In Piemonte, si stima che ogni anno siano all’incirca 1.500 i nuovi casi di tumori legati al lavoro, anche se tale correlazione spesso non viene individuata in via ufficiale
L’ordine dei medici ritiene che siano necessarie iniziative di formazione, un sistema di valutazione della storia lavorativa dei pazienti, maggiori risorse per medicina del lavoro e Spresal, oltre alla creazione di un registro nazionale dei tumori di origine professionale e l’avvio di una Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza sanitari regionali.
Si tratta soprattutto di tumori al polmone e alla vescica, con circa 600 nuove diagnosi connesse al lavoro, ma il cui riconoscimento e segnalazione varia rispettivamente fra il 5-10% e fra il 10-15%. I dati emergono dal Dossier sui tumori occupazionali a bassa frazione attribuibile a cura della Commissione Salute e Sicurezza Ambienti di lavoro e di vita dell’ordine dei medici di Torino. Gli studi rivelano che il 4-5% dei tumori maligni è da attribuire a fattori legati al lavoro, con precise differenze rilevanti a seconda dei casi. Il mesotelioma pleurico, ad esempio, è ampiamente riconosciuto come lavoro correlato, mentre per altre patologie il nesso con l’attività di lavoro è in genere sottostimato. Un lungo periodo di latenza fra esposizione al fattore di rischio e l’insorgere della malattia e la comunicazione agli organi di vigilanza e all’Inail rappresentano i problemi principali.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE