Le aspettative nascono dalle nostre convinzioni personali a proposito di eventi e/o comportamenti che possono verificarsi o meno. Sono ipotesi, spesso certezze illusorie, che nascono da una complessa combinazione delle nostre esperienze, desideri e conoscenze dell’ambiente o delle persone che ci circondano.
Ci aspettiamo, ad esempio, che ad agosto faccia caldo e ci sia tempo sereno, che le persone che amiamo ricambino il nostro sentimento, che se svolgiamo un lavoro veniamo regolarmente e correttamente remunerati, che se apriamo il rubinetto in casa sgorghi acqua potabile, che se ci mettiamo in auto per raggiungere una destinazione non ci siano intoppi nel nostro viaggio, e via di questo passo.
Il vero problema delle aspettative sta nell’attesa che accada qualcosa senza che abbiamo davvero buoni motivi per essere certi che ciò avvenga. Se siamo convinti che sia sufficiente nutrire determinati desideri perché questi si realizzino, stiamo alimentando un’illusione, e inevitabilmente gettiamo le basi per la delusione.
Se ci pensiamo bene, la nostra felicità o infelicità non dipende da quel che ci accade, ma dal rapporto tra ciò che accade rispetto a ciò che ci aspettavamo che accadesse. Se, ad esempio, la nostra squadra di calcio del cuore gioca nello stadio della più forte squadra del mondo e pareggia 0-0, giocatori, tifosi e dirigenti torneranno a casa molto felici per l’esito della partita.
Se il medesimo risultato di 0-0 viene ottenuto contro una mediocre squadra del campionato italiano, l’umore delle stesse persone sarà invece decisamente nero. Chi non capisce molto di calcio si stupirebbe nel notare due reazioni opposte di fronte ad un risultato numericamente uguale. Allora che cosa ha determinato quella differenza di umore dopo due partite finite entrambe 0-0?
L’aspettativa! Perché nel primo caso si temeva una sonora sconfitta, mentre nel secondo ci si attendeva una larga vittoria della nostra squadra. Può sembrare banale, ma noi “funzioniamo” così in ogni circostanza della vita. Sono quindi le aspettative a determinare il nostro umore, il nostro grado di felicità, la nostra soddisfazione o insoddisfazione.
(Fine della prima parte dell’argomento).
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Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.