Per anni, la sinistra italiana ha campato di rendita, alimentando l’illusione di essere moralmente superiore, culturalmente più raffinata, e sempre dalla parte giusta della storia. Eppure, ogni volta che è chiamata a governare, lascia dietro di sé macerie: promesse disattese, riforme mai realizzate, e una retorica stanca buona solo per le interviste e i convegni. Si riempiono la bocca di parole come “inclusione”, “giustizia sociale”, “diritti”, ma poi nei fatti difendono solo le élite urbane, le burocrazie intoccabili e un sistema mediatico compiacente. Parlano di lavoratori, ma ignorano gli operai. Parlano di GIOVANI ma si appoggiano a dirigenti ancorati agli anni ’90. Parlano di ambiente, ma fanno compromessi con le grandi lobby energetiche. E ogni volta che falliscono — perché falliscono, sistematicamente — la colpa è degli altri: della destra, del populismo, dei social network, della disinformazione. Mai una vera autocritica, mai l’ammissione che forse, solo forse, anche a sinistra qualcuno ha vissuto troppo di privilegi, di slogan e di rendite di posizione. Il Paese reale chiede concretezza, sicurezza, sviluppo. Ma la sinistra, chiusa nelle ZTL del pensiero, risponde con slogan scollegati dalla vita quotidiana. Non è progresso questo: è narcisismo politico. E l’Italia non se lo può più permettere.
Recenti:
Ho voluto seguire dal fondo della sala ieri sera il dibattito organizzato dal mio amico Mimmo
14 novembre 2025 – In occasione del presidio promosso dalle rappresentanze sindacali di Italdesign davanti ai
“Gli attacchi, anche personali, alla Premier Giorgia Meloni raccontano la pochezza della narrazione delle iniziative in
Si temeva che già oggi il Consiglio di Sorveglianza di Audi-Volkswagen deliberasse la vendita. 14.11.2025
“Ansia, tentati suicidi e disturbi alimentari in forte aumento tra i giovani torinesi, con il 33%

