Accanto allo Chef, direttore artistico e regista di questo nuovo progetto, il timone della cucina è tenuto da Barbara Scabin e da Giovanni Ghigo, per anni colonne portanti prima della trattoria Al Combal di Almese, poi del Combal.Zero di Rivoli, così come Milena Pozzi, altra protagonista della avventura intrapresa insieme a Giuliano Monte e Alessandra Cignetti, imprenditori e consulenti nei rami della amministrazione aziendale e del marketing
Back to the future and back to the past: oggi più che mai, sotto il segno della tradizione, la trattoria unisce passato e futuro della ristorazione italiana. Lo sa bene Davide Scabin che, con l’apertura del Blupum (letteralmente blu-mela, un vecchio modo di dire piemontese: color blu mela è un colore che non esiste, ad indicare qualcosa di originale, diverso dal solito e sorprendente) di Ivrea torna alle radici della nostra convivialità a tavola con un’idea che rappresenta a tutti gli effetti un ritorno alle ‘sue’ origini e alla cucina del territorio, quella più vera, legata alla memoria del gusto di ognuno di noi.
Accanto allo Chef, direttore artistico e regista di questo nuovo progetto, il timone della cucina è tenuto da Barbara Scabin e da Giovanni Ghigo, (insieme nella foto) per anni colonne portanti prima della trattoria Al Combal di Almese, poi del Combal.Zero di Rivoli, così come Milena Pozzi, altra protagonista della avventura intrapresa insieme a Giuliano Monte e Alessandra Cignetti, imprenditori e consulenti nei rami della amministrazione aziendale e del marketing. Dal 23 aprile – data dell’apertura del locale – chi pranza e cena al Blupum trova una scelta di piatti che da nord a sud rappresentano la tradizione italiana, come Il Tonno di coniglio con Salsa brusca astigiana, lo Scamone di vitella piemontese glassata al forno con salsa di acciughe, la Zuppetta di Triglie e vongole con panelle siciliane o il Babà al rhum: grandi classici, riletti e riproposti con mano d’autore in chiave contemporanea.
Come nelle trattorie di una volta, al Blupum non è prevista una carta da cui scegliere: all’ospite viene semplicemente servito il menù del giorno, composto dagli chef sulla base della scelta quotidiana. Anche il servizio segue un mood d’antan: le pietanze non vengono impiattate ma arrivano al tavolo in una pentola da cui l’ospite si potrà servire direttamente. La Carta dei Vini comprende circa un centinaio di etichette italiane e non, dalle produzioni enologiche meno impegnative a quelle per appassionati winelovers. Accanto ai vini, una piccola selezione di birre artigianali italiane.
Non solo racconto della cucina della trattoria italiana attraverso i suoi sapori: il Blupum “rappresenta anche – dice Davide Scabin – uno step in più verso la democratizzazione del lusso dell’alta ristorazione” poiché offre la possibilità di gustare grandi piatti italiani a prezzi accessibili e in un ambiente informale, rivolgendosi ad una clientela ‘allargata’: di giovani ma anche di quanti amano la cucina della tradizione fatta di sapori del territorio. Ma l’avventura del Blupum non termina con la trattoria…stay tuned…restate sintonizzati.
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