Il basket visto da vicino.
È provocatorio il mio titolo ma anche perché “provocato” da una conduzione pessima della partita da parte del coach presente in panca… . In anni precedenti segnalavo che Torino è una piazza importante e il comportamento da provinciale, come si dice in gergo e senza offesa per le province… , non è adeguato. Torino gioca sempre al livello di chi si trova davanti, che sia alta classifica che sia bassa, vedasi sconfitta di misura con Cantù e vittoria di altrettanta misura contro Biella, prima e ultima in classifica rispettivamente. Ora, la seconda sconfitta consecutiva mette in luce quanto da me più volte rammentato, e cioè che il sistema di gioco offensivo di Torino è affidato sempre ad iniziative dei singoli, mentre la tattica difensiva si concentra nel detto “speriamo che sbaglino”.
Alcuni se la prendono con gli stranieri di Torino, ma, sinceramente, chi li ha acquistati dovrebbe dolersene e non lamentarsi. Trey Davies continua a giocare con la paura di fare qualcosa di sbagliato agli occhi del coach e, giocando teso, sbaglia più di quanto farebbe se potesse giocare a briglie sciolte. Chiunque abbia giocato sa che quando hai paura di sbagliare, nel basket, sbaglierai… ed infatti quando prende iniziative individuali si rivela sicuramente meglio di quanto si pensi. Davon Scott gioca a tre centimetri da canestro ma la sua parte di pivot di A2 la svolge. Discorso a parte per Alibegovic e Toscano, che a differenza di “altri” possono sbagliare a ripetizione senza mai rischiare la benevolenza tecnica… . E oggi hanno fatto di tutto almeno dal secondo quarto in avanti ma non cose belle. Aristide Landi, che ricorda la controfigura del miglior Amoroso della storia torinese del basket, prova a dare il suo contributo ma non basta. Pagani si sta involvendo in sé stesso ed il playmaker che Torino schiera come riserva, reduce dall’aver guidato la squadra retrocessa l’altr’anno, Ruben Zugno, non riesce nemmeno ad essere un cambio accettabile nemmeno in difesa. De Vico non sta adattandosi al ruolo di “star” in A2, mentre era molto abile come comprimario in A1, e forse deve cominciare a pensare di fare questo salto, o tornare in A1, dove talvolta è più facile eccellere quando non devi essere tu a tirare la carretta.
Non neghiamolo, la Reale Mutua Basket Torino è sopra le sue possibilità in classifica, ma è un campionato mediocre in cui tutti possono vincere è perdere con tutti… quindi la speranza non è morta, ma fare qualcosa per salire di tono è obbligatorio.
Paolo Michieletto