A cura di Elio Rabbione
10 giorni con i suoi – Commedia. Regia di Alessandro Genovesi, con Fabio DE Luigi, Valentina Lodovini, Dino Abbrescia e Giulia Bevilacqua. Tanto che continuare con le avventure della famiglia Rovelli. Carlo e Giulia decidono di partire per il Salento dove la figlia Camilla, raggiunti i diciott’anni, vuole trasferirsi per gli studi universitari. Non soltanto, è anche l’occasione per andare a vivere con l’innamorato Antonio, certo Carlo non è di quell’idea e l’incontro con i suoceri rischia di diventare un nuovo passo insormontabile. Per il viaggio genitoriale si muovono anche i figli minori della coppia, Tito e Bianca, il primo che vede i terroni con l’occhio del pregiudizio mentre la seconda non farà fatica ad allacciare rapporti con qualche rappresentante locale. Insomma molti guai in arrivo e una gravidanza inattesa pronta a far ricominciare tutto da capo. Durata 98 minuti.
(Massaua, Reposi, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)
L’abbaglio – Storico, commedia. Regia di Roberto Andò, con Toni Servillo, Valentino Picone, Salvo Ficarra e Tommaso Ragno, e con Giulia Lazzarini. Nel maggio del 1860, a Quarto, Garibaldi inizia l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista, che altro non cercano che un’occasione per potersene tornare nell’isola. Sbarcati a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Regista e attori della bella prova de “La stranezza”. Durata 131 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 2, Romano sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)
A complete unknown – Biografico. Regia di James Mangold, con Timothée Chalamet, Monica Barbaro, Elle Fanning e Edward Norton. Il film è ambientato nella New York degli anni Sessanta dove un musicista di diciannove anni del Minnesota, Bob Dylan, si sta affermando come cantante folk. Seguiamo le sue esibizioni nelle sale da concerto della Grande Mela e assistiamo alla sua rapidissima ascesa verso la cima delle classifiche. Grazie all’inconfondibile fascino delle sue canzoni, la sua popolarità travalica presto i confini del Nord America regalandole un successo mondiale. Il suo straordinario percorso artistico di quegli anni culmina con la rivoluzionaria esibizione rock and roll al Newport Folk Festival nel 1965. durata 141 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana anche V.O., Fratelli Marx sala Groucho, Greenwich Village, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri anche V.O.)
Amerikatsi – Drammatico. Diretto e interpretato da Michael A. Goorjian. Il piccolo Charlie, di nascita armena, è riuscito a fuggire nel 1915 al genocidio perpetrato nell’impero ottomano, è scappato nascosto in un baule alla volta degli Stati Uniti. Solo nel 1947 riuscirà a tornare nella propria terra, il suo status è di un “amerikatsi” che deve fare i conti con i tanti mutamenti, con la dura realtà del comunismo sovietico e della dittatura stalinista. Accusato di essere una spia americana, viene imprigionato, picchiato periodicamente, rinchiuso in una cella dalla cui finestra può guardare alla vita dell’uomo che lavora nella torre del penitenziario e della sua famiglia, una vita fatta di piccole felicità e di altrettanto dolore: uno sguardo che ridona a Charlie – per tutti ormai Chiarlie Chaplin – una occasione di speranza. Durata 115 minuti. (Fratelli Marx sala Ch
Conclave – Drammatico. Regia di Edward Berger, con Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Isabella Rossellini e Sergio Castellitto. Il film ci porta nel cuore di uno degli eventi più misteriosi e segreti del mondo: la elezione di un nuovo Papa. Dopo la morte improvvisa dell’amato e compianto pontefice, il cardinale Lawrence è incaricato di dirigere questo delicato processo. Una volta che i leader più potenti della chiesa cattolica si riuniscono nelle segrete sale del Vaticano, il prelato si ritrova intrappolato in una rete di intrighi, tradimenti e giochi di potere. Un oscuro segreto viene alla luce, minacciando di scuotere le fondamenta stesse della Chiesa. Durata 90 minuti. (Lux sala 1, Romano sala 1)
Diamanti – Commedia drammatica. Regia di Ferzan Özpetek, con Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Vanessa Scalera, Mara Venier e Stefano Accorsi. Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie il luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli luoghi marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile. Durata 135 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Eliseo, Fratelli Marx sala Harpo, Ideal, Lux sala 1, Nazionale sala 4, Reposi sala 5, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)
