IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Che basti un’interrogazione parlamentare a per cacciare l’Imam di via Saluzzo a Torino dove abita da vent’anni, mi sembra sbagliato e intempestivo.Che l’Iman abbia fatto in piazza una dichiarazione sbagliata e condannabile sul 7 ottobre non è sufficiente per costringerlo ad andarsene. In fondo è un reato di opinione espresso da tanti ProPal. Sono anni luce distante da chi in coro ha difeso l’Imam perché ne condivide le idee. Io mi tengo lontano dagli ambienti musulmani perché ritengo l’Islam in generale spesso incompatibile con la nostra democrazia e ho dei forti dubbi sull’esistenza di un Islam moderato. Basti pensare al rapporto e alla violenza sulle donne. Ho scritto tra i primi sul pericolo che la vicenda di Gaza potesse generare un nuovo terrorismo in Europa perché Hamas è terrorismo e non potrà mai cambiare e arrendersi alla sconfitta. Il ministero dell’Interno deve agire, applicando le norme senza soggiacere ad un’interrogazione che ha una finalità evidentemente propagandistica. Concordo sul fatto che il ministero dovrebbe dare esecuzione reale a tante espulsioni rimaste sulla carta.
L’Italia non può essere a priori inclusiva ed accogliente per tutti, ma i reati di opinione detti su una piazza, senza ricorso a nessuna violenza, non possono essere perseguiti secondo queste modalità. Considerare una colpa fare proselitismo ed essere un riferimento della proprietà comunità stravolge tutto e rivela intolleranze preoccupanti vanno denunciate. Più calma e più decisione meditata si impongono. Gli isterismi verbali di chi riduce tutto a propaganda, sono incompatibili con la democrazia illiberale. Essi ci riconducono a Orban, modello di una democrazia limitata, sicuramente illiberale.
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