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L’autore: “Abbiamo tutti bisogno di una storia in cui calarci, di parole che ci facciano pensare e sorridere, piangere e stringere i pugni. G. è il nome del protagonista che racconta dando del tu al lettore la sua vita, ma lo fa in una maniera diversa: è come un conduttore radiofonico che parla al microfono identificandosi con chi lo ascolta. È un dialogo, il sentirsi parte della stessa comunità”
L’INTERVISTA
Per iniziare, c’è qualcosa del tuo carattere, della tua vita o dei tuoi ideali che ti piacerebbe condividere con noi?
Sono cresciuto nel volontariato; ho iniziato a 14 anni ad occuparmi degli altri tramite l’oratorio della parrocchia. Poi negli anni ho sempre seguito i più giovani cercando di imparare da loro e crescere insieme. Credo nell’amicizia e nello spendere la vita per qualcosa che non sia solo proprio arricchimento: per questo scrivo e per questo ogni anno incontro tanti ragazzi nelle scuole italiane che mi invitano a portare la mia testimonianza.
Come è nata l’idea del libro? Quanto tempo è passato dall’idea del libro alla pubblicazione?
Erano anni che mi chiedevano un libro di narrativa: avevo sempre rifiutato ritendo le poesie una meravigliosa coperta che mi copriva! Poi piano piano ho accettato la sfida grazie a Robin edizioni Torino e, sognando una storia d’amore attraverso il tempo e lo spazio, ho iniziato a riempire un block-notes di parole, disegni e dialoghi. Nel giro di tre mesi il libro era pronto. Ho voluto raccontare la vita di G. che è la vita di tutti noi: amore, sesso, amicizie, tradimenti, attimi di illusioni e di felicità. G. è la maschera perfetta in cui ognuno di noi può riconoscere un pezzo della propria vita. Mi stanno arrivando molti messaggi sui miei social di persone che mi raccontano che si sono specchiati nel protagonista e questo mi fa felice: un libro è come l’acqua, prende la forma del contenitore ovvero di chi ci legge.
Come presenteresti in poche parole il tuo romanzo?
Inviterei a leggerlo perché abbiamo tutti bisogno di una storia in cui calarci, di parole che ci facciano pensare e sorridere, piangere e stringere i pugni. G. è il nome del protagonista che racconta dando del tu al lettore la sua vita, ma lo fa in una maniera diversa: è come un conduttore radiofonico che parla al microfono identificandosi con chi lo ascolta. È un dialogo, il sentirsi parte della stessa comunità! Non ci sono messaggi tra le righe se non quello di rendere la propria vita degna di essere combattuta. Come dice il protagonista nella prima pagina “Cosa sai di te stesso se non ti sei mai battuto?” Ognuno si faccia la domanda e si dia l’opportuna risposta.
Ci sono consigli che vorresti dare a giovani scrittori?
– Abbiate qualcosa da perdere, rischiate e sporcatevi d’inchiostro. Scrivete per voi stessi e non per pubblicare o per avere due follower in più su Insta. Fatevi raggiungere dalla bellezza della parola, permettete al bambino o la bambina che è in voi di venire alla luce attraverso la Parola.
Viviamo in un’epoca in cui parlare e mentire sono sempre più sinonimi, quindi abbiamo bisogno di voi!
Esistono uno o più libri o scrittori che hanno avuto una grande influenza nella tua vita e nel tuo stile di scrittura?
Amo i classici e la lingua latina nella quale mi diverto a comporre poesie. Sono sempre stato colpito ed inspirato dalla poetica di Cesare Pavese e dalla grande letteratura del dopo guerra italiano. Nelle scuole leggo le poesie di Pasolini e Sandro Penna ma anche Mario Luzi con cui mi accomuna l’inquietudine e la ricerca di un senso oltre la banalità del quotidiano.
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