Dopo piazza San Carlo per difendere la sindaca non bastano 30 righe su Facebook

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Il far quadrato attorno al loro sindaco dei consiglieri 5 stelle e’ doveroso e conveniente. In caso di dimissioni del Sindaco, essi  decadrebbero da consiglieri e, per gente in larga misura senza occupazione, sarebbe una tragedia. Ma, per difendere Appendino, bisogna avere, oltre che fegato, soprattutto buoni  argomenti. Con i gravissimi reati a lei contestati dalla Magistratura, non basta dire che Appendino è capace e preparata. Nei cinquecento giorni di governo (dalle alghe del Po che volevano estirpare a mano, al disastro  di  “Valentina  “e “Valentino”, dalla  cacciata di Patrizia Asproni alle multe degli amici fatte cancellare da un onnipotente e  quanto meno  eccentrico  capo di Gabinetto  , dalla strage di piazza San Carlo agli errori grossolani  per il G7, dai provvedimenti per lo smog ai parcheggi,  per finire con le luci d’artista poste in periferie abbandonate dove Appendino non ha fatto nulla di nulla, se non tante  parole) risalta il non operato di una  Giunta di principianti e apprendisti svogliati  che non imparano. Ha  aperto dialoghi con alcuni poteri forti di Torino, ma la città che vive, lavora, pensa, studia e’ stata ignorata con supponenza da Appendino che spesso si è rivelata anche arrogante.Il suo ideale ispiratore è l’ex presidente del “San Paolo “Salza che ha sempre preteso di metter becco nella scelta dei sindaci di Torino. Persino la cittadinanza onoraria a Piero Angela l’hanno copiata da chi la propose per iscritto e venne ignorato forse proprio per poterlo copiare. Per difendere qualcuno /a (il sesso non c’entra ) bisogna avere buoni  argomenti,ma soprattutto fatti inoppugnabili.Trenta righe su Facebook  non bastano. Oggi balza all’occhio che Appendino non è meglio della Raggi. In politica occorre conoscenza delle materie giuridico – economiche  ed esperienza amministrativa. Nulla si improvvisa, se non a spese e discapito dei cittadini considerati delle cavie. Nessuno si farebbe operare da un neo laureato . Così vale anche per l’amministrazione di una città grande come Torino. Per non parlare del vice sindaco che flirta con i no global che contestarono con violenza il G7 e che vorrebbe la “decrescita felice” della Città come la voleva Novelli nel 1975. Forse è ora di pensare di restituire la parola agli elettori, nominando un commissario prefettizio che riporti entro le rotaie della normalità Torino in tempi brevi.

 

quaglieni@gmail.com

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(Leggi anche il post  di M5S su Facebook pubblicato integralmente dal nostro giornale: http://www.iltorinese.it/500-giorni-pentastellati-sotto-la-mole/ – ndr )

 

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