Lunedì 25 giugno a Volpiano, alle ore 20.30 in Sala polivalente (via Trieste 1), viene consegnata la Costituzione della Repubblica Italiana ai diciottenni «per ricordare ai neomaggiorenni – sottolinea il sindaco De Zuanne – i principi del vivere civile, alla base dei diritti e dei doveri di ogni cittadino». L’appuntamento è un’anteprima della festa patronale, in programma da martedì 26 giugno a domenica 1 luglio in piazza XXV Aprile, che vede i coscritti del 2000 inseriti nel comitato organizzatore (composto da Comune, Pro Loco e altre associazioni), per preparare la tradizionale festa di fine giugno a Volpiano con idee nuove.«Di solito – ricorda il sindaco De Zuanne – la Costituzione veniva consegnata ai coscritti prima di Pasqua, quando i ragazzi raccoglievano vino e uova da vendere al mercato per finanziare la festa e per la “frittata in Vauda”. Nel tempo questa tradizione si è andata perdendo; perciò abbiamo pensato di consegnare la Costituzione immediatamente prima delle serate della festa patronale che quest’anno vede i coscritti maggiormente coinvolti, per innovare nel rispetto della tradizione».
Terremoto 2.2 in bassa valle Susa
Tragica morte questa mattina sulla strada statale 24 del Monginevro al km 71, dove tra Salbertrand ed Exilles, un motociclista diretto a Oulx, ha perso improvvisamente il controllo della moto e si e’ schiantato contro un’auto che proveniva dal senso opposto. I soccorsi, prontamente intervenuti, non hanno potuto fare nulla per salvarlo.
A naso in su per ammirare la Mole
DALLA SARDEGNA E’ morto il motociclista tedesco di 41 anni che sulla Statale 128, in territorio di Laconi, in Sardegna aveva riportato gravi ferite in un violento scontro con un pullman si linea. I soccorsi del 118 non hanno potuto che constatarne la morte. Leggi le altre notizie: http://www.iltorinese.it
Accoltellato nella lite uomo grave in ospedale
Dybala potrebbe lasciare la Juve
Paulo Dybala, secondo quanto scrive l’Ansa riportando il contenuto di un articolo dell’edizione online di As, all’inizio della scorsa stagione avrebbe dato mandato al proprio procuratore di verificare se vi fossero le condizioni per un trasferimento in un grande club, forse il Real Madrid. Oggi Dybala sarebbe stato contattatodal PSG.
In pochi ricordano l’impresa di un montanaro che sfidò le onde della Manica per amore della libertà, risultando il primo uomo al mondo ad attraversare a nuoto quel tratto di mare di 34 chilometri che separa la Gran Bretagna dall’Europa continentale e collega il mare del Nord all’oceano Atlantico
Non passa giorno senza che la Tv trasmetta le immagini delle varie odissee dei migranti che, sfuggendo da guerre e povertà, cercano di valicare i confini europei dal canale di Sicilia alle isole greche fino al passaggio della Manica, da Calais a Dover, in un drammatico viaggio della speranza o della disperazione. In pochi ricordano però l’impresa di un montanaro che sfidò le onde della Manica per amore della libertà, risultando il primo uomo al mondo ad attraversare a nuoto quel tratto di mare di 34 chilometri che separa la Gran Bretagna dall’Europa continentale e collega il mare del Nord all’oceano Atlantico. Si chiamava Giovan Maria Salati ed era nato nel 1796 in Valle Vigezzo, a Malesco, oggi comune di 1.474 anime nel VCO, al confine nord del Piemonte, nel Parco Nazionale della Val Grande.
