L’isola del libro: speciale Sue Miller

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Perché una puntata dedicata interamente a questa scrittrice americana? Perché questa brillante 79enne (nata a Chicago il 29 novembre 1943) è una delle più acclamate autrici, amata dai lettori e apprezzata dalla critica per l’abilità con cui riesce a sviscerare temi profondi, anche dolenti, in modo avvolgente e coinvolgente. Capace di grande profondità emotiva che ammanta con uno stile di scrittura quasi cinematografico, particolarmente accattivante, Ha iniziato a scrivere e pubblicare tardi, il suo primo romanzo è del 1986, “La buona madre” dal quale è stato tratto il film “Diritto d’amare” con Diane Keaton e Liam Neeson. Da allora la scrittura è la sua vita e ha regalato ai suoi lettori molti romanzi, alcuni dei quali hanno ispirato altri film di successo.

 

“Monogamia” -Fazi Editore- euro 18,50
E’ il romanzo più recente: psicologico, introspettivo, profondo e narra di una coppia che vive a Cambridge, in Massachusetts, felicemente sposta da quasi 30 anni. Poi con la morte del marito si scoperchia non solo un pozzo di dolore, ma anche qualcosa che mina alle fondamenta tutte le certezze su cui era basato il matrimonio e la vita insieme.
Protagonista è Anne, alle spalle ha un precoce e fallimentare primo matrimonio dopo il college con l’odioso e snob Alan. Ora è giunta al traguardo della mezza età e si ritiene realizzata con il secondo marito, Graham; proprietario di una libreria che è punto di riferimento per tutta Cambridge, dove invita e presenta scrittori ed organizza feste memorabili.
Graham è esuberante, imponente, vulcanico, buongustaio dei piaceri della vita –Bacco, tabacco e Venere- e soprattutto ha sempre incoraggiato Anne a seguire le sue passioni, prima fra tutte la fotografia.
Quando si erano conosciuti -lei minuta, timida e riservata- non era stato subito amore. Poi la traboccante gioia di vivere di quell’omone barbuto e carico di entusiasmo l’aveva investita e avvolta in un matrimonio tutto sommato riuscito. Anche Graham ha alle spalle un precedente matrimonio, con Frieda che l’aveva lasciato dopo aver scoperto che la tradiva (ma continua a rimpiangerlo), e un figlio, Lucas, ormai adulto che vive a New York.
Anne e Graham hanno messo al mondo Sarah, anche lei ormai una donna con la sua carriera a San Francisco.

Tutto cambia e precipita quando una brutta mattina Anne si sveglia accanto a Graham e se lo ritrova morto nel sonno. Pagine memorabili si aprono sul dolore di un lutto così improvviso e inaspettato che stravolge completamente il mondo di Anne.
Poi, a poco a poco, verrà a galla una realtà spiacevole per Anne che scopre di aver vissuto per anni accanto a un uomo brillante, ma dotato di un doppio fondo che lei non aveva minimamente intuito.

La Miller è magistrale nell’affondare la penna nello smarrimento e nel disinganno di Anne; e lo fa intercalando sapienti e ben dosati flashback che aiutano a ricostruire il passato e a vederlo con occhi totalmente diversi.
Affascinante anche la carrellata dei comprimari, a partire dall’ex moglie di Graham, Frieda, un’insegnate che non ha mai smesso di amarlo e col tempo è diventata amica di Anne. Una complessità di vite, sentimenti e disillusioni.
La figlia Sarah che negli anni dell’adolescenza aveva dato qualche preoccupazione ai genitori, poi ha trovato la sua strada. Infine Lucas, figlio di primo letto di Graham che lavora come editor nella Grande Mela. Entrambi i figli adoravano il padre ed erano legati anche tra di loro.
Sullo sfondo aleggiano concetti complessi come libertà sessuale, fedeltà, fiducia, relazioni personali, dolore della perdita e, sotteso a ogni riga di questo bellissimo romanzo, c’è l’amore per i libri.

 

“La buona madre”

Anche in questo romanzo (del 1986) al centro della vicenda c’è una donna, Anna Dunlop, insegnante di pianoforte che sta divorziando dal marito Brian. Il loro matrimonio era in crisi da tempo, ad accelerare la separazione era stata la relazione di lui con Brenda (e il progetto di risposarsi con lei) e la decisione di trasferirsi per lavoro a Washington dove Anna non ha nessuna intenzione di seguirlo. La fine della loro unione era nell’aria da tempo e avviene quasi senza scossoni, perché entrambi sono impazienti di definire gli accordi e andare ognuno per la sua strada.

Anna ottiene la custodia della figlia Molly, un assegno mensile per il mantenimento della piccola e, poiché Brian è quello economicamente più stabile, si sarebbe addossato le spese principali per la sua crescita e la sua educazione.
Per la prima volta, invece, Molly dovrà mantenersi da sola, e su questo lei ha particolarmente insistito vedendolo come il primo passo necessario per ricostruirsi una vita indipendente.

