Nella pagina dedicata agli sport locali apriamo una piccola finestra sul calcio mondiale, sui Mondiali di calcio che nel 2022 si giocheranno nel Qatar.
Una finestra piccola ma scandalosa e terribilmente tragica. Sembra impossibile ma per organizzare un torneo mondiale di calcio quasi 7000 lavoratori sono già morti. Sono così tanti, e forse i numeri veri sono ancora più alti, i lavoratori migranti provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka deceduti nel piccolo e ricchissimo Qatar dall’assegnazione nel dicembre 2010 dei Mondiali di calcio 2022.
I dati emergono da un’inchiesta del Guardian che getta inquietanti ombre sul Paese arabo dell’emiro qatarino Hamad al Thani già al centro in passato di polemiche per incidenti sul lavoro, situazioni di vera e propria schiavitù in cui vengono tenuti i lavoratori e di mancato pagamento degli stipendi. Da parecchi mesi gli operai non ricevono compensi in un clima di brutale sfruttamento. Le statistiche potrebbero essere ben superiori perché non sono stati ancora conteggiati i decessi degli ultimi mesi dello scorso anno. Molti lavoratori, in gran parte giovani, si sono suicidati, altri sono morti nei dormitori collassati per troppo lavoro, altri ancora si sono schiantati a terra volando dai ponteggi di cantieri e infrastrutture allestite per preparare la rassegna iridata prevista per il prossimo anno. La pandemia da Covid ha aggravato ulteriormente la situazione. Il mondo del pallone continuerà a far finta di niente? I mondiali di calcio si giocheranno d’inverno nel Qatar sul Golfo Persico dove sarebbe impossibile giocare d’estate con temperature molto elevate. Mai nella sua storia un Mondiale di calcio si è disputato nei mesi invernali e di conseguenza tutti i campionati di calcio saranno sospesi già nel mese di ottobre, in Europa, in Asia e nell’America del sud.
Filippo Re
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