i comunisti si sono aperti all’Europa? Se non ricordo male nel 1979. Prima erano anti europeisti, vedendo il loro riferimento nell’Europa orientale del patto di Varsavia. Queste cose vanno ricordate. I comunisti non hanno nulla a che fare con il Manifesto di Ventotene, salvo alcune farneticazioni di Spinelli che in tempi successivi rinnegò. Spinelli non fu un uomo politico serio e lo riconobbe  nella sua autobiografia.  Quando vedo la sceneggiata  isterica di Fornaro alla Camera mi viene da ridere. Peppino Pasquali
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A me viene  invece da piangere. Fornaro è pietoso e non merita attenzione. Io posso portare la mia modesta esperienza di giovane  vice presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo dal 1970 al 1975. I comunisti non erano nel Movimento Europeo, anzi erano fortemente  contrari all’Europa federalista .Le polemiche contro il Movimento Europeo erano all’ordine del giorno. Io ricordo le aspre ironie di Pajetta contro di noi. Essi erano con Mosca. Mi spiace, ma la verità è questa. Gli europeisti erano i liberali alla Einaudi e alla Pannunzio, i repubblicani alla Pacciardi  e alla La Malfa, i radicali alla Pannella, I socialisti democratici alla Saragat e Silone. Anche tra i socialisti c’erano molti filo comunisti anti europeisti. Integralmente europeisti erano i democristiani che tennero la barra dritta sempre, malgrado Malfatti che si dimise dalla presidenza della Commissione europea per tornare a far politica in Italia. La destra monarchica e missina non era europeista e neppure atlantica. Solo successivamente cambiò timidamente le sue  posizioni per scelta anticomunista, pur mantenendo il suo originario nazionalismo.
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Ronzulli, il Senato e il linguaggio istituzionale
Che la Ronzulli sia diventata vicepresidente del Senato mi stupì molto, ma che essa usi il turpiloquio quando presiede il Senato, mi appare ingiustificabile. Queste persone non possono rappresentarci.   Luigi A. Ferro
La volgarità ormai è talmente diffusa a tutti i livelli che  non mi stupisce che la Ronzulli dica “cazzo”  in Senato anche quando è seduta sulla poltrona di presidente. Mi stupirei del contrario. E qui mi fermo.

“Respect”: un evento per promuovere la cultura del rispetto e contrastare la violenza sulle donne

Torino, 5 aprile 2025. Al Parco Michelotti. L’intera giornata in streaming su Grp

Rispetto /ri·spèt·to/, sostantivo maschile.
1. Riconoscimento di una superiorità morale o sociale manifestato attraverso il proprio atteggiamento o comportamento: nutrire, provare rispetto per qualcuno; il rispetto verso i genitori; salutare con rispetto; rispetto per le istituzioni.
2. Disposizione ad astenersi da atti offensivi o lesivi, implicita nel riconoscimento di un diritto: “il rispetto per i propri simili”.

Promuovere il rispetto come valore fondante della società e contrastare la violenza di genere attraverso educazione, arte e cultura: questi sono gli obiettivi della manifestazione “Respect”, in programma sabato 5 aprile 2025 presso il Parco Michelotti di Torino.
L’evento si propone come un’importante occasione di sensibilizzazione, volta a diffondere un messaggio chiaro e incisivo: il rispetto reciproco deve essere naturale come respirare, senza più spazio per la violenza e la prevaricazione.


Una giornata di eventi per educare al rispetto
L’iniziativa si articolerà in diversi momenti di approfondimento e intrattenimento:
🔹 Ore 14 – Villaggio educativo, arte e benessere
All’interno del Parco Michelotti verranno allestiti un Villaggio Benessere (con operatori olistici ed osteopati), postazioni di artisti-artigiani ed un Villaggio educativo realizzato in collaborazione con:
 il Gruppo Scout Torino 48 (che organizzerà attività mirate ad insegnare a bambini e ragazzi in maniera giocosa e coinvolgente l’importanza del rispetto)
 Somewhere events, che metterà in scena la rappresentazione di grandi figure femminili della storia, attraverso le performances di quattro attrici
🔹 Ore 16 – Esibizione Coro AllegroVivo
 L’Allegrovivo nasce nel 2018 da un’idea del direttivo della scuola Musicamica di Bruino di creare un coro che si dedicasse al gospel ma anche alla musica leggera in generale e quindi ad uno stile più fruibile a tutti. Tra i suoi repertori di maggior successo troviamo un variegato spaccato di storia musicale sui gruppi italiani e stranieri più importanti del secolo scorso e i fantastici “Anni ‘60”.
🔹 Ore 17 – Spettacolo teatrale “Respect”
Un evento artistico e culturale che combina due ore di musica dal vivo, canto e danza per celebrare la figura femminile e diffondere un potente messaggio di uguaglianza. Tra le performance più suggestive, spiccano “Concerto per sette corpi”, curato dalla compagnia Re- action Integrated Dance Company, che vedrà esibirsi artiste in carrozzina in una rappresentazione di straordinaria intensità emotiva ed un flash mob di 100 donne vestite di rosso curato da Alessia Cotta Ramusino che, per l’occasione, presenterà il suo brano “Yallah”.

Dopo il debutto torinese, lo spettacolo verrà replicato in diversi teatri e piazze italiane.
🔹 Ore 19.15 – Il sapore del rispetto
Per chi vorrà sarà possibile cenare con lo “street food” messo a disposizione dai truck che parteciperanno all’evento e devolveranno una parte dell’incasso alla diffusione della cultura del rispetto.
L’intera manifestazione è gratuita e aperta a tutti.
È gradito l’accredito sul sito https://app.youform.com/forms/namtfepr
Secondo la consolidata tradizione ConVoglio (orgogliosa di ricordare che non trattiene mai nulla di quanto donato) tutte le donazioni volontarie raccolte nell’arco della giornata verranno devolute, al netto delle spese, alla Fondazione Giulia Cecchettin.

📍 Luogo: Parco Michelotti, EX ZOO, Torino, all’aperto 📅 Data: Sabato 5 aprile 2025
📲 Social:
 Web: respectlospettacolo.it
 Facebook: Respect lo spettacolo
 Instagram: @respect_lo_spettacolo
Somewheretours
 Facebook: Somewhere Tours & Events
 Instagram: @somewheretour

L’intera giornata in streaming su Grp

Una moschea da mille posti in via Bologna finanziata dal re del Marocco

In un quartiere di Torino caratterizzato da una forte presenza di migranti, un’ex fonderia abbandonata, la Nebiolo in via Bologna, simbolo di degrado e incuria, si trasformerà in un moderno luogo di culto. Sorgerà infatti una nuova moschea da mille posti, sostituendo così un’area in stato di abbandono con un centro religioso e comunitario.

L’annuncio è stato dato venerdì 21 marzo al Turin Palace Hotel, durante una cena organizzata per celebrare la fine dell’Iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno quotidiano del Ramadan. L’ambizioso progetto prevede un investimento di 17 milioni di euro, finanziato in parte anche da Muhammad VI, re del Marocco. Con una superficie di 1.300 metri quadrati, diventerà la più grande tra le 25 moschee presenti in città, a servizio della comunità musulmana torinese, che conta circa 40mila fedeli.

Foto Città di Torino