Il miraggio del “campo largo”: Conte non cede. PD senza direzione
L’ambizione di Elly Schlein di guidare il Paese si fa sempre più evidente, ma il percorso resta incerto, se non irrealizzabile, con l’attuale configurazione delle opposizioni. La segretaria del Partito Democratico continua a ripetere la formula magica del “campo largo”, un’alleanza strutturata tra PD, Movimento 5 Stelle e sinistra ecologista. Ma il progetto, a distanza di quasi 4 anni dalla sua investitura, resta solo sulla carta. E Giuseppe Conte, sempre più centrato sulla linea dell’autonomia politica del M5S, non sembra disposto a fare da spalla o comprimario.
Il nodo è tutto politico. Schlein vuole costruire una coalizione attorno alla sua leadership, ma fatica a definire un’agenda comune, e soprattutto a trovare un equilibrio con i Cinque Stelle, che la seguono solo su alcune battaglie simboliche – salario minimo, transizione ecologica, diritti civili – ma divergono radicalmente su molte altre, dalla politica estera al modello economico.
Un partito senza bussola
Il problema del Partito Democratico, però, va oltre le alleanze. A mancare, oggi, è un’identità politica chiara. Il PD targato Schlein oscilla tra la sinistra radicale e un riformismo senza slancio, cercando di parlare a tutto e a tutti, ma finendo per convincere pochi. Le proposte restano spesso generiche, e il partito si mostra più reattivo sui temi mediatici che propositivo sulle grandi sfide del Paese: sanità, lavoro, istruzione, infrastrutture.
Intanto, nei sondaggi, il partito non decolla. Resta fermo intorno al 20%, mentre Fratelli d’Italia guida saldamente il centrodestra ed il Movimento 5 Stelle conserva un bacino elettorale resistente, soprattutto al Sud.
Esiste il caso Torino: il sindaco Lo Russo è in difficoltà
Se a livello nazionale il PD fatica, nelle città la situazione non è più confortante. A Torino, il sindaco Stefano Lo Russo – eletto nel 2021 come volto del centrosinistra pragmatico e riformista – si prepara alla sfida del secondo mandato in un clima molto più complicato rispetto a quattro anni fa.
I torinesi esprimono crescente insoddisfazione per la gestione urbana: sicurezza percepita in calo, trasporti pubblici in affanno, emergenza casa e disagio sociale in crescita. Le tensioni con i movimenti civici e con parte della sinistra che aveva sostenuto la sua candidatura stanno logorando il consenso.
Senza un progetto nazionale solido a cui agganciarsi, Lo Russo rischia di affrontare la campagna per il 2027 in solitaria, con una maggioranza frammentata e una cittadinanza sempre più disillusa.
Una leadership da costruire, non da proclamare
L’ossessione per la premiership – dichiarata o meno – rischia di svuotare di contenuto la proposta politica del PD. Schlein ha catalizzato entusiasmo tra i giovani e una parte dell’elettorato urbano, ma ora è chiamata alla prova della costruzione: alleanze credibili, contenuti riconoscibili, candidature forti nei territori.
Conte lo ha capito: chi vuole guidare il Paese deve prima convincere la sua parte. Al momento, il Partito Democratico resta fermo al palo, in attesa di una strategia che ancora non si vede…ed intanto Giorgia Meloni veleggia e vola al 30%.
Enzo Grassano
Già consigliere e coordinatore PD della Terza Circoscrizione a Torino
Già membro della segreteria del PD circolo Carpanini
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