“Abbiamo discusso in Commissione Lavoro il mio question-time al Governo sul mancato rinnovo del contratto collettivo multiservizi, scaduto da sette anni e mezzo e, più in generale, sulle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici dei servizi in appalto di pulizia e sanificazione. Si tratta di lavoratori di serie B, perchè nonostante si espongano anche a rischi di contagio, a loro è negato uno stipendio dignitoso e si ritrovano con stipendi bloccati da sette anni che oscillano tra i 450 e i 750 euro mensili.
In alcuni casi, come per gli addetti alle pulizie presso il Tribunale di Vicenza, attendono ancora gli arretrati dalla ditta appaltante. Si tratta di lavoratori e lavoratrici che prestano la loro opera in ospedali, Rsa, uffici pubblici, scuole, tribunali, ma che si trovano ad operare in questi luoghi in condizioni estreme, privi di Dpi (Dispositivi di protezione individuale), con disinfettanti ed igienizzanti di bassa qualità e senza un’adeguata formazione specifica in materia di sanificazione. Dato che il loro è considerato un servizio essenziale, all’apice del paradosso non possono neppure interromperlo per far sentire il loro grido d’aiuto, anzi rischiano una denuncia per interruzione di pubblico servizio”. Così in una nota la deputata della Commissione Lavoro Jessica COSTANZO (M5S).
“Questi lavoratori – continua Costanzo – sono difficilmente inquadrabili in una sola categoria, perché lavorano per una moltitudine di imprese multiservizi e sono assunti da: grandi società per azioni, associazioni temporanee di impresa, cooperative. Gli appalti durano anche solo un anno e ad ogni cambio di appalto manca per loro la certezza della riassunzione. Certo, come mi è stato risposto, il Governo non ha competenza diretta nelle procedure di rinnovo dei contratti collettivi, ma ritengo che proprio il nodo dei mancati rinnovi sia centrale per tantissime categorie di lavoratori in condizioni economiche difficili. Ho riconosciuto al Governo – continua Costanzo – il grande sforzo compiuto in legge di bilancio per i lavoratori e le lavoratrici in part-time ciclico verticale; penso soprattutto alle lavoratrici delle mense scolastiche che, dal prossimo gennaio, si vedranno riconosciuti ai fini contributivi i mesi di sospensione estiva. Fino ad oggi, invece, non solo non ricevevano alcun stipendio durante la sospensione delle attività didattiche ma, ogni quattro anni ne perdevano uno per andare in pensione. Ora – conclude Costanzo – occorre compiere un altro passo, e cioè il riconoscimento agli stessi lavoratori di un’indennità per i mesi di giugno e luglio 2020, in cui le scuole e questi servizi erano chiusi per il lockdown. Non essendo titolari di altro rapporto di lavoro, hanno potuto fruire unicamente di un ammortizzatore sociale, Fis, d’importo irrisorio. Grazie alla presidente della commissione lavoro al Senato Susy Matrisciano abbiamo presentato un emendamento per il riconoscimento di un’indennità da 600 euro per entrambe le mensilità che speriamo fortemente venga preso in considerazione dal governo e dall’Inps per dare una boccata di ossigeno a migliaia di lavoratori e alle loro famiglie”.
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