“Wildlife Photographer of the Year: quando la Natura dà spettacolo

In mostra al valdostano “Forte di Bard”, cento scatti fotografici in arrivo dalla 60^ edizione 

Fino al 6 luglio

Bard (Aosta)

E’ stata, a ragione, definita “una fotografia mozzafiato”. Firmato dal fotoreporter canadese (specializzato in conservazione marina) Shane Gross, lo scatto ci propone il magico mondo sottomarino dei “girini” di rospo boreale (specie oggi fortemente minacciata a causa della distruzione dell’“habitat” e dei predatori), porta il titolo di “The Swarm of Life” (“Lo sciame della vita”) ed è stata premiata come la “migliore fotografia naturalista del 2024” nell’ambito della 60^ edizione di “Wildlife Photographer of the Year”, il più importante riconoscimento dedicato alla “fotografia naturalistica” promosso dal “Natural History Museum” di Londra. Ben 59.228 gli scatti realizzati, nel corso dell’anno passato, da fotografi di tutte le età e livelli di esperienza, provenienti da 117 Paesi. Di questi, in un nutrito numero di Cento, compresi i premiati e i più significativi, sono oggi esposti, fino a domenica 6 luglio, nel sabaudo complesso fortificato sulla rocca che sovrasta il borgo di Bard, in Valle d’Aosta. “Utilizzando il potere emotivo unico della fotografia per coinvolgere ed emozionare il pubblico – dicono gli organizzatori – le immagini fanno luce su storie e specie di tutto il mondo e incoraggiano un futuro a difesa del Pianeta”. Catturate a volte in rapidissimi “istanti” (ah, non farseli sfuggire!) non privi di più o meno faticosi e lunghi a non finire “appostamenti”. E’ il caso, proprio, della premiata fotografia di Shane Gross, catturata mentre il fotografo canadese faceva snorkeling per diverse ore tra tappeti di ninfee nel lago Cedar, sull’isola di Vancouver, nella Columbia Britannica, e muovendosi con estrema attenzione per non disturbare i sottili strati di limo ed alghe che ricoprono il fondale del lago. Attenzione e fatica premiate dallo stupendo “lavoro” portato a casa.

Da segnalare anche, fra le opere esposte, quella di Alexis Tinker-Tsavalas, fotografo tedesco che si è, invece, aggiudicato il “Young Wildlife Photographer of the Year 2024” per l’immagine ravvicinata “Life Under Dead Wood” (“C’è vita sotto il legno morto”), che raffigura i corpi fruttiferi della muffa melmosa ed un minuscolo “collembolo”, fra gli insetti (“Entognati”) più piccoli – solo in alcuni casi superano i 5 mm di lunghezza – esistenti in quasi ogni angolo del mondo e vitali per migliorare la salute del suolo, nutrendosi di microrganismi come batteri e funghi, aiutando così la materia organica a decomporsi. Per scattare questa foto Tinker-Tsavalis ha rotolato con estrema rapidità un tronco, scattando velocemente (con la tecnica del “focus stacking”, in cui vengono combinate 36 immagini, ciascuna con un’area diversa a fuoco) poiché i “collemboli” possono saltare molte volte la lunghezza del loro corpo in una frazione di secondo. Cogliere in un attimo infinitesimale l’“attimo fuggente”. E questi sono i magnifici risultati.

Due gli italiani premiati. Il calabrese di Vibo Valentia, dal 2007 residente in Scozia, Fortunato Gatto, vincitore della categoria “Piante e funghi” con lo scatto “Old Man of the Glen” (“Il vecchio della valle”) e con “menzione d’onore” nella stessa categoria per “High tide indicator” (“Indicatore di alta marea”) e “A carpet of woods” (“Un tappeto di boschi”) e  Filippo Carugati (origini milanesi, ma residente a Torino, e cognome che ricorda il mitico Gino Bramieri) che ha ricevuto la “menzione d’onore” nella categoria “Subacquee” con lo scatto “Green, thin and rare to see” (“Verde, magro e raro da vedere”).

Per celebrare, inoltre, il sessantennale del “Concorso”, è stato introdotto per questa edizione anche il Premio “Impact Award” teso a riconoscere “una storia di speranza e di cambiamento positivo”. Due i premiati. L’“Adult Impact Award” è stato assegnato al fotoreporter australiano Jannico Kelk per “Hope for the Ninu” (“Speranza per i Ninu”), con l’immagine di un “bilby” maggiore in una riserva recintata, in modo che il piccolo marsupiale possa prosperare dopo essere stato portato quasi all’estinzione da predatori come volpi e gatti; alla polacca Liwia Pawlowska è andato, invece, il “Young Impact Award” per “Recording by Hand” (“Registrazione a mano”), dove un esemplare di “sterpazzola” (uccello migratore che ha il suo “quartier generale” nell’Africa sub-sahariana) appare rilassata durante l’inanellamento degli uccelli, tecnica che aiuta gli sforzi di conservazione registrando la lunghezza, il sesso, le condizioni e l’età di un uccello per aiutare gli scienziati a monitorare le popolazioni e a tracciare i modelli migratori.

Gianni Milani

“Wildlife Photographer of the Year”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 6 luglio

Orari: mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19; lun. chiuso

Nelle foto: Shane Gross “The Swarm of Life”; Alexis Tinker-Tsavalas “Life Under Dead Wood”; Fortunato Gatto “Old Man of the Glen”

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