Era la vigilia di Natale e il lago sembrava trattenere il respiro. Le acque scure del Verbano riflettevano le luci tremolanti delle case addobbate, mentre una neve sottile cominciava a posarsi sui tetti di Baveno, sulle aiuole del lungolago, sulle barche ormeggiate e sui rami spogli dei giardini nei pressi della riva. L’alito gelato dell’inverno scendeva dal Mottarone e increspava leggermente la superficie lacustre e una nebbiolina avvolgeva le isole del golfo Borromeo.

Carla, insegnante in pensione, viveva da sola in una villetta affacciata sul vecchio molo. Da quando suo marito era mancato, il Natale era diventato un giorno silenzioso, fatto di ricordi e fotografie. Quella sera, però, qualcosa la spinse a uscire. Indossò il cappotto di lana blu che lui le aveva regalato anni prima e scese verso il pontile. Le onde leggere parevano brividi provocati come d’incanto dalla leggera brezza. E lì, proprio sulla panchina dove si sedevano ogni domenica, trovò una scatola avvolta in carta rossa, con un biglietto scritto a mano: “Per Carla. Il tempo non cancella ciò che è stato. Buon Natale”. Le si fermò il fiato e temette che lo stesso potesse accadere al cuore. Con le mani tremanti, aprì la scatola. Dentro c’era un piccolo carillon in legno, intagliato con la sagoma dell’ isola Superiore, quella dei pescatori. Quando lo attivò, partì la più celebre, dolce e familiare melodia di Natale: Stille Nacht, heilige Nacht – notte silenziosa, notte santa – conosciuta in italiano come Astro del ciel. Era la musica che il marito le suonava al pianoforte ogni vigilia. Carla si sedette, il volto rigato da lacrime calde, mentre la neve cadeva più fitta. Non c’era nome, né firma. Ma il dono parlava di lui, della loro storia, di un amore che il tempo custodiva ancora. Quella notte, per la prima volta dopo anni, Carla accese tutte le luci della casa. Mise il carillon sul caminetto, preparò il risotto al persico che lui adorava, e brindò al cielo, al lago, e a quel misterioso regalo che le aveva restituito uno dei ricordi più belli e il senso del Natale.
Marco Travaglini
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