Ravello (FdI): “Con la ‘stanza del buco’ la sinistra certifica la resa”

 “Torino diventa laboratorio della droga istituzionale”

 

“Quello che temevamo è accaduto: nonostante gli allarmi, le denunce, i numeri drammatici sul consumo di stupefacenti, la Circoscrizione 7 ha dato via libera alla famigerata stanza del buco. Altro che contrasto alla droga: qui siamo alla sua istituzionalizzazione, con il timbro ufficiale della politica e della sinistra. Mentre i quartieri chiedono sicurezza, legalità e presìdi delle Forze dell’Ordine, la maggioranza risponde offrendo un luogo protetto dove bucarsi in tranquillità. È una resa ufficiale, politica e morale.” Così Roberto Ravello, vice capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale del Piemonte.

“Colpisce – e indigna – che a guidare questa operazione sia proprio chi dovrebbe difendere il territorio. Il presidente di Circoscrizione Luca Deri arriva addirittura a raccontare che così si ‘riduce il danno’ e si ‘agganciano’ le persone verso la disintossicazione. La realtà – continua Ravello – è l’esatto opposto: si manda un messaggio devastante, soprattutto ai più giovani, normalizzando l’idea che la droga sia un elemento con cui convivere, da gestire in spazi dedicati anziché da combattere con ogni mezzo. La chiamano stanza del consumo consapevole, ma l’unica consapevolezza è quella della sconfitta: si rinuncia alla prevenzione, si umilia il lavoro delle Forze dell’Ordine, si insultano le famiglie che ogni giorno lottano contro il dramma della tossicodipendenza.”

“Torino è già tra le prime città d’Italia per uso di stupefacenti, le piazze di spaccio sono sotto gli occhi di tutti, interi quartieri sono ostaggio della droga e cosa fa la sinistra? Decide di offrire un tetto ‘legale’ al consumo. Altro che politiche ‘insufficienti’, come dice Deri: qui siamo alle politiche sbagliate, pericolose, complici di un sistema che trasforma una piaga sociale in un servizio quasi para-sanitario. Fratelli d’Italia – conclude Ravello – non si rassegnerà mai a questa deriva. La droga non è un diritto da esercitare in un salottino protetto, è un dramma da estirpare. Chi oggi brinda per l’approvazione di questa mozione si assume la responsabilità di un segnale gravissimo: dire ai nostri giovani che le Istituzioni, invece di tirarti fuori dall’inferno, ti accompagna fino alla siringa. L’apoteosi della follia”.

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