Emma Strada, la prima donna ingegnere in Italia si laureò a Torino

Era il 5 settembre 1908 quando una torinese, Emma Strada di 24 anni con il numero di matricola n.36, divento la prima ingegnera d’Italia.

Classe 1884, figlia d’arte, suo padre fu ingegnere civile con un suo studio in citta’, si iscrisse al Regio Politecnico, che una volta aveva la sede al Valentino, dopo aver conseguito il diploma di liceo classico presso la scuola Massimo D’Azeglio.

In Italia le donne furono ammesse all’universita’ solo nel 1874 e la prima donna in assoluto a laurearsi, in medicina, fu Ernestina Paper a cui ne seguirono altre alle facolta’ di Lettere o Giurisprudenza, ma fino a quel momento nessuna si era avventurata nel mondo maschile dell’ ingegneria.

L’ardimentosa Emma si classifico terza su 62 studenti (61 uomini) ottenendo il massimo dei voti e, dopo la discussione della tesi, la camera di consiglio ci mise piu’ di un ora per decidere se il titolo dovesse essere “ingegnere” o ingegneressa”.

Si interessarono a lei anche i media di allora come La Stampa che scrisse orgogliosamente: “Emma Strada, sabato scorso, al nostro Istituto Superiore Politecnico ha conseguito a pieni voti la laurea in ingegneria civile. La signorina Strada è così la prima donna-ingegnere che si conti in Italia e ha appena altre due o tre colleghe all’estero”.

Emma lavoro’ come assistente all’Universita’ fino alla morte del padre e successivamente esercito’ nello studio dello defunto genitore insieme al fratello (anche lui ingegnere), e si occupo’ della realizzazione di acquedotti, gallerie, miniere; non poteva firmare i documenti perche’ non era iscritta all’Albo, ma si recava regolarmente e di buon grado presso i cantieri.

Il primo progetto dell’ing. Emma Strada fu la realizzazione di una galleria di accesso ad una miniera di Ollomont in Val d’Aosta, si occupò, inoltre, della progettazione dell´automotofunicolare di Catanzaro e della costruzione del ramo calabrese dell’acquedotto pugliese. Per promuovere il lavoro delle donne nel campo della scienza e della tecnologia, fondò con altre colleghe, nel 1957, l’Associazione Italiana Donne Ingegnere e Architetti (AIDIA), di cui diventò la prima presidente.

Emma Strada fu una fervente monarchica e per molti anni trascorse le mattine nella sede dell’Associazione Monarchica Torinese come organizzatrice e animatrice. Era molto legata al Re Umberto II, in quel periodo in esilio, che a sua volta la apprezzava e stimava e la insignini’ di importanti onorificenze sabaude.

Fu l’artefice del suo sogno e delle sue ambizioni, ma anche una donna coraggiosa che demoli’ lo stereotipo secondo cui le donne non potevano accedere ai molti mondi allora dedicati solo agli uomini, come l’ingegneria appunto. Grazie anche a lei e alla sua determinazione, al giorno d’ oggi essere una donna ingegnere non fa piu’ notizia.

MARIA LA BARBERA

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