Danni maltempo, Uncem scrive ai sindaci

Cari Colleghi
e care Colleghe,

abbiamo vissuto tutti e tutte ore drammatiche nell’ultima settimana, che hanno mobilitati i nostri Comuni, tutto il Sistema di Protezione Civile nel quale i Sindaci, il volontariato organizzato, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine sono un punto fermo.

Ho partecipato all’incontro convocato dal Presidente Cirio con tutte le forze istituzionali regionali, e ho confermato l’impegno dell’Uncem per rispondere a bisogni, esigenze, necessità. Servono risorse economiche, ma anche nuove consapevolezze diffuse.

Due questioni voglio evidenziare con Voi. La prima è relativa all’azione dei nostri Enti, Comuni e Unioni montane, che grazie ai “fondi Ato” ha sempre fatto prevenzione. Trent’anni di azione per ridurre rischio e con efficacia mettere in sicurezza il territorio. Non ci fossero quelle risorse – che sono valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali che la montagna eroga – la situazione sarebbe ben peggiore. Altre Regioni (penso a Marche e Calabria) stanno provando a copiare il modello che andrebbe replicato a livello statale (nel ddl Montagna ad esempio o nel Decreto sul consumo di suolo, grave quanto l’abbandono). Acqua più forza di gravità vanno letti insieme e la montagna, con i suoi Enti locali e le comunità, svolge una funzione decisiva per generare opportunità ed evitare disagi. Su questo facciamo ovunque rilevare il nostro impegno e il nostro ruolo. Non ci fossero quelle risorse, la situazione sarebbe peggiore.

Il secondo punto lo rimarco anche perché è stato espresso in occasione degli Stati generali della Protezione Civile a Roma dal Presidente nazionale Marco Bussone, al Ministro Musumeci e al Capo Dipartimento Ciciliano. Ovvero, devono essere sbloccati 8 miliardi di euro fermi a livello nazionale per la prevenzione del dissesto. Si parte dall’alto, delle montagne. È urgente. Non c’è più tempo da perdere. Stiamo vivendo, anche in questi ultimi giorni, gli effetti devastanti della crisi climatica che si intreccia alla crisi demografica, ovvero allo spopolamento. Li subiamo e li affrontiamo nelle zone montane prima che nelle aree urbane. Non siamo sprovveduti. Ma abbiamo bisogno di strumenti, progetti finanziati e risorse. Anche per fare invasi dove necessario e consentito. La riduzione degli abitanti accresce l’inselvatichimento dei versanti, assistiamo all’aumento del bosco, alla contrazione della aree coltivabili. Per questo Uncem insiste – e sappiamo che ciascuno ci sta lavorando – sulla pianificazione, gestione, certificazione delle nostre foreste, 1,2 milioni di ettari di piemonte. È un fronte di azione peculiare per le Unioni montane, in accordo con la Regione che moltissimo sta investendo. Dobbiamo crederci e assumere nuovo protagonismo, nuovo impegno per evitare ulteriore fragilità. Tutti e tutte stanno già facendo la loro parte. Rendiamolo più evidente. Dove si fa prevenzione, i danni diminuiscono.

Domani è Pasqua e i migliori auguri ce li facciamo con la coesione, l’unità, la fiducia dei nostri territori. Il sistema istituzionale in questi momenti non deve dividersi. E le nostre Associazioni, Uncem in primis, devono mostrare l’importanza del presidio antropico, democratico, istituzionale, sui territori. I paesi vivi sono antidoto alle crisi che saranno sempre più dure. Risorse economiche e nuova riconosciuta dignità per le nostre montagne vanno insieme.

Grazie a ciascuno per il lavoro che sta facendo
Uncem è al Tuo, Vostro fianco.

Auguri per una Pasqua che ci rigeneri e porti serenità nelle nostre comunità. Auguri!

Roberto Colombero
Presidente Uncem Piemonte
Con la Giunta, il Consiglio
e lo Staff Uncem Piemonte

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