“Intracore”, ideata da Ghëddo, presenta diciotto artisti italiani emergenti

Aprirà il 22 ottobre prossimo, dalle 18 alle 22, presso la Cripta di San Michele, in piazza Cavour 12, a Torino, la mostra “Intracore”, promossa e curata dall’Associazione Ghëddo

Nella Cripta di San Michele, di piazza Cavour 12, a Torino, si inaugura giovedì 23 ottobre, alle ore 18, la mostra “Intracore”, ideata da Ghëddo, che presenta le opere di diciotto artisti italiani emergenti. La mostra è la prima tappa del programma annuale ideato da Ghëddo, che ogni anno porta artisti da tutta Italia a Torino con mostre negli spazi indipendenti, quali gallerie, musei e fondazioni della città.
La quarta edizione del programma TOBE è sostenuto da Fondazione Compagnia di Sanpaolo e Fondazione Venesio, patrocinato dalla Città di Torino e dall’Accademia Albertina. La mostra unisce i lavori di Anouk Chambaz, Francesco Bendini, Benedetta Ferrari, Giulia Gaffo, Alessandra La Marca, Luce Lee, Sara Lepore, Giacomo Mallardo, Ginevra Mazzoni, Matteo Melotto, Filippo Minoglio, Eleonora Maria Navone, Giulia Querin, Nicola Ranzato, Snem Snem, Miho Tanaka, Pietro Vedovato e Federico Zeltman.

Intracore nasce dall’unione tra “intra”(nel mezzo) e “core” (cuore). Al centro di questa edizione vi è il processo creativo inteso come nucleo complesso e ambivalente, dove convivono slancio e stallo, fiducia e dubbio, vulnerabilità e resistenza. Si tratta di un’indagine sul cuore vivo dell’arte emergente italiana che non teme l’inquietudine, ma l’assume come forma salvifica; l’ansia, l’angoscia e la rabbia, considerati sentimenti marginali e privi di slancio, vengono proposte come energie trasformative, capaci di aprire varchi verso nuove visioni e significati divergenti. Le opere site specific concepite per questa occasione dialogano con l’architettura, la storia e le simbologie della Cripta di San Michele Arcangelo a Torino, lo spazio circolare ipogeo situato nel cuore della città. La Cripta, ubicata nei sotterranei della chiesa, è stata costruita verso la fine del Settecento come edificio cattolico, oggi sede di culto bizantino. Questo luogo custodisce al proprio interno una stratificazione di storie e simbologie: la sua natura sotterranea e la forma circolare ne fanno una soglia ambivalente tra discesa e ascesa, tra dimensione sacra e terrena, tra linearità dell’esistenza e le temporalità circolari.

La mostra è frutto di una attività di ricognizione e mappatura delle pratiche artistiche emergenti avvenuta nei mesi di giugno e luglio 2025, e inaugura la quarta edizione del programma TOBE. Si tratta di un percorso promosso e curato da Ghëddo, volto a stimolare l’incontro e lo scambio tra artisti emergenti e professionisti del settore, che prevede diverse occasioni di confronto, review e studio visit realizzati insieme all’artista. I risultati di questo processo confluiranno in una serie di mostre tra gennaio e giugno 2026, ideate in dialogo con I partner del progetto. Il focus tematico delle edizioni di quest’anno è dedicato all’intreccio tra estrattivismo, razializzazione, sfruttamento umano e naturale che colpiscono l’equilibrio ecologico e sociale nel suo insieme. Questo tema è un invito a riconoscere i confini non come barriere, ma come membrane permeabili, zone dove coesistere è un atto politico e poetico.

Mara Martellotta

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