Giachino: “A Torino competenze uniche per costruire l’auto”

 Ora tutti uniti in Europa attorno alla proposta del governo italiano di modifica del green deal

 
Ci voleva Alfredo Altavilla ,il manager italiano più vicino a Sergio Marchionne, per dire ai Torinesi, tramite il Corriere,  che qui a Torino ci sono competenze uniche, ovviamente nella produzione di auto. Nel nostro Paese , e a Torino in particolare,  c’è tutto per costruire un’auto come ripete giustamente l’Anfia. E l’auto è la filiera industriale più importante non solo per le migliaia di aziende dell’indotto che producono le parti dell’auto ma perché attorno ci sono aziende di design, aziende meccaniche, agenzie pubblicitarie, fotografiche, tutti i servizi da quelli più complessi come le attività di  ricerca . Un settore che vale 8% del PIL nazionale e che paga stipendi discreti, più alti di quelli del commercio e del turismo per intenderci.
Non so come han reagito i torinesi che negli ultimi anni  hanno assistito , senza dire nulla, sul calo progressivo delle produzioni a Mirafiori e alla vendita alla Peugeot della più grande azienda italiana , la capofila della filiera industriale più importante in Italia e in Europa quella dell’auto . Amministratori comunali , dirigenti sindacali  e di associazioni , che pur non avendo mai amministrato una azienda che parlavano di togliersi dal giogo della grande azienda per lanciarsi nei territori del turismo, della cultura e del loisir senza mai fare i conti a fine anno dell’andamento del PIL cittadino. Molti di questi non li ho mai visti alle Assemblee della Direzione torinese di Banca d’Italia dove si certificava che Torino stava decrescendo. Incuranti degli avvertimenti dell’Arcivescovo di Torino che parlava delle due Torino, quella che sta bene che non si accorge della metà che sta male. Personaggi autorevoli cui veniva dato spazio per parlare della importanza dei  grandi eventi anche se neanche nel 2006, l’anno delle Olimpiadi invernali, il PIL piemontese era riuscito a crescere più della media nazi9nale.
Mentre la linea logica sarebbe stata quella di difendere il grande patrimonio industriale e competitivo della industria dell’auto con tutte le innovazioni del caso dall’auto elettrica al diesel di ultima generazione, l’euro 7 al quale è difficilissimo calcolare quanto inquini e di puntare anche sul turismo ma anche sulle fiere e sul turismo d’affari, sulla cultura, sui nostri bellissimi Musei  e battendosi per realizzare le infrastrutture europee necessarie. Invece la manifestazione per salvare la TAV l’ho dovuta organizzare io con la collaborazione delle madamin così come per i fondi dell’auto, che non figuravano nell’ultima finanziaria di Draghi, senza che nessun deputato o senatore piemontese se ne accorgesse,  e che sono nati da una mia proposta raccolta da un ottimo deputato alessandrino , la terra di Rivera, l’on. Riccardo Molinari.  Ora mi auguro che tutti i torinesi facciano il tifo per la proposta di modifica alla scellerata delibera del green deal presentata dal  governo italiano che dovrebbe trovare il 5 di marzo una prima importante modifica nella proposta di a Ursula Von der Leyen.
Mino Giachino 
SITAV SILAVORO
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