Sono state ultime ore da incubo, quelle trascorse ieri sera nella Casa circondariale di Vercelli, dopo che un detenuto straniero, alterato dall’alcool, si è lesionato il proprio corpo ed ha aggredito alcuni poliziotti, dopo averli minacciati per ore con lamette e rudimentali oggetti da taglio. Come spiegano Vicente Santilli e Mario Corvino, rispettivamente segretario e vice del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “dopo la contestazione di una sanzione disciplinare che lo riguardava per un precedente comportamento violento, un detenuto nordafricano, per altro alterato dall’alcool ricavato dalla illegale macerazione della frutta in cella, si è reso protagonista di una folle e scellerata protesta. Ha minacciato il personale con lamette e oggetti da taglio, lesionandosi il corpo, per poi scagliandosi contro alcuni poliziotti, colpendoli con calci e pugni”. Momenti di grande tensione, “nonostante la Polizia penitenziaria avesse da subito cercato di contenere la violenza dell’uomo. con una opera di mediazione a cui l’uomo reagiva con un comportamento aggressivo e minacciando i Baschi Azzurri. Il SAPPe esprime la propria solidarietà agli agenti feriti e contusi nel carcere di Vercelli e auspica che il prima possibile si intervenga sulle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, oramai saturo di ciò che sta subendo”. Tuona il segretario generale del SAPPE Donato Capece: “Basta! A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti”.
“Non è un caso”, aggiunge il leader nazionale del SAPPE, “che c’è stata e c’è una crescita esponenziale di episodi violenti da parte di detenuti stranieri e con problemi psichiatrici, a dimostrazione della incapacità politica a trovare una efficace soluzione alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari che invece dovrebbero essere riaperti, con regole e gestioni differenti rispetto al passato ma assolutamente necessari, e di una politica di espulsione dall’Italia dei ristretti violenti”. Per questo Capece, che si appella alle Autorità istituzionali e politiche, ritiene urgente “dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
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