IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
.

.
Di fatto fu studiato seriamente come poeta piemontese ed amante della storia subalpina. Di lui mi parlò spesso l’amico Umberto Levra, ultimo docente di Storia del Risorgimento a Torino e presidente per lunghi anni del Museo Nazionale del Risorgimento. Nel nostro ultimo colloquio alla gelateria Pepino di piazza Carignano (ormai era stato defenestrato dal suo ufficio al Museo), Levra mi parlò della sua intenzione di scrivere su Nigra dopo essere stato l’estensore della voce sul dizionario enciclopedico degli Italiani Treccani. Anzi, mi propose di fare il lavoro insieme. In quell’occasione mi disse di aver accertato che fu Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon ad aver avuto per le mani le memorie di Nigra in occasione del centenario della sua nascita nel 1928. Levra aggiunse qualcosa di più e fece l’ipotesi della distruzione o dell’occultamento delle memorie di Nigra perché scomode ai Savoia per le pagine dedicate a Vittorio Emanuele II, che improvvisò una sua politica estera personale parallela a quella del governo.
.
Con Levra non fu più possibile continuare il discorso perché incredibilmente morì poche ore dopo il nostro incontro del 7 ottobre 2021. Ho sempre tenuto per me la chiacchierata con Levra che mi consegnò anche un suo vecchio saggio sui diari di guerra di Marcello Soleri. Ho avuto altro da fare in questi anni, ma la tesi di Levra sulle memorie di Nigra andrebbe approfondita e verificata.
Il gerarca fascista De Vecchi era un monarchico sfegatato, anche se cercò di fascistizzare il Museo del Risorgimento, traducendo in termini museali la tesi di Giovanni Gentile che vedeva nel fascismo il coronamento del Risorgimento.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE