SOMMARIO: Elezioni universitarie – Una minaccia grave – Franceschini – Lettere

Elezioni universitarie
I risultati delle elezioni universitarie non premiano i pro Palestina che hanno inscenato agitazioni e occupazioni devastanti. La sinistra di “studenti indipendenti” (da che cosa ?) e “Cambiare rotta “hanno perso il 14 per cento dei consensi, pur restando maggioritaria. La moderazione dei cattolici è stata premiata con un più 4,8% di voti. Anche il FUAN, che non ha mai cambiato il nome e resta quello del MSI, ha avuto un incremento di voti del 3 per cento. Ci sarebbe da obiettare su chi viola la legge con occupazioni ma vuole anche farsi rappresentare nel cda dell’Ateneo.
Il dato più eclatante è la mancata partecipazione degli studenti al voto: una percentuale del 16 per cento appare ridicola.

I rappresentanti eletti finiscono di essere più rappresentanti di sè stessi che di gruppi. Ricordo che l’elezione di organismi universitari morì con la contestazione. Gli ultimi eletti erano pallidi rappresentanti di una democrazia universitaria che aveva contribuito a formare una classe politica. Basterebbe pensare a Pannella, ad esempio. Il ‘68, con la finta democrazia diretta delle assemblee permanenti, pose fine ad un’esperienza importante per la storia dell’Università italiana e della democrazia . In quelle competizioni si formarono leaders importanti. Dopo la fine della contestazione del ‘68 e del ‘77 si cercò di ripristinare gli organismi rappresentativi , ma senza risultati . Conobbi piccoli capi molto ambiziosi e velleitari. Con Patuelli segretario della gioventù liberale andai a sostenere la lista liberale, ma seppi che i repubblicani avevano deciso con scarsa intelligenza di correre da soli. Poi ebbi qualche contatto con universitari che vedevano certi posti come trampolini di lancio per un avvenire politico che non ci fu. I partiti devono svegliarsi perché un 16 per cento di votanti rivela una forma di falsa democrazia apparente e truffaldina. In ogni caso andrebbe ribadito che l’Università è il luogo in cui soprattutto si deve studiare.
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Una minaccia grave
Pur volendo attendere per dare un giudizio su Trump non ideologico, non è possibile dopo i recenti sconquassi non esprimere un giudizio preoccupato su un personaggio privo di equilibrio e prigioniero di interessi economici che intendono governare attraverso di lui. La democrazia americana è stata stravolta e il legame storico con l’Europa infranto. Nessun repubblicano americano può ritrovarsi in un autocrate bizzarro e arrogante. Reagan è l’unico presidente conservatore che sia riuscito nell’intento di correggere i guasti dei presidenti democratici.

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Franceschini
Non ho mai stimato un personaggio piuttosto insignificante della politica nostrana di origine cattolico – comunista. Come ministro alla cultura (per fortuna non ebbe altri dicasteri più importanti) si rivelò mediocre. Adesso se ne esce fuori con la proposta di dare ai figli il cognome della madre anziché quello del padre, contravvenendo a secoli di storia.

Qui non c’entrano il matriarcato o il patriarcato, anche se Franceschini con la sua proposta non mira certo all’eguaglianza tra i sessi. Sono questioni di ordine pratico che impediscono la sciocchezza voluta dalla Consulta del doppio cognome che si rivela molto problematico in Spagna. Se per secoli si è andati avanti così c’è un motivo molto concreto: quello di non generare confusioni anagrafiche. Per un certo numero di famiglie può anche essere la mutilazione di un nome onorato e prestigioso a cui non si vede perché un bambino debba rinunciare. Chiamarsi Pirandello o Marconi è un onore per chi ha diritto, che nessun Franceschini può cancellare con una proposta propagandistica volta a toglierlo per qualche giorno dall’oblio. Forse Franceschini non è particolarmente orgoglioso della sua storia familiare?
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La biennale della democrazia
La biennale della democrazia in pochi giorni giunge persino alla bocciofila di Vanchiglietta, ma esclude istituzioni culturali storiche torinesi per ragioni di discriminazione ideologica? Cosa ne pensa? Tiziana Raiteri

Non rispondo perché mi sento il primo discriminato come studioso, mai invitato a parlare alla Biennale. Adesso ne faccio quasi motivo di vanto essere escluso aprioristicamente. Vengo invitato in tutta Italia e all’estero, ma alla Biennale mai. Dove inaugura le lezioni Barbero, è bene rimanere distanti. Lui va anche a parlare ai centri sociali, che spesso fanno della violenza la loro ragione di vivere.
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Sgarbi
Lei è amico di Sgarbi che è gravemente ammalato per una sindrome depressiva. Cosa ne pensa ? Barbara Fratello

Il rispetto e l’amicizia sincera nata da Fogola tanti anni fa mi impone il silenzio sulle condizioni di Vittorio, che presto si riprenderà. Sono certo di una ripresa. Ho letto che una delle figlie dopo essere andata a trovarlo dopo mesi di assenza ha detto ad un giornale che il padre andrebbe trasferito in psichiatria. Una frase barbara e incivile indegna di una figlia a cui Sgarbi con il suo lavoro forsennato ha garantito una vita di agi.
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Savoia
Abito in Savoia da anni e ho letto una bella intervista al più importante giornale della Savoia al principe Sergio di Jugoslavia, figlio di Maria Pia di Savoia. Il principe sa bene che le incaute dichiarazioni del cugino Emanuele Filiberto hanno offeso i cittadini della Savoia, che verrebbero privati delle tombe del re Umberto II e della regina Maria Jose’, che Emanuele Filiberto vorrebbe al Pantheon. Sarebbe un non senso però, dice il principe, ignorare che Vittorio Emanuele III e la regina Elena rimarrebbero a Vicoforte. Ettore Teppati

Ho letto anch’io l’intervista, naturalmente non ripresa dai giornali italiani. Credo che un governo di centro – destra dovrebbe avere il coraggio di chiudere una annosa vicenda che non fa onore all’Italia. Ma la strada perseguita da Emanuele Filiberto è sbagliata e vedrei in Fratelli d’Italia un ostacolo a rendere l’onore del Pantheon a Vittorio Emanuele III, che mandò a casa Mussolini nel ‘43 e lo fece arrestare. Neppure gli antifascisti lo riconobbero come un gesto importante. Dopo tanti anni siamo fermi lì. E il trasferimento alla chetichella a Vicoforte ha peggiorato il percorso verso il Pantheon.
