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L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Carlotta Fruttero “Alice ancora non lo sa” -Mondadori- 18,50

Questo è il primo romanzo della figlia del celebre Carlo Fruttero

(della premiata ditta F&L, in sodalizio artistico con Lucentini), dopo il precedente “La mia vita con papà” del 2013; tenerissima e preziosa testimonianza delle memorie paterne e di una vita incredibile. Una sorta di autobiografia in rapporto al padre, al quale era legatissima e che ha assistito fino all’ultimo respiro.

La storia di “Alice ancora non lo sa” è ambientata sullo sfondo dell’alta Maremma Toscana, dove l’autrice è cresciuta nella casa al mare a Castiglione della Pescaia. Luogo scelto (quando ancora la pineta era vergine) dal padre che qui decise di comprare una delle prime villette, e che amò tantissimo.

Alice ha 40 anni, un marito e due figli; vive tra la città e la casa al mare e il suo matrimonio è di quelli che si trascinano in un appannato tran tran quotidiano. La madre della protagonista è ammalata di depressione, pazientemente accudita dal marito regista e sceneggiatore.

Tutto scorre più o meno tranquillamente, almeno fino all’incontro con un altro uomo: un “Lui” che la intriga, la insegue, convincendola della chimica unica che li unirebbe. Il lettore intuisce fin dall’inizio l’animo manipolatore del giovane che assume atteggiamenti fastidiosi da stolker. Ma la sua strategia pare fare breccia in Alice. Il marito scopre i loro messaggi e il matrimonio va a rotoli; infine lei cederà, convinta di avventurarsi in un grande amore passionale.

Si forma la nuova coppia e i primi tempi di convivenza con “lui” paiono un sogno di condivisione profonda. Tutto sembra andare nel migliore dei modi; poi il precipizio. “Lui” si trasforma in un altro; a tratti cattivo e subdolo, e lascio ai lettori scoprire il baratro in cui la seconda vita di Alice finisce per sprofondare.

 

 

Hannah Rothschild “La Baronessa” -Neri Pozza- euro 19,00

La Baronessa è Pannonica (detta Nica) Rotschild -prozia dell’autrice- ed è stata l’aristocratica inglese mecenate e musa ispiratrice del jazz americano a cavallo degli anni Quaranta e Cinquanta. Hannah Rotschild ha ricostruito la sua esistenza privilegiata e fuori dagli schemi, raccontandola in questo romanzo-biografia accurato e scorrevole.

Kathleen Anne Pannonica Rotschild nasce il 10 dicembre 1913 a Londra, in una delle più potenti e ricche famiglie d’Europa. Il nome Pannonica (una rara falena) è scelto dal padre Nathaniel Charles Rotschild, influente banchiere ed appassionato di entomologia. Pannonica, poi detta Nica è la figlia minore di Charles e della baronessa ungherese Rózsika Edle von Wertheimstein.

La sua è un’infanzia dorata, immersa nel lusso della tenuta di famiglia, Country House di Waddesdon Manor nell’Hertfordshire; cresciuta da tate e istitutrici insieme alle due sorelle e al fratello Victor, ai quali e legatissima. Genitori assenti, un padre molto amato, ma irrimediabilmente depresso, che decide di porre fine ai suoi tormenti terreni tagliandosi la gola a soli 46 anni, nel 1923.

Pannonica è un’ereditiera spavalda, ama le auto e la velocità, a 21 anni ottiene il brevetto da pilota di aereo. Sposa il barone Jules de Koenigswarter, ebreo come lei (maniaco di ordine e controllo), aviatore e futuro diplomatico. Avranno 5 figli, un castello francese -lo Chateau d’Abondant- e una vita di privilegi.

Quando vengono promulgate le leggi razziali, scatta la persecuzione e deflagra la Seconda Guerra Mondiale, Nica deve fuggire. Riesce a mettere in salvo i figli, poi raggiunge il marito in Africa dove entrambi si distinguono per valore. E dopo la guerra la vita familiare riprende.

