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Carceri, nuovi episodi di violenza

Grave episodio di violenza all’interno della Casa di Reclusione di Alessandria. Nella giornata di ieri, intorno alle ore 15:00, quattro detenuti italiani – di età compresa tra i venti e i trent’anni – si sono resi protagonisti di una violenta aggressione ai danni di un Vice Sovrintendente della Polizia Penitenziaria in servizio presso l’Istituto. A dare la notizia è Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Secondo quanto riferito, i quattro avrebbero colpito alle spalle il poliziotto, addetto alla Sorveglianza Generale del carcere, facendolo cadere rovinosamente a terra lungo le scale interne. Durante l’aggressione, l’uomo sarebbe poi stato raggiunto anche da un violento calcio al volto mentre si trovava già a terra, riportando una contusione e una lussazione alla spalla, oltre a un evidente trauma cranico. Il Vice Sovrintendente è stato prontamente soccorso dal personale sanitario dell’Istituto e, vista la gravità delle sue condizioni, è stato richiesto l’intervento del 118. Il collega è stato quindi trasferito in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Alessandria, dove è stato trattenuto in osservazione per ulteriori accertamenti”. Per il sindacalista, “l’episodio si inserisce in un clima di crescente tensione che investe le carceri piemontesi, alimentato da un diffuso aumento della violenza nella società, che si riflette inevitabilmente all’interno degli istituti penitenziari. La popolazione detenuta, spesso espressione degli ambienti più degradati e violenti, rappresenta una concentrazione di situazioni ad alto rischio, che la Polizia Penitenziaria si trova a fronteggiare ogni giorno con grande senso del dovere, ma con strumenti sempre più inadeguati”. Il SAPPE rinnova l’allarme: “Non possiamo più assistere in silenzio all’escalation di aggressioni ai danni del personale. Apprendiamo con favore che i quattro violenti sono stati trasferiti ad altro istituto, tuttavia, occorre una riflessione sull’efficacia di questi provvedimenti che non scoraggiano i più facinorosi dal mettere in atto simili condotte e come unico strumento di contrasto non sembrano proprio sortire gli effetti desiderati. Servono interventi urgenti e una nuova centralità della sicurezza penitenziaria nell’agenda politica”, conclude Santilli.

“Ditemi voi se è normale un Paese nel quale non uno ma ben quattro detenuti tentano di linciare un poliziotto penitenziario in servizio. Ma ci rendiamo conto? A questo senso di impunità, di cui larga parte della frangia violenta della popolazione detenuta è convinta di godere, devono assolutamente corrispondere provvedimenti penali e disciplinari efficaci, anche prevedendo di destinare  carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”. Lapidario il commento di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che torna a sollecitare urgenti provvedimenti a tutela della Polizia penitenziaria in servizio: “Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave, ad esempio, che pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti stranieri e psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione. Ogni giorno nelle carceri italiane, per minori e adulti, succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Anche la gestione dei detenuti stranieri, come quelli con problemi psichiatrici che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli O.P.G., merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione. Bisogna potenziare anche le espulsioni degli stranieri per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di provenienza. Certo è che la loro presenza ha fatto aumentare il numero degli eventi critici nelle carceri“.

SAPPE Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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