“Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek di scena al Carignano

Dal 20 dicembre prossimo fino all’8 gennaio

 

Lo spettacolo teatrale “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek è in scena al teatro Carignano di Torino dal 20 dicembre all’8 gennaio 2023, inclusa la festa di Capodanno del 2023.

Rappresenta sicuramente uno dei film maggiormente apprezzati di questo regista di grande sensibilità nel tratteggiare l’animo umano. Si tratta di uno dei titoli più amati e premiati della sua filmografia, con tredici candidature al David di Donatello nel 2010 e cinque Nastri d’Argento, tra i principali riconoscimenti.

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei titoli più  amati e premiati della sua filmografia. Protagonista l’attore Francesco Pannofino, insieme a un valente Iaia Forte, accanto a Edoardo Purgatori, Carmine Recano e Simona Marchini.

Protagonista della pièce la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, che presenta radicate  tradizioni culturali altoborghesi e risulta dominata dalla figura del padre, un soggetto piuttosto conservatore che ha, quale unico desiderio, quello di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. La situazione precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per rivelare la sua verità ai genitori.

La commedia risulta vorticosa e ironica, caratterizzata da dialoghi incalzanti e con costanti interazioni con il pubblico in sala. Una commedia capace di raccontare la resistenza dell’uomo al cambiamento e a mettere a nudo quelle convenzioni che troppo spesso ci condizionano.

“Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? –  si chiede Ferzan Ozpetek  – Questa è stata la prima domanda che mi sono posto e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare “Mine vaganti”. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito, ma anche entusiasta, affermando che sarebbe potuto diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviamo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura.

Dietro invito di Marco Balsamo la prospettiva di traduzione teatrale si è realizzata con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano molto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde e, così, ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, per dare nuova linfa all’allestimento.

L’ambientazione cambia. Una vicenda del genere non potrebbe svolgersi nel Salento, per questo l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino,  in un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, che presenta radicate tradizioni culturali alto borghesi, che si concentrano in un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. La situazione precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore, tornato da Roma per aprirsi ai suoi cari e svelare questa verità “.

“Racconto – spiega Ferzan Ozpetek – storie di persone, di scelte sessuali, di una fatica a adeguarsi a un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias risulta drammatica e ironica al tempo stesso. Le emozioni dei primi piani hanno lasciato il posto a punteggiatura e parole. I tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti mancanti con uno spettacolino, per poter marcare, facendone quasi una caricatura, quelle loro caratteristiche che, prima, arrivavano alla gente secondo le modalità  mediate dallo schermo. Il teatro può, infatti, permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte e travolgente. Ho optato per un ritmo continuo che non si ferma mai, neanche durante il cambio delle scene, e il cui merito va a Luigi Ferrigno, che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi. Fondamentali le luci di Pasquale Mari e i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere vedere a teatro, in cui lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se si trovassero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico rappresenta il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce”.

MARA MARTELLOTTA

 

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino

Tel. 0115169555

Numero verde

800235333

Teatro Carignano, Piazza Carignano 6

Dal martedì al sabato dalle 13:00 alle 19:00

Domenica dalle 14:00 alle 19:00

Lunedi riposo

Orari straordinari in occasione delle Feste

Sabato 24 dicembre dalle 10:00 alle 17:00

Il 25 dicembre la biglietteria resterà chiusa

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