IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Nino Boeti, noto medico ortopedico con l’amore per l’impegno civile (e’ stato per dieci anni sindaco di Rivoli e presidente del Consiglio Regionale del Piemonte) e’ stato eletto nuovo presidente dell’ Anpi, una scelta molto azzeccata nei tempi difficili che viviamo.
Boeti è stato anche presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione dove ha portato equilibro e serenità, promuovendo grandi iniziative culturali volte a rappresentare una Resistenza plurale. Recentemente in un suo comunicato ha ribadito che l’Anpi di Torino non è affatto equidistante tra Putin e gli Ucraini, tra l’oppressore e gli oppressi. Schierarsi per la pace non significa indifferenza, ma significa comprendere che da Hiroshima in poi ogni guerra può degenerare in conflitto nuclear , il che significherebbe la fine dell’ umanità. Ma questo non ci significa crogiolarsi in un pacifismo inutile e velleitario che i Partigiani, imbracciando le armi contro fascisti e tedeschi, rifiutarono. Boeti, cuore generosamente meridionale, ormai pienamente piemontese in quanto c’ è di nobile in terra subalpina, come medico e’ profondamente umano verso chi soffre e come uomo è coerentemente dalla parte della giustizia e della libertà. Ricordo che come sindaco di Rivoli volle intitolare alla Principessa Mafalda di Savoia morta prigioniera dei tedeschi a Buchewald la piazza antistante al Castello di Rivoli. Piccoli e grandi gesti che rivelano le qualità dell’uomo che vanno oltre gli schieramenti ,anche se Boeti è sempre stato anche un militante entusiasta e disciplinato, rispettando però rigorosamente le cariche istituzionali che ha ricoperto.
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Il dott. Boeti mi sembra l’uomo giusto per il suo equilibrio, la sua intelligenza e l’esperienza politica per guidare l’Anpi torinese (un’associazione in cui i partigiani autentici ormai latitano per ragioni anagrafiche). Auguri, dottore!
Condivido le espressioni di Pier Franco Quaglieni sul neo Presidente dell’ANPI torinese, il dottor Nino Boeti, e mi congratulo con questa storica Sezione dell’Anpi per la coraggiosa scelta. L’indimenticabile Nicola Grosa, fra le più limpide figure della Resistenza torinese, fino all’ultimo dei suoi giorni terreni si rammaricò della insanabile frattura del 1948 con le altre componenti dell’Anpi, verificatasi a fronte di posizioni inaccettabili della componente socialista e comunista nei confronti dell’U.R.S.S. Ritengo che l’amico Nino Boeti abbia il carisma personale per raccogliere il testimone di quella posizione di Grosa ed avviare un processo di sereno confronto dialettico che deve affrontare anche le verità storiche scomode e le pagine oscure di un movimento che ha comunque il merito oggettivo di aver riaffermato, con il sangue versato, che la libertà responsabile è un valore inalienabile in qualsiasi contesto socio-politico, per cui si può anche morire, come si sta verificando, questa volta in Ucraina, al confine dell’Unione Europea
Marco Castagneri (Centro Studi Giorgio Catti e Associazione Nazionale Partigiani Cristiani).