Cottolengo, aperto il Percorso storico 

 

Il taglio del nastro il 12 dicembre con il Vescovo Ausiliare

Mons. Giraudo e il Sindaco Stefano Lo Russo

 

Nel pomeriggio di giovedì 12 dicembre 2024 al Cottolengo di Torino è stato inaugurato il nuovo Percorso storico alle origini della Piccola Casa della Divina Provvidenza, che porta il titolo «L’Amore si fa Casa».

 

Alla presentazione e al taglio del nastro, accanto ai Superiori Generali della Piccola Casa Padre Carmine AriceMadre Elda Pezzuto e Fratel Giuseppe Visconti, insieme alla Famiglia Cottolenghina, sono intervenuti il Vescovo Ausiliare di Torino Mons. Alessandro Giraudo e il Sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo.

 

Si tratta di un itinerario di visita, aperto a tutti, nel primo nucleo della Piccola Casa in Borgo Dora che San Giuseppe Benedetto Cottolengo avviò il 27 aprile 1832, dopo che fu costretto a chiudere «l’Ospedaletto della Volta Rossa» in via Palazzo di Città a causa del colera che dilagava a Torino. Aprì dunque la Piccola Casa della Divina Provvidenza per ricoverare le persone malate che non trovavano accoglienza negli ospedali cittadini.

«Il percorso che inauguriamo oggi» – ha sottolineato Padre Arice nell’introdurre la presentazione – «parla del “carisma di fondazione” e del “carisma del fondatore”. Il carisma di fondazione è quello avuto dal Cottolengo, uomo straordinario, che ha dato vita alla Piccola Casa: un’opera fatta di Dio con molteplici dimensioni tra le quali c’è anche una Casa in cui ha concretizzato la sua ispirazione. Il “carisma del fondatore” è invece quello stile di vita evangelico che il Cottolengo ha vissuto e che ha trasmesso a chi lo ha seguito e che oggi noi condividiamo. Il percorso storico vuole dunque aiutarci a conoscere in modo più approfondito il Cottolengo nel suo “carisma di fondazione” per apprezzarlo, accoglierlo e costudirlo per una rinnovata fedeltà al carisma. Oggi non siamo chiamati a fare le stesse cose che ha fatto il santo Cottolengo ma ad avere lo stesso spirito nel fare le cose che la Provvidenza chi chiede».

 

La Superiora Generale delle Suore del Cottolengo Madre Elda Pezzuto ha auspicato che questo «luogo di memoria possa diventare il senso del nostro camminare oggi con speranza, facendo memoria dei gesti di cura, di lavoro, di casa e di famiglia che il santo qui ha messo in atto per chi ne aveva bisogno».

Il Superiore generale dei Fratelli Cottolenghini Fratel Giuseppe Visconti ha evidenziato come «il percorso storico trovi la sua ragion d’essere nella necessità di tutelare luoghi e oggetti che hanno un immediato e diretto rimando al carisma e al Santo Cottolengo. Per sapere dove andiamo è necessario conoscere da dove veniamo. Questo itinerario storico rappresenta anche un elemento valido per intendere lo stile e lo spirito con i quali il Santo viveva il carisma ricevuto».

 

Il Vescovo Ausiliare Mons. Giraudo ha portato il saluto della Chiesa torinese e del Cardinale Arcivescovo Roberto Repole: «Per me questa occasione significa sottolineare e vivere quel legame che in modo speciale unisce il Santo Cottolengo con la Chiesa di Torino; il Cottolengo è stato sacerdote di questa Diocesi e ha saputo accogliere la sfida del suo tempo spendendo la vita e il ministero in una nuova e speciale forma di carità. Lo sguardo rivolto al passato, che ritroviamo nel percorso storico, rimanda alla missione ricevuta di mettersi al servizio degli ultimi; da qui arriva l’invito a protendere al futuro accettando le sfide di questo nostro tempo nei luoghi e nelle forme in cui ancora oggi ci sono povertà e disuguaglianza».

 

Il Sindaco Stefano Lo Russo ha espresso la gratitudine della Città per il carisma donato dal Cottolengo, insieme al ringraziamento alle tante torinesi e ai tanti torinesi che prestano il loro servizio come volontari nell’opera cottolenghina: «Torino è sempre stata una città aperta, senza porte, allora come oggi c’è chi è pronto ad accogliere le persone che arrivano da lontano o che si trovano in difficoltà: la Piccola Casa continua a farlo tutti i giorni, da duecento anni. Sono onorato di essere il Sindaco di una città così piena di santità».

 

Padre Arice ha poi presentato il percorso di visita nelle sei stanze dove viene documentato lo sviluppo della Piccola Casa nei primi dieci anni di vita, dal 1832 al 1842, fino alla morte del fondatore (30 aprile 1842). Viene mostrata anche la crescita e la diffusione delle famiglie religiose fondate dal santo – Sacerdoti, Suore e Fratelli – e vengono ricordate alcune famiglie di Ospiti a cui l’opera cottolenghina offriva cure sanitarie, assistenza, istruzione e percorsi educativi. Nella «Porziuncola» della Piccola Casa in particolare si trovano i documenti originali con cui il Regno sabaudo, con il re Carlo Alberto, nel 1833 riconobbe ufficialmente la Piccola Casa, oltre alla croce da Cavaliere del Cottolengo e il quadro del santo realizzato dal fratello pittore.

 

Il percorso mostra anche la Piccola Casa come laboratorio di vita, di lavoro e di servizi con diverse foto e oggetti utilizzati nei luoghi di lavoro (lavanderia, forno, cucine, laboratorio di cucito…)

 

Infine, si trova la farmacia storica avviata dal santo per produrre in autonomia i medicinali di cui c’era bisogno nella Casa.

 

Il percorso storico viene ora inserito nel ricco itinerario di visita che la Piccola Casa riserva da tempo ai diversi gruppi di pellegrini e alle scuole che intendono conoscere l’opera cottolenghina.

 

Per prenotare le visite: e-mail veniteevedetecottolengo@gmail.com

 

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