“Percorsi …” In mostra al “Forte di Bard” le fotografie di Silvano Ruffini

Da sabato 16 dicembre a domenica 21 gennaio 2024

Bard (Aosta)

Un mare vivo, infinito. Di color bianco. Nel mezzo, a fatica, il bianco s’interrompe con uno “spruzzo” appena percettibile di grigio – nero. Sono i “Pascoli di montagna” realizzati nel 2019 dal fotografo “di gran vaglia” Silvano Ruffini, origini emiliane (Castelnovo ne’ Monti in provincia di Reggio Emilia, 1954), ma ormai da tempo valdostano d’adozione. Il soggetto spacca al millesimo la realtà, quella di un gregge pascolante a perdita d’occhio di pecore domestiche, da poco tosate, che nel suo bel mezzo lascia un piccolo varco, quel tanto che basta per far apparire la testolina incerta e curiosa e un po’ impaurita di una capretta (che sembra pensare e dire ma io che ci faccio qui, sarà pericoloso?) dalle corna corte e sottili che a quel bianco senza fine regalano un pizzico di chiaroscuro dal grigio al marrone al nero, teso a scuoterci dall’incantesimo di un’immagine che ci tieni lì, fermi a osservare e a goderci belle emozioni. Lo scatto appartiene al gruppo di fotografie, varie serie fotografiche, realizzate da Ruffini e raccolte (per la prima volta nello stesso luogo), da sabato 16 dicembre a domenica 21 gennaio 2024, nelle “Scuderie” del valdostano “Forte di Bard”. Fotografie in bianco e nero (ad enfatizzare le emozioni), pur se l’artista non si esime dal cimentarsi in tavolozze di colori accesi resi con grande carica visiva e talento da vendere espresso, a mo’ di esempio, in quei magnifici palloni aerostatici (?), “Color of Air” (2017), a fatica trattenuti sul campo innevato e gonfi di vento in una vibrante danza di gialli verdi blu e grigi che ne esalta le forme e l’incontrastata volontà di librarsi in volo. La mostra si articola in cinque sezioni – tematiche, con l’obiettivo di far scoprire al pubblico le diverse tappe dell’ormai quarantennale viaggio artistico di Ruffini, di certo fra i fotografi più creativi dell’attuale panorama artistico italiano. E non solo. Un iter che racconta l’amore per le sue montagne (per anni l’artista ha vissuto a Charvensod e oggi ad Aosta) e per la campagna, senza disdegnare i centri urbani e soprattutto e sempre le strade e le persone. Donne e uomini, suoi prim’attori.

Donne e uomini volutamente o casualmente incontrati, fermati in un “click” che vale un infinitesimo di secondo e che racconta, nell’immediatezza, mai un istante di più, di gioie dolori fatiche sofferenze amori rabbie o ingiustizie capaci di fiaccare corpi e anime. Si veda in proposito la serie dei suoi “Ritratti” in bianco e nero, su cui tanto ha giocato la “post-produzione” in digitale: quei volti, minuti paesaggi di rughe infinite (ognuna è racconto di spazi vitali capaci di scuotere pancia, anima e cuore), le barbe bianche frugate con certosina minuzia, i cappellacci sgualciti e in piena rovina portati da una vita, sopra grandi occhiali che nascondono occhi neri come il carbone. Sono soggetti in cui “il fotografo – è stato scritto – si cancella completamente a favore dell’immagine”, attraverso cifre stilistiche inconfondibili e del tutto singolari. Dice in proposito lo stesso Ruffini: “Mi piace essere riconosciuto ed essere riconoscibile da uno ‘stile’ che ho cercato nel tempo … Non ho miti a cui ispirarmi, il mio mito è la ‘fotografia’, non solo quella dei grandi maestri ma anche quella molto più modesta da cui traspare solo l’amore per questa splendida arte!”.

Gianni Milani

“Percorsi. Fotografie di Silvano Ruffini”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino a domenica 21 gennaio 2024

Orari: dal mart. al ven. 10/18, sab. dom. e festivi 10/19. Lunedì chiuso

Nelle foto:

–       Silvano Ruffini: “Pascoli di montagna”, 2019

–       Silvano Ruffini: “Color of Air”, 2017

–       Silvano Ruffini: “Distort”, 2014

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