Partiti politici: il niente di oggi e il qualcosa di ieri

Fine anni 70, studente universitario a Palazzo Nuovo. Iscritto a lettere, indirizzo storico. Vagavo tra le diverse facoltà, componendo un piano di studi fai da te. Allora si poteva fare. Gian Mario Bravo,  figlio dell’ortodossia comunista insegnava Storia delle Dottrine politiche.

Passare sotto le sue forche caudine non era cosa da poco. La fortuna ci assistette e ci commissionò una ricerca: leggi politiche che sovraintendono il rapporto di forza tra Roma e Torino nella Dc e nel PCI. Principalmente le diverse idee di vedute si concretizzavano nella scelta dei candidati alle elezioni. Sintesi: nel pci vinceva sempre Roma e nella Dc , viceversa, si imponeva sempre la periferia, che poi era Torino. Culture diverse. Centralismo democratico e disciplina nel PCI. Nella Dc importantissimo era il territorio. Come ad esempio le parrocchie. Memorabili le battaglie di Carlo Donat-Cattin che si sono concluse con il suo diventare Ministro. Addirittura fondatore e grande capo politico di Forze Nuove, corrente di sinistra.
Diego Novelli capolista alle comunali,  in caso di vittoria , papabile ad essere sindaco a Torino. Quando fu eletto,  sia per congratularsi,  sia per dire che Roma era d’accordo,  c’era Giancarlo Pajetta. Pajetta che veniva,  ininterrottamente dal 1948 , eletto a Torino. Sullo sfondo comunque una Torino che contava a livello nazionale,  sia come Città,  che come partiti. Tanta acqua è passata sotto i ponti. Molte cose sono cambiate.  Direi  quasi tutte. Qualcosa è cambiato nelle dinamiche a Sinistra. Livia Turco,  ad esempio,  sicuramente proposta da Massimo D’Alema,  ma non imposta. Anzi il Ds Piemonte fu molto contento. Livia Turco era di Torino e parlamentare di Collegno. Storicamente zona Rossa. Inoltre la corsa era in salita. Tutti i sondaggi la davano sotto. Infatti vinse per la seconda volta Enzo Ghigo. In quella tornata amministrativa venne eletto Pietro Mercenaro. Ex segretario regionale della Cgil divenne consigliere regionale capogruppo e segretario regionale Ds. Alla segreteria regionale sostituiva Luciano Marengo. Anche lui ex sindacalista e consigliere regionale nonché capogruppo. Si ritirava dalla vita politica andando a lavorare per  i privati nel settore delle autostrade. Grande amico (almeno lui si è sempre venduto in questo modo) di Massimo D’Alema. Due anni prima aveva tentato di sostituire Mercedes Bresso come candidatura alle Provinciali. Per sbararrare la strada alla Zarina  (al secondo mandato) riunione romana per la sua investitura. Tra i convocati Alberto Nigra segretario provinciale. Allora (si fa fatica nel crederlo,  oggi) i partiti contavano ancora. Non erano  sicuramente  i tempi del mitico e granitico PCI,  ma pds prima e Ds poi,  degnamente rappresentavano quel passato. Alberto Nigra  era per la riconferma di Mercedes Bresso,  che non ha mai avuto grandi sponsor all’interno dei partiti di sinistra. A Roma fece presente le sue perplessità,  poi tornato a Torino convocò gli organi direttivi e Mercedes Bresso vinse in Provincia al primo turno. Erano i tempi di quando le periferie operaie votano compatte a sinistra. Dopo 5 anni Pietro Marcenaro pronto a fare il candidato. Ma non aveva fatto i conti con l’oste che in questo caso era proprio Mercedes Bresso. Localmente la Zarina non aveva appoggi. Solo gli ex repubblicani come Franco Ferrara desideravano la sua candidatura.
Si arrivò alla segreteria regionale che doveva e voleva scegliere Piero Mercenaro. Tutti per lui,  tranne Maria Grazia Arnaldo che , viceversa proponeva La Bresso. La discussione si protrasse per alcune ore e poi l’Arnaldo ebbe il colpo di genio : perché non telefoniamo a Massimo D’Alema (allora segretario) per sapere cosa ne pensa? In viva voce D’Alema sentenzia con i sondaggi in mano: se presentate Mercenaro  perdete, se presentate Bresso vincete. Fate voi. Bresso vinse su Ghigo. Dettaglio: Marcenaro era molto legato a Vertroni che non è mai andato d accordo il leader Maximo. Altro dettaglio: tutti coloro che appoggiarono la Zarina della prima ora furono da lei, successivamente,  emarginati.  Ma si sa che in politica la riconoscenza è merce rara. Dopo 5 anni anni fu battuta dal modesto Cota leghista della prima ora. E oggi? Pd nel marasma più totale tra primarie on-line ed un partito inesistente. Ma un punto di rottura c’è. Il niente di oggi con il qualcosa di ieri.

Patrizio Tosetto

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