Al teatro Gobetti andranno in scena, dal 18 al 23 febbraio, il “Don Giovanni”, tratto da Molière, Da Ponte e Mozart, per l’adattamento e la regia di Arturo Cirillo, che ne è anche l’interprete principale. Nella sala Pasolini, sempre al teatro Gobetti, dal 18 al 23 febbraio andrà in scena “Madri”, di Diego Pleuteri, con Valentina Picello e Vito Vicino, regia di Alice Sinigaglia.
“La mia passione per il personaggio di Don Giovanni – spiega il regista Arturo Cirillo – e per il suo alter ego Sganarello (come Hamm e Cloy in “finale di partita”, o come Don Chisciotte e Sancho Panza) nasce soprattutto dalla frequentazione dell’opera di Mozart – Da Ponte. Sicuramente i miei genitori mi portarono a vederlo al San Carlo di Napoli, come vidi il film che ne trasse Joseph Losey nel 1979. L’incontro decisivo con questo personaggio avvenne nel periodo in cui frequentavo l’Accademia di Arte Drammatica di Roma. Uno storico insegnante di Storia della Musica ci fece lavorare sul Don Giovanni in una forma che potrei definire di “recitar cantando”, in cui ci chiese di interpretare il bellissimo libretto di Lorenzo Da Ponte, per poesia, musicalità e vivacità, ma anche perché è una delle opere più alte dal punto di vista linguistico della letteratura italiana. Oltre al libretto dapontiano, recitavamo rapportandoci con la musica di Mozart, con i suoi ritmi e le sue melodie. In quell’occasione questa irrefrenabile corsa verso la morte (l’opera si apre con l’assassinio del Commendatore e si conclude con lo sprofondare di Don Giovanni nei fuochi infernali) questa danza disperata ma vitalissima, sempre sull’orlo del precipizio, questa sfida al destino, mi è apparsa in tutta la sua bellezza e forza. Negli anni successivi si è imposto tra i miei autori prediletti Molière, quindi mi è parso naturale lavorare su una drammaturgia che riguardasse sia il testo di Molière sia il libretto di Da Ponte. Il discorso musicale mi coinvolge da sempre, quindi ho deciso di raccontare questo mito, che è Don Giovanni, usando forme e codici diversi, conservando di Molière la capacità di lavorare su una comicità paradossale e ossessiva che a volte sfiora il teatro dell’assurdo, e di Da Ponte sulla poesia e la leggerezza, a volte anche drammatica. Poi c’è la musica di Mozart, che di questa vicenda riesce a raccontare la grazia e la tragedia ineluttabile”.
Lo spettacolo “Madri” di Diego Pleuteri è il testo con cui il giovane drammaturgo, formatosi alla scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, è stato selezionato per Eurodram 2022 e ha ottenuto la menzione al Premio InediTO 2020.
“Uno dei punti più interessanti del lavoro di Pleuteri su ‘Madri’ – spiega la regista Alice Sinigaglia – riguarda la riflessione sul pensiero, sulle sue modalità di entrare in circolo nelle vite delle persone e di descrivere la realtà. I due personaggi scritti da Diego hanno la testa bucata, i loro pensieri fuoriescono senza sosta in un fiume di ossessioni che senza sforzo diventano parola, una parola che di tango in tanto si attorciglia su se stessa, fino a sparire in un brusio di fondo, ma che altre volte, senza preavviso, diventa concreta e reale. I fatti che le parole descrivono sono tutti accaduti, e forse non è importante se siano accaduti davvero o solo immaginati. Il dialogare dei protagonisti è l’intreccio di due menti che diventano una sola, e si scambiano continuamente le parti di una vita interiore consumata. In questo eterno monologare, madre e figlio si finiscono le frasi, ma allo stesso tempo non riescono a finire quello frasi che sembrano importanti davvero. ‘Di intimo ci è rimasto solo ?’ Cercando la fine di una citazione, i due passeggiano a mezz’aria senza alcuna intenzione di scendere a terra. Sono insieme, ma profondamente soli. Di intimo cosa vi è rimasto…il pensiero? La solitudine ? La regia approfondisce queste domande lavorando sulla parola e sul suono, i più sfuggenti degli elementi scenici, come sfuggente è la tenera incertezza dei due personaggi. Polifonico o monolitico, sdoppiato, sovrapposto, si tratta di un complesso lavoro sulla sonorità che cerca di restituire tutti i livelli di stratificazione del pensiero”.
Gli spettacoli si svolgono al Teatro Gobetti di via Rossini 8, a Torino
Biglietteria presso il Teatro Carignano, piazza Carignano 6, a Torino
Telefono: 011 5169555
Mara Martellotta
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