Emilia Pérez – Commedia drammatica, musicale. Regia di Jacques Audiard, “fondendo azione, mélo e soprattutto musical in un mix folle quanto commovente che riscrive le regole del cinema e della morale”. Con Karla Sofia Gascòn, Zoe Saldana, Selena Gomez e Adriana Paz. Rita, una giovane praticante in uno studio di Città del Messico, è decisamente insoddisfatta del riconoscimento che ottiene dal suo capo. In modo del tutto inaspettato, ecco che i suoi servizi sono richiesti dal boss dei cartelli della droga, Manitas Del Monte. Dopo lunghe riflessioni, Rita decide di accettare. Del Monte le chiede di inscenare con lui la propria morte e di aiutarlo, tramite l’operazione, a diventare donna, ovvero la stupenda matronale Emilia Pérez. Ma il poi non appare così semplice se Emilia viene colpita dallo smisurato desiderio di continuare a vivere con la propria moglie e i loro figli, un incontro almeno senza che essi cessino di crederlo morto. In un intreccio difficile a chiarirsi, Jessi e il suo spasimante Gustavo stanno decidendo di fuggire insieme, proprio mentre l’uomo ha già messo gli occhi sui quattrini di Emilia. Tratto dal romanzo “Écoute” dello scrittore francese Boris Razon. Le canzoni sono scritte dalla cantante Camille e dal regista, la colonna sonora è di Clément Ducol. Notizia delle ultime ore: 13 candidature ai prossimi Oscar, tra cui Miglior Film Internazionale, Miglior regia, Migliori attrici protagonista e non protagonista, Miglior sceneggiatura non originale. Durata 132 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Ideal anche V.O., Massimo sala Cabiria V.O., Nazionale sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)
Here – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Tom Hanks , Robin Wright e Paul Bettany. La storia di un luogo e di tutto ciò che lì è accaduto, dall’epoca dei dinosauri sino a oggi. Con una narrazione non lineare, il regista . che è anche produttore e ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth – mostra al pubblico l’era glaciale, l’epoca del popolo indigeno Lenni-Lenape, il figlio di Benjamin Franklin. È all’inizio del XX secolo che viene costruita, sempre nello stesso luogo, la casa che sarà l’unica ambientazione della gran parte del fil e delle vicende dei suoi inquilini: John Harter e la moglie Pauline, la coppia bohémien Leo e Stella Beekman, la famiglia Young e i loro figli e infine Devon e Helen Harris. “Here” è il racconto dell’evoluzione della società americana attraverso le storie che si susseguono in un soggiorno, uno sguardo che passa dal colonialismo a Peart Harbor, dal boom economico degli anni Cinquanta al Vietnam, dalle videocassette alla pandemia di Covid. Designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Nell’intuizione del graphic novel di Richard McGuire, Zemekis trova una chiave ideale per fare ciò che ha sempre fatto: coniugare il racconto più umano e universale possibile con il massimo della sfida tecnologica. Tra case di bambole e screencast, la prospettiva fissa racconta uno spazio fisico unico popolato di infiniti spazi interiori, capace di attraversare tempo e esistenze. Un caleidoscopio di gesti, sensazioni, sentimenti, stati d’animo che coinvolgono e commuovono.” Durata 104 minuti. (Massaua, Classico, Reposi sala 4, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)
Maria – Drammatico. Regia di Pablo Larraìn, con Angelina Jolie, Pierfrancesco Fsavino e Alba Rohrwacher. Il 16 settembre 1977 muore a 53 anni nel suo appartamento di Parigi, dove viveva sola con l’unica compagnia dei fidatissimi Ferruccio, autista e maggiordomo, e Bruna, la domestica. Nella settimana precedente alla morte, e a più di quattro anni dall’ultima performance, la straordinaria soprano greco-statunitense fa i conti con il peso della sua fama, con il ricordo ancora forte del compagno Aristotele Onassis e, forse, con un ultimo tentativo di tornare a calcare i palcoscenici dell’opera, pur indebolita e con una voce in cui lei per prima non riconosce più il timbro de “la Callas” e delle sue indimenticabili interpretazioni. Durata 123 minuti. (Eliseo, Nazionale sala 3, Reposi sala 4)
