LIBRI / La casa editrice Edizioni E/O nasce a Roma nel 1979, fondata da Sandro Ferri e Sandra Ozzola, accomunati da una forte passione per la politica e per i buoni romanzi. Inizialmente pubblica numerosi testi dei paesi dell’Est, per poi allargarsi- poco più tardi- verso Ovest, alla narrativa americana. Da qui ne deriva “e/o”, che sta per “e/oppure” ma anche per “est/ovest”. In poco tempo, da una conduzione familiare, subisce una vera e propria espansione internazionale che le permette di aprire uffici a Roma, Milano, New York e Londra, e di porsi come un progetto unico nel panorama editoriale contemporaneo.
Nel corso del tempo Edizioni E/O ha pubblicato romanzi che hanno segnato un’epoca: solo per citarne uno, ricordiamo “L’amica geniale” di Elena Ferrate, un successo internazionale, tradotto in oltre 40 lingue.
Per noi hanno riservato due bellissime novità, che abbiamo letto e recensito con grande interesse.
VILLA DEL SEMINARIO- Sacha Naspini- Casa editrice Edizioni E/O di Valeria Rombolà
Le Case è un borgo sperduto della Maremma toscana, lontano da tutto ma non dalla guerra che nel ‘43 imperversa sull’Italia e sul mondo intero. Il freddo assoluto di quell’inverno, la solitudine e la generale diffidenza degli abitanti di questo posto, fanno da sfondo al seminario estivo del vescovo che diventa- dopo l’arrivo dei tedeschi- un campo di concentramento. E’ qui che la storia personale di René, il ciabattino del paese, si intreccia inevitabilmente con quell’atroce scenario, dandogli però una possibilità di riscatto. Un uomo semplice, da sempre sbeffeggiato da tutti per la sua menomazione fisica, è- in realtà- una persona sensibile e di grande intelligenza. In grado di “scollare una suola e leggere una storia” e di capire la personalità di chi aveva di fronte a seconda se “batteva di calcagno, strisciava, marciava piombato o viaggiava a papera”. Renè è perdutamente innamorato di Anna, l’amica storica di una vita intera. Quando un giorno, però, anche lei decide di partire per schierarsi nelle file della Resistenza- e tentare di superare così la morte del figlio- anche l’esistenza di Renè subisce un’inevitabile svolta. Questo libro, potente e raffinatissimo per scrittura e contenuti, è in grado di raccontare una storia vera e poco conosciuta della seconda guerra mondiale, e di mischiarla con un agglomerato di umanità densa e portentosa. La Naspini riesce a raccontare la cornice storica di quel tempo, integrandola perfettamente con i sentimenti e le vicende personali dei protagonisti. Con questo nuovo testo, dopo le Case del Malcontento, l’autrice si riconferma come una delle voci più interessanti del panorama contemporaneo della letteratura tanto come dimostra la proposta di candidatura da parte di Paolo Petroni al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione: “Un libro che, riportando alla luce un dimenticato, curioso, vergognoso fatto del nostro passato, ha un suo valore che si aggiunge a quello letterario, alla limpida scrittura dell’invenzione del personaggio e la storia di René e della sua presa di coscienza nell’ultimo periodo della guerra e del fascismo”.
MOLOTOV E BIGODINI- Amedea Pennacchi – Casa editrice Edizioni E/O di Francesca Bono
Finire a raccogliere le rape. Questa la minaccia (sarà poi una minaccia davvero?) che incombe sulla vita di Alice, e che in qualche modo fa da sfondo a tutti i passi, cadute, decisioni che colorano questo romanzo, sgargiante nei contenuti come nella copertina targata Edizioni e/o, casa editrice da sempre particolarmente attenta ad autrici e personaggi femminili. Sembrano scorrere in un lampo gli anni che si snodano, quasi inconsapevolmente, e accompagnanoquesta ragazza che deve fare la rivoluzionaria, in un contesto, quello degli anni ’70, in cui di rivoluzione parla ogni cosa. E allora Alice si divincola, viaggia, si riavvicina e pian piano capisce cose, mostrando a sé e a noi le sue piccole trasformazioni.
Descrivendo il clima di vivacità culturale del tempo, la vita di comunità e la socializzazione, Amedea Pennacchi racconta però la storia di una donna. E fa vedere che il rapporto col proprio corpo, con la propria idea di carriera, con le relazioni disfunzionali, è un qualcosa che tocca e stravolge anche una giovane rivoluzionaria degli anni ’70. Perché sì, anche per fare la rivoluzione, quando si tratta del gentil sesso, occorre aprire un capitolo a parte. Ed è tra un bigodino e l’altro passato tra i capelli delle donne nei vicoletti popolari di Napoli, prima, tra quelli di sua madre, poi, che Alice si avvia gradualmente verso una consapevolezza importante. La rivoluzione che doveva fare, in fin dei conti, era la sua.
di Valeria Rombolà – Francesca Bono
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