Sarà “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi a contrassegnare la sesta edizione del Progetto “Un libro tante scuole” promosso dal “Salone del Libro”
“In un mondo dove tutto era proibito – i colori, i sorrisi, i libri – leggere diventava un atto di libertà. Nelle nostre stanze chiuse, tra le pagine di Nabokov, Austen, e Fitzgerald, imparavamo a respirare di nuovo, a ricordarci chi eravamo”: sono parole in cui è racchiuso tutta l’opprimente tragicità seguita in Iran alla rivoluzione islamica (1978-’79) con la conseguente presa di potere dell’ayatollah Khomeini e mirabilmente espressa nell’immortale romanzo autobiografico della scrittrice iraniana Azar Nafisi (nata a Teheran, nel 1948, e oggi residente negli Stati Uniti, dove si era rifugiata nel 1997) dal titolo “Leggere Lolita a Teheran”, bestseller mondiale, tradotto in oltre trenta lingue, uscito in Italia nel 2004 – e ripubblicato nel 2007 – per i tipi di “Adelphi”. Opera che celebra la letteratura “come strumento contro i totalitarismi e come atto di coraggio e resistenza”, è l’opera scelta quest’anno dal “Salone Internazionale del Libro di Torino” per la sesta edizione del progetto di lettura condivisa per i giovani “Un libro tante scuole”. Il romanzo, con l’introduzione di Chiara Valerio (scrittrice, editor e direttrice di “Più libri più Liberi”), una nota di Annalena Benini (scrittrice, giornalista e direttrice del “Salone” torinese) e la copertina e l’impostazione grafica curate da Riccardo Falcinelli (art director e designer) sarà stampato, entro fine gennaio 2026, in 7mila copie gratuite destinate a studentesse e a studenti, nell’edizione speciale del “Salone” realizzata in collaborazione con “Adelphi”, e andrà ad arricchire la “Biblioteca del Salone del Libro”, insieme ai volumi, selezionati nelle precedenti edizioni del progetto (che vede, come “Main partner”, “Intesa San Paolo” e “Gallerie d’Italia”), di Albert Camus, Elsa Morante, Antonio Tabucchi, Emily Brontë e Stephen King.
La lettura del libro sarà inoltre accompagnata da un “podcast” in cinque puntate (e disponibile, a partire dalla primavera, sulle principali piattaforme audio gratuite) realizzato con “Chora Media”, con contributi di diversi voci fra le più autorevoli della narrativa contemporanea, da Marco Missiroli a Cecilia Sala, fino a Elena Stancanelli, Barbra Stefanelli e Chiara Valerio.
In agenda anche quattro incontri per le Scuole alle “Gallerie d’Italia” , con Barbara Stefanelli (20 gennaio, Milano), Chiara Valerio (22 gennaio, Torino), Elena Stancanelli (5 febbraio, Napoli) e Annalena Benini (12 febbraio, Vicenza); un audiolibro messo a disposizione dalla piattaforma “Storytel” con accessi gratuiti per 7mila giovani utenti e la disponibilità della casa di produzione “Minerva Pictures” a organizzare proiezioni cinematografiche gratuite per le scuole del film omonimo, diretto dal regista Eran Riklis.
D’obbligo, a questo punto, la domanda Quale il contenuto di ‘Leggere Lolita a Teheran’? Il tutto parte nell’anno 1995. Proprio in quell’anno, Azar Nafisi, allora docente di “Letteratura Inglese” all’“Università di Teheran”, fu costretta a interrompere il proprio corso a causa delle pressioni del regime islamico. In risposta, organizzò “incontri clandestini” nella sua abitazione con sette studentesse selezionate, dando vita a un “laboratorio critico e intellettuale in cui la letteratura diventa strumento di libertà”. Nel libro “Leggere Lolita a Teheran”, Nafisi racconta proprio queste lezioni segrete, in cui le giovani donne, libere dal velo e dalla sorveglianza, analizzano opere come “Lolita”, “Il grande Gatsby”, “Orgoglio e pregiudizio”, “Cime tempestose”, “Daisy Miller” e “Le Mille e una Notte”. I testi diventano, per loro, chiavi di lettura della condizione femminile in Iran, dove le donne sono private di libertà, dignità e diritti fondamentali. Nel libro Nafisi denuncia il “regime khomeinista” per la sua repressione sistematica, in particolare contro le donne, e propone la letteratura “come forma di resistenza e salvezza”. 
Scrive Chiara Valerio nell’introduzione: “C’era una volta, insomma, una cinquantina di anni fa, una stanza dove un gruppo di donne, non amiche, ma curiose, potevano guardarsi negli occhi, ciascuna con le proprie differenze e diffidenze e parlare di libri. Fuori dalla stanza, le donne hanno solo occhi, il resto del corpo è coperto, per legge. Un uomo, l’ayatollah, ha sognato una realtà, e in questa realtà sognata le donne non possono passeggiare con uomini che non siano mariti, padri o fratelli e devono essere coperte dalla testa ai piedi. Non possono stringere le mani a un uomo che non sia parente, nemmeno quando discutono di letteratura in un’aula universitaria. ‘I sogni son desideri di felicità’ cantava – e canta – Cenerentola di Disney. Sì, certo, ma sogni di chi, felicità di chi?, domanda che occorre continuare a porsi. Il regime in cui vive Azar Nafisi e in cui il romanzo si svolge è l’Iran di Khomeini”.
Grazie alla collaborazione con il “Sistema della Formazione Italiana nel Mondo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI)”, anche quattro Scuole italiane all’estero partecipano al progetto: le scuole statali di Atene e di Barcellona e le paritarie “Aldo Moro” di Bucarest e “G.B. Hodierna” di Tunisi. Per ulteriori info: www.salonelibro.it
Gianni Milani
Nelle foto: Cover “Leggere Lolita a Teheran”; Annalena Benini (Ph. Chiara Pasqualini); Chiara Valerio
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