Un castelletto di frontiera, nel luogo che un tempo segnava il confine tra il Ducato dei Savoia e la Francia. È il Castelletto di Buriasco, si chiama così, in realtà è una grande villa immersa nella campagna di Buriasco al confine con Pinerolo. Un lungo affascinante viale reso splendido da 101 platani secolari conduce il visitatore all’ingresso dell’edificio di proprietà della famiglia Sciolla che, d’intesa con il Fai, il Fondo per l’ambiente italiano, l’ha aperto ai turisti per un solo weekend, altrimenti, essendo proprietà privata, è chiuso al pubblico.
Un avvertimento: se non conoscete la zona e vi affidate al navigatore specificate Castelletto di Buriasco, se scrivete invece Castello di Buriasco finite la corsa al castello-ristorante del paese, peraltro chiuso da tempo. Il Castelletto è un’antica residenza signorile del Settecento, il cui nucleo originario risale però al Quattrocento, collocato nella pianura pinerolese, teatro di grandi battaglie tra i Savoia e i francesi nel Cinquecento e nel Seicento. Come la battaglia della Marsaglia nel 1693 che si concluse con la vittoria dei francesi del maresciallo Catinat contro Vittorio Amedeo II di Savoia. Il palazzotto si divide tra la parte nobile con gli appartamenti dei proprietari e un secondo nucleo per le attività agricole e zootecniche.
Fino a qualche secolo fa c’era il ponte levatoio: sulla parete nord dell’edificio sono ancora visibili le aperture per le catene che sostenevano il ponte poi rimosso nell’Ottocento così come il fossato che è stato riempito. Quando la proprietà fu comprata da Luigi Sciolla nel 1830 dai conti Valperga Santus il castelletto fu molto ristrutturato.
Da notare il loggiato sulla facciata che serviva per la coltivazione del baco da seta mentre in seguito è stato usato per alloggiare le truppe. Nel “nucleo aulico” della villa si trova l’abitazione dei proprietari con tante sale, del biliardo, da pranzo, la biblioteca con libri antichi, il salone con gli affreschi e la vecchia selleria. Non mancano le scuderie, qui i fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo, pluricampioni olimpici nell’equitazione, erano di casa, grandi amici dei Sciolla, e le carrozze da concorso.
Filippo Re
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