Il corteo vietato

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Il divieto del corteo filo palestinese  del 7 ottobre  da parte del Questore di Torino non è stato rispettato da  circa mille persone. Al di là del motivo della protesta filo palestinese, inneggiante al massacro di Israeliani  del 7 ottobre dello scorso anno,   e al di là dell’evidente e vergognoso antisemitismo esibito  dai manifestanti, pacifici e violenti (senza distinzioni) che ha suscitato lo sdegno del Rabbino Capo, qui si pone  in tutta evidenza un problema che ci fa tornare al ‘68, quando i cortei  non autorizzati divennero la regola. È accettabile che un corteo vietato per comprovati motivi dal Questore venga svolto  egualmente come se fosse normale infrangere i divieti? È  normale che i partiti, i politici  e le istituzioni non abbiano nulla da dire su queste trasgressioni che sono l’ anticamera del disordine, volendo usare una parola edulcorata? La democrazia è fatta anche di regole. Il fatto che in questi cortei siano feriti dei poliziotti in numero sempre più ampio non può lasciare indifferenti. Chi ha vissuto l’eterno ‘68 italiano sa per averli visti e sofferti  i pericoli di queste trasgressioni tollerate. Trasgredire ad un divieto motivato e’ già un atto di violenza e di illegalità che non va sottovalutato.
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