Figlio di Domenico e Anna Maria Salati, a sedici anni – dopo aver lavorato, come molti suoi compaesani, fin dalla più tenera età, come spazzacamino, si arruolò nell’armata italiana che faceva parte della Grande Armée di Napoleone Bonaparte, in cerca di fortuna. Iniziò, così, la sua avventura, agli ordini del generale di divisione Domenico Pino. Negli anni successivi, imbarcatosi sulla “Belle Poule”, fregata della flotta francese, come fuciliere di marina, combatté a Waterloo dove, ferito, venne fatto prigioniero e recluso a Dover, su un vecchio pontone inglese (una sorta di enorme chiatta galleggiante). Il 16 agosto 1817, il ventunenne fuciliere di marina decise che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno di prigionia: durante la notte si gettò in acqua dirigendosi, a nuoto, verso la costa della Francia, lasciandosi alle spalle le “bianche scogliere di Dover”. Il giorno dopo arrivò sulle spiagge francesi da uomo libero che, per primo, aveva attraversato la Manica. Così, beffando gli inglesi, un montanaro piemontese che aveva imparato a nuotare nei pomeriggi estivi nelle acque gelide dei torrenti alpini, aveva compiuto un’impresa che gli valse un primato, motivata da uno straordinario e quasi imperioso gesto di libertà. Senza saperlo, Giovan Maria Salati dava, così, una precisa identità alla figura del fondista e del maratoneta del nuoto. Il resto della sua vita la passò in Francia. Trovato lavoro a Parigi presso alcuni parenti che avevano fatto fortuna come fumisti, da semplice spazzacamino, diventò lui stesso fumista impresario. Nel 1850 si trasferì a Soissons e, successivamente, al seguito del figlio prete, dimorò in varie parrocchie per poi morire, ultra ottantenne, in quella di Saint-Brice-sous-Forêt, non distante da Parigi. La storia di questo leggendario vigezzino, soldato di Napoleone e nuotatore per spirito di libertà, è stata raccontata nel libro “Giovan Maria Salati. Una beffa che fruttò il primato”. Si tratta di un bel volume, ricco di illustrazioni, scritto dopo lunghe e minuziose ricerche dal conterraneo del Salati, Benito Mazzi. Il comune di Malesco, ricordandone la figura, gli ha dedicato una mostra permanente, ospitata presso ilo storico lavatoio, vicino alla Chiesa,con pannelli illustrati recanti la storia del Salati.
Marco Travaglini
Opposizione di merito o ideologica?
Sono passati pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo pentaleghista e già si percepisce il profilo della opposizione che sarà fatta dal Pd. In attesa, comunque sia, di conoscere le scelte concrete che saranno compiute dall’esecutivo guidato dalla coppia Salvini-Di Maio. Una opposizione che deve decidere se condurre una battaglia basata sui contenuti, sul merito e sulle scelte concrete che saranno fatte dal nuovo governo o se, al contrario, saranno ispirate solo e soltanto dalle pregiudiziali ideologiche, dettate dal rancore, dalla vendetta e forse anche dall’invidia. Certo, a giudicare dalle prime dichiarazioni del capogruppo alla camera, il simpatico Del Rio e dall’ineffabile Presidente del Pd, il turbo renziano Orfini, non abbiamo alcun dubbio sul profilo della opposizione che sarà declinata. Quando prima ancora di iniziare l’attività di governo, si minaccia già il rischio della deriva di marca fascista, della possibilità di una dittatura imminente con il rischio, credo, di ridurre anche le libertà personali, non c’è da aspettarsi granché su quello che capiterà concretamente. Ora, conosciamo – almeno crediamo di conoscere – il progetto politico leghista. Conosciamo meno quello che vogliono fare i 5 stelle perché sono un partito senza identità, senza cultura politica e privo di una seria e credibile classe dirigente. Oltre al taglio dei vitalizi e alla promessa del reddito di cittadinanza sappiamo poco. Ma se l’ approccio del Pd e di Leu, per quel che conta, e’ solo quello di urlare all’imminente ritorno del fascismo credo che il duo Salvini- Di Maio possa dormire sonni tranquilli perché il loro potere e il loro ruolo difficilmente sarà scalfito e condizionato. Di Forza Italia non parlo, perché’ non ho ancora ben capito cosa farà. Diverso, invece, e’ se prevarra’ la strada di una opposizione di merito, basata sui contenuti e su una attenta valutazione delle scelte che verranno sottoposte al Parlamento. Ma questa strada non prevede e non contempla pregiudiziali ideologiche o atteggiamenti dominati dalla pura
