Tuffo nella Torino degli anni Ottanta: “I ragazzi sognano in Technicolor” di Erika Anna Savio

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TORINO TRA LE RIGHE

Per questa nuova tappa di Torino tra le righe vi porto indietro nel tempo, nella Torino degli anni Ottanta, attraverso le pagine di un romanzo intenso e coinvolgente: I ragazzi sognano in Technicolor, esordio narrativo di Erika Anna Savio.
Nata a Torino nel 1976, l’autrice è cresciuta a Mirafiori Sud, all’ombra delle ciminiere della Fiat. Giornalista dal 2013, laureata in Lettere Moderne, ha raccontato la vita delle periferie torinesi nei suoi libri di indagine sociale Mirafiori Sud, vita e storie oltre la fabbrica e Mirafiori Nord, la fabbrica del cambiamento (Graphot Editore, 2014 e 2017), scritti insieme all’urbanista Federico Guiati. Oggi insegna Lettere alle scuole medie, portando con sé una sensibilità rara che ritroviamo tutta in questo romanzo.
Siamo alla fine degli anni ’80. Lisa è una ragazza timida, nel pieno dell’adolescenza. Vive con la famiglia in un paese di mare, finché la separazione dei genitori cambia ogni cosa: dalla luce, al buio. Lisa, la madre e il fratellino si trasferiscono in una periferia torinese degradata e triste, dove la madre deve lavorare e Lisa si ritrova a prendersi cura del fratello, caricandosi sulle spalle responsabilità troppo pesanti per la sua età. Ma il peggio arriva con l’arrivo del nuovo compagno della madre: un uomo violento che renderà il quotidiano ancora più buio.
E allora Lisa cerca di adattarsi, prova a ritagliarsi nuovi spazi, a costruire nuove relazioni. Tra queste c’è Alex, un ragazzo dalla brutta fama, ma che – come lei – ha un disperato bisogno di essere salvato.
Con grande intensità, l’autrice ci accompagna tra i cortili e le strade della Torino anni Ottanta, restituendoci l’adolescenza in tutte le sue sfumature: le incomprensioni, la rabbia, la solitudine. Lisa e Alex sono due anime in cerca di un legame, di qualcuno che veda oltre le maschere, che dia loro ascolto e fiducia. Perché, spesso, i primi a non capire sono proprio gli adulti.
È una storia che invita a riflettere sui bisogni emotivi dei ragazzi, sul ruolo educativo degli adulti e su quei sogni che, nonostante tutto, devono continuare a brillare.
Attorno ai protagonisti ruota una galassia di personaggi con storie forti e personalità sfaccettate:
Nunzia, figlia di immigrati, una delle più care amiche di Lisa. Concreta e determinata, se la cava sempre da sola, senza illusioni.
Luca, il primo amore di Lisa, confuso e ribelle, incapace di trovare un centro.
Nikola e Sonia, figure borderline come lui.
Ivan e Paolo, gli “amici metallari”, che nella musica trovano un’identità.
E poi Karen, apparentemente diversa per provenienza e possibilità, ma desiderosa di essere accettata dal gruppo, nonostante una famiglia che tenta di tenerla lontana da “quei ragazzi”.
Tutti abitano il quartiere “Le Serre”, un luogo che è molto più di un’ambientazione: è un microcosmo umano, pieno di contraddizioni e sogni, di lotte silenziose e piccole vittorie. Ogni personaggio sogna – a modo suo – l’adulto che vorrà essere.
E poi, ci sono Lisa e Alex.
Lisa è stata sradicata da ciò che conosceva, Alex è cresciuto nel caos di una famiglia disfunzionale. È un ragazzino sfrontato, forse ingestibile, ma impossibile da odiare. Perché sotto ogni sua azione c’è solo una richiesta di attenzione, di amore, di senso.
E gli adulti?
Gli adulti, in questa storia, non fanno una gran figura. Sono spesso egoisti, distratti, incapaci di assumersi responsabilità. Non solo quelli apertamente “cattivi”, ma anche quelli che mettono se stessi al centro, che non ascoltano, che non vedono. Assenti o semplicemente ciechi.
Eppure, tra le ombre, c’è una luce. Una speranza.
Sono i sogni, l’appiglio a cui si aggrappano i ragazzi. Se ci credi davvero, anche i sogni possono sembrare reali, in technicolor. Così vividi da sembrare veri. È questa la magia che Erika Anna Savio riesce a restituire: l’energia instancabile dei ragazzi, la loro capacità di trasformare l’ordinario in straordinario. L’amore, l’amicizia, la musica, le risate. Tutto è vissuto intensamente, come se fosse la prima – e unica – volta.
Perché i ragazzi vogliono vivere, vogliono immaginare un futuro migliore, anche quando nessuno glielo promette.
E noi adulti abbiamo il compito – enorme – di non spegnere quella luce, ma anzi, di aiutarli a farla brillare.
MARZIA ESTINI
Nino the mischievous elf an incredible Christmas adventure of friendship and magic
linktr.ee
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