Ma tutto cambia quando Nica scopre e si appassiona alla musica jazz, soprattutto a quella del pianista di colore Thelonius Monk. Vuole conoscerlo a tutti i costi, ed ecco la miccia che fa esplodere il matrimonio ed innesca la seconda vita della baronessa. Nel 1951 abbandona marito e figli, si trasferisce a New York in una suite dello Stanhope Hotel e diventa il punto di riferimento e il sostegno economico di decine di musicisti. Vive di notte, se ne infischia delle regole e sprofonda al centro di scandali e dicerie.

Soprattutto si innamora -non ricambiata- del pianista jazz Thelonius Monk, sposato con figli e in crisi lavorativa. Diventa il suo sostegno, nonostante lui non lasci la moglie. Nica gli starà accanto fino all’ultimo e poi ne coltiverà per sempre la memoria.

Dopo aver superato un cancro e un’epatite, muore il 30 novembre 1988, a New York, a 74 anni, portata via dalle complicazioni sopraggiunte all’operazione per un by pass al cuore. Ma resterà sempre la musa ispiratrice degli artisti jazz che le dedicarono memorabili canzoni.

 

 

Ana Maria Matute “La trappola” -Fazi Editore- euro 18,50

Questo romanzo è l’ultimo della trilogia della scrittrice spagnola nata nel 1925 e morta a 88 anni nel 2014; considerata una delle voci più importanti del suo paese nel Novecento. Autrice di una trentina di opere narrative, Vincitrice di parecchi premi (inclusi il Planeta e nel 2010 il Cervantes), diventata membro della Reale Accademia della lingua spagnola.

Nei suoi lavori emerge la memoria di un’infanzia difficile, segnata dagli orrori della guerra civile e dal regime Franchista. Un passato con cui ha continuato a fare i conti.

Dopo i precedenti titoli della trilogia –“Ricordo di un’isola” e “I soldati piangono di notte”- l’ultimo capitolo si svolge a Maiorca e vede messe a confronto più generazioni, in un affresco in cui compaiono caratteri contrastanti, rancori mai sopiti e, fondamentalmente, il trauma della guerra civile spagnola.

La proprietaria della storica casa sull’isola, la Grande Vecchia, sta per compiere 99 anni, ma decide di celebrare già i 100, ed obbliga tutti i parenti a riunirsi sull’isola. E’ la dispotica matriarca agli ordini della quale ubbidiscono tutti i familiari; dagli ottuagenari ai più giovani. Arrivano dalle zone più svariate del mondo, convergono nell’avita dimora, ubbidienti e convinti che lei li seppellirà tutti.

 

 

Selby Wynn Schwartz “Le figlie di Saffo”

-Garzanti- euro 18,00

E’ il romanzo di esordio di Selby Wynn Schwartz, attivista e critica americana nata nel 1975 in California, docente di scrittura alla Stanford University. Filo rosso di questo libro (entrato nella longlist del Man Booker Price 2022) è l’amore per la poetessa greca Saffo, i cui frammenti vengono incrociati con i destini di alcune donne che, tra la fine dell’800 e il Ventesimo secolo, sono state innovatrici dotate di forza e coraggio nel rompere le convenzioni ed inseguire la libertà.

Dietro questo libro ci sono approfondite ricerche condotte da Selby Wynn Schwartz, che ha messo in luce come l’unica donna dell’antichità di cui ci è giunta la voce, sia diventata la guida di personaggi del calibro di Virginia Woolf (per poterla leggere al meglio imparò il greco), Sibilla Aleramo, Eleonora Duse, Isadora Duncan, Anna Kuliscioff, Lina Poletti (allieva di Pascoli, affascinante, attivista coraggiosa e dichiaratamente lesbica).

Tutte ambivano ad essere riconosciute e amate per quello che erano, come la tessitrice di viole di Lesbo che aveva saputo cercare la vera se stessa e trovato le parole che esprimevano desiderio, bellezza e sguardi al femminile.

Molte delle donne raccontate nel libro furono vittime di stupri e violenze da parte degli uomini. Alcune di loro erano privilegiate per nascita e istruzione, dotate di strumenti per esprimersi e lottare. Quasi tutte avevano scelto e intrapreso attività artistiche che permettevano di perseguire e manifestare talenti e idee che potevano fare la differenza.

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