«Lunedì 17 novembre un giovane detenuto è evaso dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino. Non è un caso isolato. Come non sono un caso isolato le legittime denunce dei sindacati che sottolineano la grave carenza di organico degli istituti minorili. Lo stesso sindacato Osapp ha richiesto le dimissioni del capo del Dipartimento della Giustizia Minorile, sollecitando un intervento del sottosegretario» affermano le Consigliere regionali del PD Simona Paonessa e Gianna Pentenero, ed il responsabile Legalità dei Giovani Democratici Piemonte Filippo Gambini.
Che continuano «le denunce dei sindacati testimoniano come il Ferrante Aporti opererebbe con almeno venti agenti in meno. Una carenza di personale che si ripercuote in modo pesante sul personale impiegato in un lavoro già di per sé molto complesso e a cui va la massima solidarietà. Su questo delicato tema, ci torna in mente la scelta del Governo di impiegare donne e uomini delle proprie Forze dell’Ordine nei centri migranti in Albania, peraltro togliendo risorse a scuola, sanità e politiche attive del lavoro, lasciando sprovvisti di personale e in difficoltà praticamente la totalità di strutture sul territorio nazionale. Va inoltre sottolineato come il sovraffollamento delle strutture carcerarie sia un problema serio da risolvere, non nascondendo la testa sotto la sabbia e dimenticandocene appena i fatti di cronaca spariscono dai giornali».
«Quando il personale educativo e di sorveglianza è sotto pressione, la qualità delle relazioni con i minori detenuti rischia di deteriorarsi – concludono Paonessa, Pentenero e Gambini – e con essa la funzione rieducativa degli istituti che è fondamentale. Come è fondamentale costruire ponti con la comunità, associazioni, Enti locali, per sviluppare percorsi formativi, come quelli di formazione professionale o laboratori creativi. Se un giovane esce da un carcere senza aver avuto veri strumenti per cambiare, la probabilità che commetta di nuovo reati è alta. Investire nella rieducazione significa proprio dare a ragazze e ragazzi un’alternativa, un futuro diverso, una possibilità concreta di reinserimento nella società».
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