Il mio giardino persiano – Commedia drammatica. Regia di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha. Mahin, settantenne, vive da sola a Teheran da quando suo marito è morto e sua figlia è partita per l’Europa. Un pomeriggio, un tè con gli amici la porta a rompere la sua routine solitaria e a rivitalizzare la sua vita amorosa. Ma mentre Mahin si apre a una nuova storia d’amore, quello che inizia come un incontro inaspettato si evolve rapidamente in una serata imprevedibile e indimenticabile. Ha scritto Maurizio Porro nelle colonne del Corriere della Sera: “Un film intimista, un puzzle di sentimenti, l’agguato dei 70 anni, l’imbarazzo del desiderio nel “Mio giardino persiano” che non fa sconti sul regime oscurantista del velo di Teheran, senza mettere accenti e didascalie”. Durata 97 minuti. (Nazionale sala 2)
Mufasa – Avventura, animazione. Regia di Barry Jenkins. Rafiki narra la leggenda di Mufasa alla giovane leoncina Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso fleshback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone compassionevole di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale. Durata 90 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)
Napoli New York – Drammatico. Regia di Gabriele Salvatores, con Pierfrancesco Favino, Dea Lazzaro e Antonio Guerra. Nell’immediato dopoguerra, tra le materie di una Napoli piegata dalle macerie e dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata anni prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie impareranno a chiamare casa. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)
No Other Land – Documentario. Un premio agli European Film Awards e altre candidature, una regia collettiva di quattro cineasti, per raccontare le immagini di Bazsel Adra, attivista palestinese, che inizia i propri ricordi con l’arresto di suo padre mentre manifestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, testimonianze vive, e di Yuval Abraham, giornalista israeliano, prima di una tregua, nei territori invasi dal sangue e dalle morti, tra gli orrori che ogni giorno invadono Israele e Palestina, l’insieme di 19 villaggi della Cisgiordania che è Masafer Yatta, le abitazioni in antiche grotte e un’economia a carattere rurale, esplosioni, bombe su scuole e ospedali, carneficine. Durata 96 minuti. (Centrale V.O., Fratelli Marx sala Chico V.O.)
Le occasioni dell’amore – Drammatico. Regia di Stéphane Brizé, con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher. In concorso a Venezia lo scorso anno, con il titolo “Hors saison”, arriva oggi sugli schermi una storia d’amore che ricorda da vicino il mondo e le atmosfere sentimentali di Lelouch. Narra di Mathieu, attore in piena crisi personale e professionale, ha appena abbandonato le prove di un testo che dovrebbe debuttare di lì a poco, è fuggito per rifugiarsi in una località di mare nell’ovest della Francia. Mentre tutti lo cercano e lo invitano a tornare, Mathieu incontra Alice, una donna più giovane di lui con cui aveva avuto una relazione: giornate belle fatte di ricordi ma anche di tempo presente, l’occasione per riscoprire vecchi sentimenti, comprendere se si tratti soltanto un fuoco passeggero o se quell’incontro voglia significare qualcosa di più duraturo. Durata 115 minuti. (Centrale, Fratelli Marx sala Chico)
Oh, Canada – Drammatico. Regia di Paul Schrader, con Richard Gere, Jacob Elordi e Uma Thurman. Al tempo della guerra del Vietnam, Leonard Fife – conosciuto quanto stimato documentarista – scelse la via della diserzione e fuggi oltre il confine del Canada. Oggi, in punto di morte, preferisce mettersi davanti ad una macchina da presa, dentro la sua casa di Montréal, e confessare tutte le sue colpe, le bugie e i tradimenti, confessioni che non vanno soltanto diritti alla moglie. Tutto per coprire un grande segreto che da anni lo perseguita. Con il ritrovarsi della coppia regista/attore che conoscemmo circa 45 anni fa in “American Gigolò”. Ha scritto tra l’altro nelle colonne del Corriere della Sera il critico Maurizio Porro: “Il film passa, ormai succede, dal bianco e nero ai colori, e cambia formato, in un tragitto che, causa l’uso dei due attori non sempre in sintonia temporale (Gere ed Elordi, il vecchio e il giovane Leonard, ndr), provoca qualche difficoltà nell’attraversare gli anni di questa coscienza infelice di cui osserviamo la dinamica tra fantasmi hippie e protestatari e l’aridità di oggi.” Durata 91 minuti. (Massimo anche V.O.)
