A Torino si conclude la ventesima edizione di Interplay Festival

 

Martedì 15 luglio si conclude la ventesima edizione di Interplay Festival con un doppio appuntamento nei nuovissimi spazi del Living Lab, palcoscenico e centro per residenze artistiche realizzato da Mosaico Danza nello spazio collinare di Strada della Viola grazie al bando PNRR TOCC per la transizione ecologica, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Next Generation EU. Un luogo pensato per coniugare innovazione, sostenibilità e sperimentazione artistica, che ospita per la prima volta due spettacoli accomunati da una riflessione sulla trasformazione e sulla relazione profonda tra corpo, paesaggio e appartenenza.

Alle ore 19.00 va in scena la prima regionale di Cosmorama di Nicola Galli, uno dei più originali coreografi della scena italiana contemporanea. Artista multidisciplinare, Galli firma una creazione immersiva che trasforma lo spazio in paesaggio e il movimento in lente d’ingrandimento sulla natura, in un percorso itinerante e meditativo. I danzatori, attraverso una coreografia mimetica e silenziosa, conducono il pubblico in un viaggio fisico ed emotivo tra prossimità e distanza, tra gesto e orizzonte, in una cerimonia che celebra l’effimero e l’armonia con il mondo circostante.

Alle ore 19.00, in prima nazionale, è il turno di Roots Unseen del Collettivo Kyklos, formato da Chiara Cardona, Francesca Massaioli e Ornella Trespidi, con la produzione esecutiva di Zerogrammi. Un lavoro che nasce dall’urgenza di esplorare il senso di appartenenza come istinto primordiale e bisogno relazionale, intrecciando paesaggi fisici, emotivi e sociali. Il movimento – sospeso tra improvvisazione e struttura – è strumento per indagare il legame profondo tra corpo e territorio, tra individuo e comunità. La performance è anche frutto del percorso artistico e sociale di Francesca Massaioli, danzatrice e progettista culturale impegnata, oltre che nella organizzazione di Interplay Festival, nella trasformazione attraverso l’arte in contesti di comunità.

Con questo doppio appuntamento, Interplay conferma la sua vocazione di laboratorio di ricerca e avamposto della danza contemporanea, chiudendo il suo ventesimo anno con uno sguardo rivolto al futuro: sostenibile, condiviso, radicalmente aperto.

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