Al centro della sua vita c’è la piccola di 4 anni alle prese con la lacerazione del suo mondo in due. Poi la strada di Anne interseca quella di Leo, affascinante artista dalla vita sregolata e sopra le righe.
Ed ecco profilarsi all’orizzonte la difficoltà di poter scegliere di vivere la passione da donna finalmente libera, e conciliare il nuovo sentimento con la responsabilità di una figlia piccola e una serie di complicazioni.
A scompigliare ulteriormente la vita di Anne si affacciano la sua famiglia di origine, fortemente patriarcale e tradizionalista, e l’ex marito che le metterà i bastoni tra le ruote convinto che la nuova relazione della donna metta a rischio la serenità di Molly.

 

“Un mondo nascosto”

Catherine Hubbard sta affrontando la deriva del suo secondo divorzio e per farlo si rintana nella vecchia casa dei nonni nel Vermont, dove aveva trascorso lunghi periodi dell’infanzia. La prima volta era stata quando aveva 7 anni e con il fratello poco più grande erano stati accolti da nonna Georgia e nonno John per proteggerli dal dolore per la malattia terminale della loro madre.

Ora Catherine si ritrova alle prese con un altro fallimento e nell’antica dimora, in piena solitudine, conta di ripensare anche ai suoi rapporti con i figli ormai lontani e presi dalle loro vite di adulti.
Girovagando nelle stanze e nella soffitta scopre vecchi bauli pieni di stoffe, raffinati corredi ingialliti dal tempo e soprattutto riporta alla luce i diari della nonna.

Inizia così la magia della ricostruzione di una vita. Quella della nonna Georgia che, quando era giovanissima nel 1919, aveva assistito la madre in fin di vita; poi si era ammalata a sua volta e la diagnosi del medico di famiglia, John Holbrooke, era stata Tbc, che all’epoca aveva epilogo spesso mortale. Il dottore l’aveva fatta ricoverare in un sanatorio dove avrebbe potuto essere curata e soprattutto avrebbe potuto riposare lontana dall’atmosfera faticosa e luttuosa della famiglia.

Georgia si era vista costretta al ricovero e non era per niente contenta, anche perché alla morte della madre si era sentita come abbandonata e metabolizzava il dolore del lutto prendendosi cura del padre, dei fratelli e della casa. E’ tra le mura del sanatorio che a poco a poco si adegua ai ritmi imposti dalle cure ed è lì che vive il suo primo grande amore. E’ l’emaciato Seward molto più malato di lei, eppure tenacemente attaccato alla speranza della guarigione in Colorado che sembra la terra promessa per i tubercolotici.

Catherine scopre così il passato che la nonna non le aveva mai raccontato e fa luce anche sui sottesi rapporti tra Georgia e il nonno, ovvero il dottor Holbroke che aveva finito per sposare una volta uscita dal sanatorio; lui all’epoca aveva 39 anni e lei appena 19.
Sue Miller ci regala una storia delicata, profonda e a tratti commovente, in cui Catherine immedesimandosi nel matrimonio solidissimo dei nonni, scopre anche gli anfratti più reconditi della sua anima.

 

“La moglie del senatore”

Sue Miller è eccezionale nel miscelare le vicende di due coppie diversissime tra loro – per età, classe sociale, esperienze passate e in divenire- eppure legate da una vicinanza abitativa, a Williston, che si trasforma in qualcosa di più del semplice rapporto tra vicini di casa.

I giovani novelli sposi Meri e Nathan si sono appena trasferiti nella villa bifamiliare e i loro muri confinano con quelli di una famiglia famosa, quella del senatore di lungo corso Tom Naughton e la moglie Delia.
Sono due coppie ai poli opposti della vita. Nathan è un brillante professore universitario agli inizi della carriera, Meri ha 36 anni e si occupa della parte culturale di un programma in radio.
Tom Naughton è stato un famoso leone del partito democratico ed ha trascorso la sua vita per lo più al centro del potere politico a Washington, mentre la moglie Delia ha scelto di ritirarsi a vita privata nella tranquilla cittadina lontana dai riflettori.

In un certo senso è un romanzo che si bilancia tra la gioventù e la vecchiaia, che hanno orizzonti parecchio differenti.
Delia accoglie i vicini con classe e in modo amichevole e questo apre le porte alla sua amicizia soprattutto con Meri che attraverso le pareti divisorie può sentire quanto accade ai vicini.

Sono rosee le aspettative di Nathan che si è appena trasferito perché ha ottenuto una cattedra a Willigton; mentre la moglie rimane incinta e si trova ad affrontare i cambiamenti del suo corpo e dell’intera esistenza.
D’altro canto invece l’elegante Delia ha superato la settantina, ha tre figli adulti avviati per le loro strade e un marito che l’ha sempre tradita, eppure lei è rimasta al suo fianco con una tenacia e un amore sconfinati. Attraverso flash back sapientemente orchestrati scopriamo, a poco a poco, i dettagli, gli alti e bassi, le dinamiche del suo complesso matrimonio, fino agli sviluppi finali.

Un romanzo che sa raccontare le meravigliose e spesso perigliose alchimie di una coppia e lo fa mettendo in campo la sensibilità di questa scrittrice sempre attenta alle dinamiche affettive che danno senso alla vita.

 

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