L’orchestra stonata – Commedia. Regia di Emmanuel Courcol, con Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin. La vita di Thibaut, un famoso direttore d’orchestra, cambia radicalmente quando scopre di avere una grave forma di leucemia. L’unico modo per salvarsi è il trapianto del midollo osseo ma trovare un donatore compatibile non è facile. Proprio a causa della scoperta della malattia, Thibaut viene a scoprire di essere adottato. Un donatore perfettamente compatibile sembra essere suo fratello biologico che non ha mai conosciuto. Si tratta di un modesto impiegato che vive in una piccola cittadina della Francia del Nord e suona il trombone nella fanfara comunale. La banda rischia di sciogliersi e la fabbrica della città sta per essere chiusa. Thibaut parte per andare a cercare suo fratello e il loro incontro si rivela un’incredibile avventura che cambia la vita di entrambi per sempre. Durata 103 minuti. (Greenwich Village sala 1)
The Opera – Arie per un’eclissi – (Commedia) musicale/surreale. Regia di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, con Vincent Cassel, Fanny Ardant, Caterina Murino e con Valentino Buzza (tenore) e Mariam Battistelli (soprano). Il viaggio agli inferi, presso l’hotel Ades, di Orfeo per riportare nel mondo superiore la sua Euridice che il cattivo Pluto le ha rapito con un colpo di pistola, all’interno di un moderno supermercato. Tra architetture care a De Chirico e dentro la hall dove circolano strani camerieri e ancor più strane concierge, in un viaggio dove gli autori non fanno certo mancare agli appassionati le tante arie d’opera e non fanno certo mancare soluzioni che sono una gioia per gli occhi, riuscirà Orfeo nel suo intento? Mito e quotidianità di incrociano sempre con grande intelligenza nello sguardo di chi ama il cinema e il mondo della lirica. Durata 106 minuti. (Reposi sala 4)
L’uomo nel bosco – Drammatico. Regia di Alain Guiraudie, con Félix Kysyl, Catherine Frot, Jacques Develay e David Ayala. In un piccolo paese a sud della Francia, il giovane Jérémie torna per assistere ai funerali del titolare della panetteria, dove ha lavorato in passato e al quale era molto legato.Quando decide di fermarsi qualche giorno in più per stare vicino a Martin, la vedova del defunto, non immagina che ben presto si troverà al centro di una serie di eventi del tutto inaspettati. Una misteriosa scomparsa, un vicino minaccioso, un figlio geloso e un abate dalle bizzarre intenzioni animeranno un po’ troppo il suo breve soggiorno nel piccolo paese di campagna, portando in superficie un passato che avrà conseguenze del tutto inaspettate nel presente. I Cahiers du cinema ha definito “L’uomo nel bosco” il miglior film del 2024, in Italia è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Posizionandosi con elevato sarcasmo tea noir e commedia sociale, Guiraudie si conferma narratore stratificato descrivendo una realtà di provincia paradossale con uno sguardo irriverente verso una normalità placida, identificando il suo vero protagonista come la variante destabilizzante di ogni azione”. Durata 102 minuti. (Greenwich Village sala 3)
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