Le notti degli zampognari

A cura di: https://crpiemonte.medium.com/

Con le loro Novene annunciavano la gioia del Natale

di Mario Bocchio
Se chiedete ad un inglese di una certa età, vi darà conferma che un tempo era usanza, nella notte di Natale, ascoltare musicisti che con la cornamusa suonavano nelle strade. Erano i cosiddetti Christmas waits.
Chi studia queste tradizioni, sostiene che si potrebbero considerare come una sorta di bande musicali. Ma ancora prima, la storia d’Oltremanica ha visto i suonatori di cornamusa in cima alle torri delle città e suonare per scandire il tempo.
Nella società mediterranea la zampogna era lo strumento musicale fabbricato soprattutto dai pastori dell’Italia centro-meridionale, custodi di una tradizione diffusa già ai tempi dei Romani, che a sua volta potrebbero averla ereditata dai Greci.
Erano soprattutto le legioni di Roma a marciare e ad ingaggiare battaglia al suono delle zampogne.

 

In epoca medioevale la presenza di questo strumento è testimoniata su libri, pitture, affreschi e bassorilievi. Chi ha sentito parlare di William Millin? È stato un militare scozzese, conosciuto anche come Piper Bill. Partecipò allo Sbarco in Normandia. La cornamusa era autorizzata dall’esercito britannico solo nelle retrovie. Lord Lovat, comandante della 1st Special Service Brigade, ignorò queste disposizioni e fece suonare a Millin The Road to the IslesHighland Laddie e Blue bonnets over the border, mentre i suoi compagni cadevano su Sword Beach.

 

Per la prima volta lo zampognaro venne ammesso nella sacra rappresentazione del Presepe vivente da San Francesco, il poverello di Assisi, all’incirca nella seconda decade del milleduecento, mentre nel 1720 alcuni missionari torinesi composero per il Convitto Ecclesiastico la Novena di Natale. Oltre ai testi anche la musica, così la Novena si diffuse in tutta Italia con presepi viventi e musiche di zampognari.

 

Le zone in cui è ben radicata la tradizione degli zampognari sono l’Abruzzo, il Molise e la Ciociaria. È da lì che, fedeli ad una tradizione tramandata di padre in figlio, gli zampognari salivano anche sino in Piemonte, spostandosi di paese in paese in una sorta di concerto itinerante. La gente quasi sempre offriva loro oboli in denaro ma anche cibo e vino.

 

La ricotta è sempre stata considerata cibo di re e di pastori, il suo nome deriva dal latino recocta, cotta due volte, poiché il siero del latte viene cotto due volte durante la lavorazione. La ricotta fresca, secondo la tradizione, arrivava in città il 25 novembre, giorno della festa di S. Caterina, sulle note di una pastorale. La portavano, dentro canestri di vimini, gli zampognari, scesi dai pascoli. Nei giorni che precedevano il Natale, gli zampognari al suono forte dei loro strumenti antichi – la zampogna e la ciaramella – nei loro abiti che parevano usciti da un presepio, con gli immancabili tabarri e le pelli di pecora, annunciavano a tutti che il Natale era finalmente alle porte.
La zampogna veniva suonata dal pastore più anziano. Risale al millesettecento la melodia napoletana “Quanno Nascette Ninno” scritta da Sant’Alfonso Maria de Liguori, antesignana del famosissimo “Tu scendi dalle stelle” .
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