vendetta politica. Per dare la priorità al merito cercando, al contempo, di creare una alternativa politica e culturale al centro destra e ai 5 stelle vanno banditi alla radice quel vecchio armamentario della sinistra e del renzismo, basati sulla pregiudiziale moralistica e ideologica da un lato e dal solo spirito di vendetta politica dall’altro. Un mix che, temo, oggi e’ del tutto minoritario e marginale nella pubblica opinione del nostro paese. Ecco perché dal come si praticherà concretamente l’opposizione al nuovo governo, noi capiremo anche e come si darà vita ad una alternativa politica nei prossimi anni. Sotto questo aspetto, io credo che un movimento politico e culturale come Rete Bianca, di ispirazione popolare e surziana, possa dare un contributo importante sul “come” opporsi al populismo di governo e, soprattutto, sul come condurre nel paese e nella societa’ una opposizione alle eventuali scelte sbagliate di questo nuovo esecutivo. Anche senza essere in Parlamento
La Costituzione a Colori
Mostra a Palazzo Lascaris con articoli illustrati da disegnatori d’epoca e da vignettisti contemporanei
APalazzo Lascaris (via Alfieri 15 a Torino), il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti ha inaugurato la mostra “La Costituzione a Colori, I primi 47 articoli illustrati e la sua storia attraverso il disegno satirico”. Erano presenti Mario Dogliani, professore emerito di Diritto costituzionale nell’Università di Torino, Dino Aloi e Claudio Mellana, presidente e vicepresidente del Centro Studi Vivere dal Ridere, curatori della mostra.La mostra “La Costituzione a Colori” è un omaggio alla nostra Carta fondamentale, a settant’anni dalla sua promulgazione, articolata in due sezioni.Nella prima parte vediamo una serie di disegni satirici e umoristici estrapolati dai giornali pubblicati in Italia tra il 1943 e il 1948 che illustrano il difficile cammino che portò alla promulgazione della Costituzione. Scorrendo le tavole ci troviamo davanti a grandi artisti come Giovannino Guareschi (di cui ricorrono quest’anno i 50 anni dalla morte) che sulle pagine di Candido fu portavoce dell’anticomunismo ed altri, come il gruppo di Don Basilio, che sostenevano invece le ragioni del comunismo. Tra le vignette d’epoca più curiose spiccano quelle disegnate da Federico Fellini con una striscia di Giacomino e la testa di Giuseppe Garibaldi che, capovolta, diventa il volto di Stalin.
La seconda parte della mostra presenta invece i primi 47 articoli della Costituzione illustrati, con vignette inedite, da quattro disegnatori contemporanei: Fabio Sironi (Corriere della Sera), Lido Contemori (già collaboratore del gruppo Repubblica L’Espresso), Marco De Angelis (è stato vignettista de Il Popolo e collaboratore di Repubblica), Gianni Chiostri (ha disegnato per le pagine di Stampa e Avvenire). Questi artisti della matita hanno interpretato, con sensibilità e umorismo arricchiti da colori vivaci, i contenuti della nostra Carta costituzionale che riguardano i diritti e i doveri dei cittadini. L’immagine simbolo della mostra e del catalogo (Il Pennino editore) illustra l’Articolo 2 sui diritti inviolabili: Arlecchino (il nord) e Pulcinella (il sud), ai lati del simbolo della Repubblica, si telefonano unendo così le due parti dell’Italia.
La mostra “La Costituzione a Colori” è aperta al pubblico a Palazzo Lascaris dal 31 maggio al 29 giugno 2018, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Ingresso gratuito.