Vuoti a Rendere: “La nostra campagna uno spartiacque. Ora approvare la delibera”

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La campagna Vuoti A Rendere (www.vuotiarendere.org) prende la parola in vista del voto del Consiglio Comunale sulla delibera di iniziativa popolare “Nuove tutele per il diritto alla casa”, previsto – dopo molti rinvii – per lunedì 22 settembre.

“Il Consiglio Comunale è finalmente chiamato – dicono le/gli attiviste/i – a esprimersi sulle nostre proposte. In vista del voto di lunedì, rinnoviamo a consigliere e consiglieri la richiesta di fare una cosa ragionevole e giusta, decidendo di avviare una stagione nuova nelle politiche cittadine per la casa e aprendo la strada verso strumenti innovativi e urgenti per garantire e promuovere il diritto fondamentale all’abitare”.

 

Già nel mese di luglio, sottolineano da Vuoti A Rendere, si è andati molto vicino all’approvazione della proposta di delibera di iniziativa popolare. “Vogliamo ribadire quanto già detto due mesi fa. Se è vero che la nostra campagna è stata annoverata a più riprese tra le principali ispirazioni del “Piano dell’abitare per lo sviluppo della Città di Torino”, è il momento di essere conseguenti. Mostriamo alle e ai torinesi che le proposte di Vuoti A Rendere possono e devono diventare un primo passo verso l’attuazione del Piano dell’abitare”.

 

Poi, sempre a luglio, i rinvii della votazione, dovuti agli emendamenti ostruzionistici di alcuni gruppi di minoranza e alle prese di posizione allarmate delle associazioni rappresentative della proprietà edilizia. Da Vuoti A Rendere tornano su quanto successo per esprimere alcune valutazioni più ampie: “Vogliamo rivendicare che la nostra campagna, ispirata ai migliori standard europei, è stata uno spartiacque nei dibattiti cittadini e nazionali sulla casa. Grazie alle nostre proposte nessuno può più ignorare la necessità di intervenire sulle troppe case vuote nelle nostre città, e sui costi intollerabili (abitativi, sociali, urbanistici e ambientali) che l’abbandono scarica sulla collettività. I nostri obiettivi sono chiari: censire gli alloggi inutilizzati; potenziare gli strumenti di dialogo tra proprietari e bisogni abitativi; introdurre, accanto ai consueti incentivi, disincentivi graduali e crescenti per i soli grandi proprietari pubblici e privati di alloggi in stato di ingiustificato abbandono. Tutto per restituire alla disponibilità collettiva il maggior numero di case possibile”.

 

Proprio i disincentivi sono stati al centro delle recriminazioni di alcune forze politiche e associazioni della proprietà edilizia. “Che un principio di buon senso come quello da noi proposto per i soli grandi proprietari sia stato attaccato in modo così violento – dicono da Vuoti A Rendere – è qualcosa di significativo e inquietante. A volte per ignoranza e pregiudizio, più spesso con inaccettabili intenti diffamatori, la nostra campagna è stata descritta come una minaccia per qualsiasi forma di proprietà, proveniente da gruppuscoli eversivi. Ad accuse così modeste rispondiamo con la serenità che ci viene dalla serietà del nostro percorso. Chi ha a cuore il diritto all’abitare non si faccia distrarre da quella parte di società e di politica che è disposta a tutto, pur di servire e difendere gli interessi antisociali della grande rendita speculativa. Questi, sì, sono i veri estremisti da cui prendere le distanze”.

 

E, a conclusione del ragionamento, un ultimo appello: “La necessità di promuovere il diritto all’abitare di tutte/i e di ciascuna/o  impone la ricerca di nuovi equilibri tra questo diritto fondamentale e la grande proprietà edilizia. Lunedì 22 settembre, l’approvazione della delibera potrà essere un primo passo in questa direzione: fare di Torino un laboratorio di innovazione per le politiche abitative italiane è un obiettivo a portata di mano. Si tratterà poi di andare in tempi brevi verso un’attuazione concreta ed effettiva di quanto deciso dal Consiglio Comunale. Noi – concludono le/gli attiviste/i di Vuoti A Rendere – siamo pronte/i a fare la nostra parte: non faremo mancare le nostre proposte e non faremo spegnere i riflettori sulla questione abitativa torinese. Perché è tempo di posizionare la nostra città accanto alle migliori esperienze europee e così aprire una stagione finalmente nuova per il diritto all’abitare”.

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