“Mai + trasmessi”, “La madre di Torino”

Raistoria propone da due settimane dei numeri unici in bianco e nero e a colori; il ritorno alla luce di programmi televisivi andati in onda una sola volta: “Mai + trasmessi”. Mercoledì 26 febbraio, alle ore 21,10, nel corso della puntata si parlerà dell’originale televisivo “La madre di Torino”, del regista e sceneggiatore Gianni Bongioanni, vincitore nel 1967 a Ravenna del Premio Italia.

Andato in onda sul programma Nazionale televisivo il giorno 11 aprile 1968 e distribuito con successo a molte emittenti televisive internazionali ha come interpreti l’attrice Lucia Catullo nei panni della madre e Roberto Trevisio in quelli del figlio ed il torinese Carlo Enrici. Girato in 35 mm con una cinepresa a braccio è la ricostruzione di una storia familiare e cittadina, di un fatto realmente accaduto proprio a Torino negli anni Sessanta tra corso Peschiera e corso Francia: un bambino di quattro anni gioca sul terrazzo in una casa popolare e mentre gioca da solo si trova catapultato nel vuoto, ma all’ultimo riesce ad afferrare le sbarre della ringhiera. La madre se ne accorge, lo trattiene per le mani ma non riesce a sollevarlo per portarlo in salvo. I due  rimangono così, mani nelle mani, per ore. Intrappolati in un congegno di tralicci, amore, angoscia e terrore, madre e figlio rimangono per ore bloccati in una posizione precaria e difficile fino all’arrivo dei soccorritori. La sceneggiatura di Gianni Bongioanni e Lucile Lask è, come venne scritto sul RadiocorriereTv dell’epoca, un’indagine sui sentimenti con implicazioni sociologiche del vivere in città, in un organismo urbano vincolato, allora, alla condizione industriale dove la solitudine era quella dei bambini la cui vitalità non trovava spazi per esprimere la propria energia confinandoli in aree esigue e marginali. Una piccola perla d’epoca da riscoprire con la regia del torinese Gianni Bongioanni, scomparso a 96 anni nel 2018, che ricordiamo per aver diretto anche lo sceneggiato “Una donna”, tratto dal romanzo di Sibilla Aleramo, seguito nel 1977 da 15 milioni di telespettatori in cui lanciò la ventenne Giuliana De Sio, per “Mia figlia” del 1981 e “Matilde” con Lucia Catullo.
Igino Macagno
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