Presentata la nuova stagione del teatro Erba
“…alla Balena”, si usa dire, che il mondo sia quello teatrale o no. Ma Torino Spettacoli continua ad avere “ancora” bisogno di “quella roba lì” se anno dopo anno vede raddoppiare la propria fortuna e il successo che tocchi con le mani, i contatti con il suo pubblico, gli appuntamenti sold out che riempiono e accomunano la sala dell’Erba di corso Moncalieri come altresì gli spettacoli portati in giro nelle piazze che stanno al di là dei confini regionali – leggi dalla Calabria all’Abruzzo, dall’Emilia alla Lombardia (con la piazza milanese che non ti regala mai nulla!)? Fortuna e successo che quasi potresti farne a meno, ti verrebbe voglia di dire, tanto il terreno è stato coltivato – Gian Mesturino e Germana Erba hanno insegnato – con una tale passione e con una così alta professionalità, tanto è valido il panorama delle produzioni e delle ospitalità, tanto è efficace la “sorprendente capacità di comunicazione culturale” che si relaziona tra staff e pubblico, tanto è stato proficuo il passaggio di consegne, non soltanto familiari ma pure quelle nate e cresciute tra i compagni di lavoro che stagione dopo stagione si sono fatti conoscere, che quelli alla fine paiono del tutto scontati, verità sacrosante da buttarsi alle spalle. Per cui ritorna “la bella abitudine di andare a teatro”, e “la Balenina” di Giuseppe Erba, incancellabile mascotte, è pronta a ricominciare.
L’inizio è fissato per il sabato 4 ottobre con il Festival di Cultura Classica, stagione numero 27, efficace e seguitissimo patrimonio comico, tragico e processuale dell’antichità, autori del passato e ripropositori del presente, da Euripide a Cicerone a Plauto, da Marinelli a Mussapi a Colm Tòibin (sarà interessante vedere come, ricavando la vicenda dall’”Antigone” di Sofocle, il settantenne autore irlandese abbia raccontato con il suo “Pale Sister” la ribellione al tiranno dell’antica eroina con la prospettiva della sorella Ismene), dove il passato è lo specchio fattivo della nostra epoca, appuntamenti che vedranno la presenza della Compagnia Stabile come del Teatro Libero di Palermo e del Teatro Belli di Roma. Per tutti, attuali come non mai, “Non una di meno” dalle “Troiane” euripidee, la tragedia di donne perseguitate da una guerra feroce, là dove – oggi – Ecuba Andromaca Cassandra hanno nomi diversi e soffrono le medesime pene, mentre il versante della comicità e del divertimento sono assicurati dal “Soldato fanfarone” o dalla “Commedia delle 3 dracme” del commediografo latino per cui l’infaticabile Elia Tedesco è interprete e cura la regia con Girolamo Angione. Nomi e temi che avranno, per le repliche del mattino come serali, gli interessanti approfondimenti e la guida dei dibattiti del prof. Paolo Accossato.
Inseriti nelle differenti sezioni ospitate nella stagione di Torino Spettacoli, tra gli altri, “La scuola delle mogli” di Molière con Matilde Brandi, il Galà dei Germana Erba’s Talents (in programma al teatro Colosseo mercoledì 19 novembre alle ore 20,30), la riprese del successone “Verso l’ora zero”, a firma della regina del giallo Agatha Christie (novembre/dicembre) e dell’ormai collaudatissimo “Forbici follia”, immancabile appuntamento delle feste di fine anno, “Un giardino di aranci fatti in casa” per cui, nella veste di interprete e regista, Alessandro Marrapodi s’immerge nel mondo divertente ma altrettanto pensoso e critico della società targata a stelle e strisce di Neil Simon, ironia e sentimento ad accompagnare il rapporto padri e figli, da una parte una contagiosa vitalità e dall’altra la vita scialba di uno sceneggiatore che il pubblico pare aver dimenticato: un panorama inquieto in cui ci sarà spazio per un cambio di vita all’orizzonte. Miriam Mesturino riproporrà “La locandiera” (tra Natale e la Befana, teatro Gioiello) – in compagnia di Luciano Caratto e Marrapodi – e “Lapponia” – in compagnia di Sergio Muniz -, ovvero “una folle cena di vigilia al polo nord”, una lotta di coppie e non soltanto, aurore boreali e neve, trappole e bugie, con al centro la disastrosa affermazione rivelata a un pargolo di quattro anni che Babbo Natale non esiste! Non farlo assolutamente mai, o sono grossi guai in vista. A gennaio Paolo Triestino affronterà “Guanti bianchi” di Edoardo Erba, Max Pisu e Chiara Salerno li vedremo in “Sarto per signora” di Feydeau (febbraio) con divertimento assicurato.
Appuntamenti importanti, esempi di alta drammaturgia e di affreschi completi dell’animo e della condizione femminile, “Solo una donna, Felicia Impastato”, scritto e interpretato da Vita Villi e diretto da Miriam Mesturino, il ritratto di una donna che, nel piccolo comune siciliano di Cinisi, nel 1930, si ribella alla prepotenza dell’uomo che ha sposato, Luigi Impastato, vicino al boss Gaetano Badalamenti, “nella mia casa gli uomini di Cosa Nostra non devono entrare”, e difende il proprio figlio, il ribelle Peppino. Quando Peppino verrà ucciso e il suo assassinio verrà archiviato come un atto terroristico, Felicia userà tutta la caparbietà che le è propria per scoprire quella verità che altri le negano. E “Non fui Gentile, fui Gentileschi”, monologo interpretato da Debora Caprioglio, un assolo ambientato nello studio della pittrice seicentesca, a raccontare della perdita prematura della madre, del rapporto con il padre Orazio e il suo muoversi in un mondo d’arte dove erano esclusivamente gli uomini a farla da padrone, delle lezioni di Agostino Tassi che si tradurranno nella violenza e nel processo che coinvolgerà tutta Roma, del suo desiderio di affermarsi, imponendosi nel mondo e nella pittura (8 marzo 2026).
Giorgia Trasselli traccerà ancora un ritratto femminile, giunto all’ottavo anno di repliche sempre esaurite, “Alda Merini”, Elena Sofia Ricci metterà in scena “Mammamiabella”, un testo da lei
co-scritto, una commedia musicale intorno al tema della maternità che divertirà ogni famiglia. Franco Oppini e Pino Ammendola (anche autore e regista) sono gli interpreti di “C’eravamo tanto odiati” (28 e 29 marzo), ritornerà il successo di “Camere con crimini” con i beniamini Carlotta Iossetti, Andrea Beltramo ed Elia Tedesco (17 – 19 aprile), un triangolo amoroso e una serie di improbabili crimini, Melania Giglio proporrà un testo su “Marilyn” scritto da lei stessa. Sarà in finale di stagione interessante vedere “uno spettacolo blasfemo”, come forse potrebbe apparire “Il Protovangelo di Giacomo”, scritto e interpretato da Davide Diamanti, un avventurarsi nei vangeli apocrifi, dove “Maria è una mamma, Gesù un bambino capriccioso, Giuseppe un vecchio stanco della vita e di fare la professione del padre”. Le musiche sono di Fabrizio De André.
Elio Rabbione
Nelle immagini: Sergio Muniz e Miriam Mesturino interpreti di “Lapponia”, Debora Caprioglio nel monologo si Artemisia Gentileschi, “Verso l’ora zero” giallo di Agatha Christie e il successo della scorsa stagione “Camere con crimini”, in scena Carlotta Iossetti, Andrea Beltramo ed Elia Tedesco.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE