La Baìo di Sampeyre, si replica giovedi’ grasso

Baìo, Baìo…. il grido di libertà e di pace dell’antica festa alpina risuona forte e alto in tutte le borgate di Sampeyre per il carnevale 2017, anche se è un carnevale molto atipico, senza coriandoli, maschere, botti e fuochi. Anticamente la Baìo era una cerimonia primaverile propiziatoria dei nuovi raccolti ma con il passar del tempo si è trasformata nella rievocazione, tra storia e leggenda, delle incursioni dei saraceni in Val Varaita avvenute nel X secolo e la loro cacciata da queste montagne. Baìo è un termine occitano che tra le sue origini da “Badia”, come si chiamavano nel medioevo i gruppi giovanili mascherati che organizzavano simili manifestazioni, ma oggi con la parola Baìo si intende una festa di libertà e di unione nel mese di carnevale con i suoi tanti partecipanti e ammiratori. E da dieci secoli, ogni 5 anni, le borgate di Sampeyre, Villar, Rore e Calchesio formano una milizia popolare e tutti gli uormini armati di fucili, sciabole, asce, mannaie e fiaschetti di vino, respingono i Mori arrivati dalle coste della Provenza. Il Saraceno è un mito ricorrente nei carnevali europei e un po’ ovunque si incontrano mori, turchi, arabi, cioè il nemico da mettere in ridicolo nelle feste in costume. Come qui, ai mille metri di Sampeyre, dove domenica scorsa si è svolta la seconda giornata della Baìo sotto un cielo terso e in un clima quasi primaverile. Oltre 400 i figuranti con in testa gli Abà, i capi milizia, incaricati di dare la caccia ai terribili maomettani che, pur indeboliti dalla sorprendente reazione dei valligiani, ancora infestano le valli terrorizzando donne e bambini. Il grido..baìo baìo…lanciato spesso dai partecipanti alla sfilata diventa sempre più forte e coinvolge anche gli spettatori (erano presenti centinaia di persone e molti turisti francesi ) e vuol essere un inno alla libertà e all’unione della popolazione locale dopo lo scampato pericolo. Gli uomini in armi di tutte le borgate inseguono i saraceni che tentano di bloccare i montanari ostruendo i sentieri con tronchi d’albero. Ogni figurante ha un suo ruolo e, nei costumi indossati, ciò che risalta sono i nastri di seta che abbelliscono abiti e copricapi. Ci sono i Cavalìe, la cavalleria dei valligiani, il Tambourn con un lungo bastone alla testa del corteo, c’è Arlequin, una specie di servizio d’ordine con fare burlesco, ci sono le Sarazine e le Segnourine, appena liberate dalla violenza saracena, i Tambourin che ritmano la marcia e l’assalto ai Mori, i Sapeur con le accette per spezzare gli alberi a terra, i Morou, i Turc e il Cantinìe che non fa mancare il buon vino.. .giovedi’ grasso l’ultima sfilata con i processi al Tesoriere della Baìo accusato di voler scappare con il tesoro della comunità. La Baìo di Sampeyre tornerà fra 5 anni. 

Filippo Re

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