“A volta spetta ad una generazione l’essere grande. Voi potete essere quella grande generazione” diceva Nelson Mandela.
Ma cosa e’ una generazione? Chi ha interpretato questo concetto?
Si usa questo termine quando ci si riferisce a persone che hanno vissuto nello stesso periodo e che hanno acquisito la loro formazione nel medesimo “clima culturale caratterizzato da particolari eventi storici”. E’ molto importante, secondo la sociologia, in quale classe di eta’ sono stati vissuti e condivisi avvenimenti e tendenze, e’ diverso, infatti, far parte di un ciclo storico quando si e’ adolescenti e in eta’ matura. Il sociologo Karl Mannheim e’ stato uno dei primi ad occuparsi della spiegazione di questa nozione in maniera scientifica creando una definizione rigorosa che parla della “collocazione generazionale” come di quel lasso temporale che accomuna individui appartenenti al quadro di un “medesimo contesto storico-sociale che influenza modi di sentire, di pensare e di agire e costituisce la base potenziale di forme di agire collettivo”.
Ogni generazione e’ fatta da 25 anni, periodo in cui mediamente ci si riproduce (dato che e’ piu attinente al passato rispetto al presente); per fare un esempio, 3 generazioni sono costituite da nonni, genitori e figli, una discendenza familiare, e occupano 75 anni circa.
Andando indietro nel tempo fino ai giorni nostri ad ogni generazione (di appartenenza occidentale) caratterizzata da specifici avvenimenti storico-sociali e’ stata data una etichetta sociologica che ne identifica le esperienze, il pensiero e la vita che ne e’ scaturita.
Partendo da fine ‘800 fino al 1900, gli individui appartenenti al quell’arco storico sono stati identificati come Generazione Perduta, resa celebre da Ernest Hemingway nel romanzo Fiesta, per definire coloro che vissero dai 18 anni in su la Prima Guerra Mondiale. A seguire e’ arrivata la Greatest Generation, che va dal 1901 al 1925, che comprende coloro che hanno affrontato la Grande Depressione (in America) e la Seconda Guerra Mondiale e che hanno sostenuto durissime sfide e sacrifici. Dal 1928 al 1945 hanno vissuto, invece, uomini e donne della Generazione Silenziosa, durante la quale non ci sono stati movimenti di pensiero collettivi ne’ di cambiamento sociale, la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato dietro di se’ sgomento e raccapriccio e l’unico pensiero per gli individui appartenenti a questa classe eraquello di riscostruire e dimenticare. In quel periodo ci fu un consistente sviluppo dell’industria dell’auto, della tv e le prime e basilari tracce di tecnologia.
I Boomers sono coloro che rientrano nell’arco temporale che va da 1946 al 1964.
In questo periodo ci fu una sostanziosa crescita demografica, nacquero i movimenti per la pace, quello ambientalista e per i diritti civili; si visse con preoccupazione la guerra in Vietnam econ attesa la prima esperienza nello spazio. Tra il 1965 e il 1980 e’ collocata la Generation X (l‘invisibile) che incrocio’ le contestazioni del 1968, la crisi energetica e sperimento’ unbasilare approccio con il termine ecologia. Questa generazione e’stata la prima ad essere stata etichettata con una lettera che rappresenta perlopiu’ una mancanza di una identita’ sociale e culturale precisa. I suoi appartenenti hanno assistito, comunque,ad eventi importanti come la caduta del Muro di Berlino e l’avvento di Internet. I Millennials, invece, sono nati tra il 1981 e il 1996, e hanno raggiunto la maggiore eta’ nel terzo millennio.Come sappiamo in questo periodo c’e’ stato un grande e veloce sviluppo della tecnologia e dei social media tanto da chiamare i figli di questa fase storica nativi digitali. Gli “Y”, altro nome di questa generazione, vivono la globalizzazione, il terrorismo, il cambiamento climatico e l’affacciarsi ad un mondo di tipomulticulturale. Il lavoro, in questo lasso di tempo, ha cambiatoforma, emerge quello di free lance che modifica molte abitudinimutando anche i ritmi della produttivita’. Ci si sposa meno, si fanno figli molto piu tardi ed e’ persistente una forte tendenza all’individualita’, ma anche alla comunita’ che si esprime e si sviluppa online.
La generazione che segue e’ quella dei Centennials che va dal 1997 al 2010 e puo’ anche essere identificata come “Z.” Per questi recenti abitanti della terra, lasocializzazione avviene perlopiu’ sui social media e attraverso la tecnologia e la capacita’ di passare dal mondo reale a quello virtuale e’ una pratica quotidiana molto disinvolta. I ritmi di vita sono veloci, aumentano i salutisti, i vegetariani, i childfree, gli animalisti, si punta ad essere sostenibili ed inclusivi. Lo sviluppo della propria singolarita’ e’ una priorita’ assoluta in piena antitesi con il tradizionale e “vecchio” obiettivo di creare una famiglia. Si viaggia molto ed esiste una grande attitudine allo scambio culturale globale. Smartphone e tablet sono nelle tasche e nelle borse di ognuno, vivere senza oramai e’ pressoche’ impossibile.
Dal 2011 fino ai giorni nostri abbiamo gli Screenagers (o Generazione Alpha) nome che segnala la presenza di schermi digitali ovunque. Istruzione e risorse della formazione sono deputate alla rete, si agevola cosi’ l’accessibilita’ all’istruzione. Gli Alpha vivranno appieno l’era dell’Intelligenza Artificiale e del decremento demografico. La delega totale al digitale ridimensiona doti importanti come la confidenza con diverse attivita’ come la scrittura, il linguaggio e i lavori manuali, per non parlare dei rapporti interpersonali affidati anche questi agli screen. La velocita’ e l’iperattivita’ di questa generazione produce stress e incapacita’ di comunicare “umanamente” le proprie necessita’, soprattutto quelle emotive.
MARIA LA BARBERA
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