di Antonio DE CAROLIS
Rivoluzione dei Big Data, un’affermazione che sempre più spesso fa capolino in azienda e sui principali mezzi di comunicazione
Chi opera in ambito informatico ne parla come di una “nuova frontiera”, chi si occupa di privacy la indica come il grande pericolo che ognuno di noi deve quotidianamente affrontare, chi si occupa di marketing la identifica come strumento per avvicinare il “prodotto giusto al cliente giusto” e chi si occupa di medicina la reputa fondamentale per la cura e la prevenzione delle malattie. Tutti noi siamo fruitori e fornitori di dati e lo siamo in ogni momento della vita quotidiana. Ad esempio, quando facciamo un acquisto su Internet o quando compriamo in un negozio “fisico”, sottocasa o dall’altro capo del mondo, e paghiamo con carta di credito. Tutte le attività sono potenziali fornitrici di dati, dall’abbigliamento alla farmacia… La quantità di dati acquisita negli ultimi due anni è elevatissima, la misurazione viene fatta in ZB – Zettabyte. Per dare un’idea pratica della quantità di dati che 1 ZB esprime, Wikipedia dice: “corrisponde a circa 180 milioni di volte le documentazioni conservate nella Biblioteca del Congresso di Washington“.
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Un gran numero di dati, non c’è che dire, ma come sarà possibile gestirli? Diventeranno informazioni che aiuteranno le imprese e i loro manager a prendere decisioni o resteranno lì inutilizzate, vista la difficoltà reale di elaborarle? Che i numeri fossero importanti lo sapevano già nell’antichità; infatti venivano utilizzati per fare previsioni, studi di vario genere e per generare teoremi. Le previsioni, però, sono fondamentali anche oggi. Senza dati non si possono fare previsioni e, senza previsioni, come potrebbe, ad esempio, un’azienda gestire gli approvvigionamenti di materie prime oppure le quantità di prodotti da produrre ?
Ogni informazione in azienda (e non solo…) è importante, talvolta vitale, per chi deve fare delle scelte. In un panorama smisurato di dati disponibili è fondamentale definire il processo di trasformazione degli input in informazioni utili per la gestione e le strategie imprenditoriali.
Questa sarà la vera rivoluzione dei Big Data, così come lo è stata quella degli elettrodomestici dopo la scoperta dell’energia elettrica. Di per se’ la corrente elettrica non serviva alle persona, ma l’utilizzo della stessa ha trasformato la qualità della vita delle persone. Proprio a questi argomenti, Luigi Bollani e Luca Bottacin hanno dedicato la loro attenzione nel proporre il nuovo libro presentato in occasione del Salone del Libro di Torino, il 22 maggio scorso.
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Il titolo non lascia spazio a dubbi: “Dai dati alle informazioni: un percorso statistico per l’azienda”, un libro che mira a sottolineare un ponte tra accademia e impresa. Il testo, utilizzato per l’insegnamento di “Statistica per l’azienda” alla Scuola di Management ed Economia e alla Scuola di Amministrazione Aziendale (Saa) di Torino, ha uno stile schematico, corroborato da grafici che “illustrano” l’utilizzo del metodo statistico all’ interno dell’azienda. Luigi Bollani ricorda: ”il libro è pensato per gli studenti, ma è fruibile anche da chi lavora in azienda per supportare le decisioni su basi concrete. Anche per questo le tecniche sono illustrate passo a passo con esempi numerici e una guida all’applicazione informatica: il foglio elettronico per le elaborazioni più semplici e l’ambiente statistico R per quelle più complesse”.
Come dire: un libro di testo che diventa un Manuale operativo.
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Nel corso della serata, moderata da Davide Caregnato, direttore della Saa – School of Management, che ha già acquistato 250 copie per i propri studenti, il co-autore Luca Bottacin ha colto l’occasione per fare un piccolo excursus storico sui metodi gradualmente introdotti e sui pareri controversi di alcuni autori eccellenti.
Luigi Bollani presenta il libro al Salone
Non sono mancati i riferimenti ironici alla statistica, proprio come quando è stato ricordato Trilussa e la teoria dei polli: “se io ho due polli e tu nessuno, la statistica dice che in media mangiamo un pollo a testa”.
Cristina Barettini con alcuni dei “suoi bambini”
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Dopo il momento di goliardia, si è giunti all’aspetto sociale del libro che, oltre a quanto sopraindicato, servirà anche ad aiutare i progetti di “Kirua Children Onlus”, l’associazione presieduta da Cristina Barettini e ispirata da Padre Peter Kilasara, sacerdote tanzaniano, per anni missionario a Torino, in quanto gli autori hanno rinunciato ai loro diritti di compenso e i giovani Editori, Luigia Gallo e Claudio Sturiale (Pathos Edizioni), hanno deciso di rinunciare a una parte importante dei loro proventi per devolverli a questa organizzazione che, in pochi anni, ha già costruito opere evidenti in importanti progetti come la “Masering Nursery School” sul Kilimangiaro (dal 2009) e il “Cor Ardens Mlandizi” per i ragazzi di strada di Dar es Salaam (dal 2012) che quest’anno ha un nuovo pozzo con acqua pescata a duecento metri sotto terra.
Una classe di bambini con la loro maestra
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Il legame tra Università e aziende ha lo scopo di aumentare la Conoscenza e l’aggiornamento delle persone. L’uscita di questo libro, a nostro avviso, è accompagnata da un esempio di strategia di marketing sostenibile in grado di “stimolare la sete di conoscenza”.
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Antonio DE CAROLIS
Presidente CDVM
Club Dirigenti Vendite e Marketing
Presso Unione Industriali di Torino
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