di Massimo Iaretti
L’articolo 14 della Costituzione statuisce che il domicilio è inviolabile. Spesso, però, il domicilio di un cittadino viene violato da malintenzionati e la casa diventa luogo dove vengono commessi vari reati oppure viene violato da chi lo occupa e spossessa il proprietario legittimo. La casistica è infinita e sovente al centro di fatti di cronaca.
Questa premessa è indispensabile per comprendere la ‘ratio’ alla base della proposta di legge di iniziativa popolare di modifica all’art. 14 della Costituzione promossa dal Partito Popolare del Nord. E non è un caso che questa via sia percorsa da una forza politica che ha come segretario federale Roberto Castelli, ministro della Giustizia dal 2001 al 2006 nei Governi Berlusconi II e Berlusconi III, per 5 anni consecutivi, un vero e proprio record per il dicastero di via Arenula.
La modifica, che per diventare proposta di legge di iniziativa popolare dovrà raccogliere entro 6 mesi 50mila firme di cittadini elettori ai gazebo o con l’identità digitale.
Il testo della proposta di modifica definisce tende a sottolineare la sacralità del domicilio (e la conseguente inviolabilità) definendolo ‘quale luogo ove si svolge in via primaria la personalità umana’, affermazione forte per la quale è proposta una tutela altrettanto forte: “La sua difesa contro chi vi sia introdotto in violazione di legge non è, in alcun caso, punibile. Prevedendo così una scriminante costituzionale che andrebbe – naturalmente apprezzata caso per caso dai Giudice – ad allargare il concetto di legittima difesa dell’art. 52 del Codice Penale e quello dell’art.53 che norma l’uso legittimo delle armi.
Sicuramente è un provvedimento che farà discutere, riprendendo un dibattito che nel Paese, oltre che tra le forze politiche dei diversi schieramenti, non si è mai sopito. Nelle ultime settimane i gazebo del Partito Popolare del Nord sono comparsi in Lombardia, in Piemonte, in Veneto, in Friuli per sensibilizzare sull’argomento di quella che sarà la campagna di raccolta firme e comunque, qualunque siano i tempi dell’iter parlamentare (molto spesso le proposte di legge di iniziativa popolare, figuriamoci se si tratta di proposta di modifica ad un articolo della Carta Costituzionale, una volta consegnate al Parlamento, rischiano di finire nel dimenticatoio, visto il basso numero di esse che arrivano alla fine dell’iter) ha l’obiettivo di fare parlare su un argomento che è sentito in modo trasversale rispetto alle coalizioni o alle aree geografiche.
“Una delle prime cose che ho detto una volta insediato al ministero – ha detto Roberto Castelli – è stata che ‘Io sto dalla parte di Abele, ovvero delle vittime , non di Caino. La legittima difesa è stata modificata ed ampliata ma non abbastanza e le pronunce di giudici politicizzati di fatto hanno depotenziato fortemente l’effetto delle riforme. Questa proposta e quelle ordinarie di modifica agli articoli del Codice Penale costituiscono, in ogni caso, un’occasione di dibattito e di stimolo per arrivare ad affrontare su basi concrete una tematica che trova ampio consenso tra i cittadini, affinchè si affermi la sacralità del domicilio e la sua tutela in modo netto e preciso”