“Il nostro giudizio sul Piano dei rifiuti speciali che è stato approvato oggi in Consiglio regionale, è negativo: un iter iniziato nel 2018 con dati aggiornati nel 2022, anni in cui la produzione a causa del Covid conobbe uno dei crolli più profondi. Ma mentre il 2022 registra i rimbalzi della produzione industriale oggi ci troviamo, invece, a fare i conti con 25 mesi di crisi ininterrotta della produzione industriale, fatto che avrebbe richiesto un provvedimento dinamico, capace di adattarsi a una situazione economica che cambia con grande rapidità e non un testo tecnico e rigido. Occorrerebbe un documento di indirizzo strategico, dotato di una visione sui trend economici, l’introduzione di un Osservatorio in grado di fornire sempre dati aggiornati e, infine, un documento di programmazione che, ogni anno, possa essere reindirizzato per riconsiderare le esigenze del sistema delle imprese e al territorio” dichiara la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero.
“Inoltre – prosegue Pentenero – l’immagine del Piemonte che emerge da questo documento è quella di “una terra di discariche”. Importiamo, infatti, quantità rilevanti di rifiuti a basso valore che hanno come unica destinazione la discarica, mentre esportiamo rifiuti complessi destinati al trattamento e recupero. Non è questo che vogliamo. Le discariche si esauriscono e richiedono sempre nuovo suolo, con impatti inevitabili e devastanti. Devono essere superate e si deve prevedere una strategia di investimenti sugli impianti di recupero di materiali ad alta efficienza dei rifiuti speciali e assimilabili che consentono il riuso di materiale e energia con conseguente creazione di valore per il territorio”.
“E’ un piano che si limita a fotografare la situazione attuale e a recepire gli indirizzi di legge senza dare strumenti concreti per il raggiungimento degli obiettivi – interviene la Consigliera regionale Pd Nadia Conticelli – Su fanghi e amianto ad esempio si manda a ulteriori specifiche. Ma come si intende recuperare il gap impiantistico della nostra regione? Rispetto alla riduzione dei rifiuti speciali è necessario costruire percorsi di filiera, a partire dalla fase di produzione. Mentre per poter accedere ai fondi europei è necessario acquisire obiettivi concreti di economia circolare”.
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